Stati Uniti: l'aborto non è più un diritto costituzionale. “Esito inevitabile quando sentenze e leggi non hanno radici profonde”
Quella pronunciata oggi dalla Corte Suprema degli Stati Uniti è “una decisione dal forte impatto culturale che indica come le scelte del diritto, quando non hanno profonde radici nella società, prima o poi possono recidersi: è quanto avvenuto con il diritto costituzionale all’aborto che sembrava all’apparenza indiscutibile nella giurisprudenza costituzionale nordamericana ma che, evidentemente, non attingeva pienamente nell’humus umano e culturale di un popolo.
Quando una legge si fonda sulla prevalenza della posizione esistenziale dell’adulto sul soggetto umano più debole, tale sbilanciamento mette inevitabilmente in crisi le coscienze dei consociati e con esse il diritto e le leggi che ne sono espressione”. Lo dichiara il prof. Alberto Gambino, presidente di Scienza & Vita e prorettore vicario dell’Università europea di Roma, commentando quanto deciso oggi dalla Corte Suprema degli Stati Uniti che ha ribaltato la storica sentenza Roe v. Wade, che da oltre 50 anni regola il diritto all’aborto a livello federale.