Politica. Gabriella Serra (Fuci): “Aiutare i giovani ad acquisire capacità di pensiero critico e rilanciare l’impegno per il bene comune”
Far acquisire ai giovani la capacità di elaborare un proprio pensiero critico. È l'obiettivo del Congresso della Fuci (Urbino, 2-5 maggio). Per la presidente nazionale femminile uscente, in un mondo sempre più interconnesso "solo l'orizzonte internazionale aiuta a comprendere la realtà quotidiana". E occorre rilanciare l'impegno per il bene comune: "Il mondo che abiteremo anche nei prossimi anni lo costruiamo anche noi partendo dall’oggi"
Si svolgerà dal 2 al 5 maggio a Urbino, il LXVIII Congresso nazionale della Fuci – Federazione universitaria cattolica italiana, dal titolo “Metamorfosi della democrazia – Nazionalismi, europeismi, internazionalismi”. La prolusione, il 2 maggio, è affidata a padre Federico Lombardi, già direttore della sala stampa della Santa Sede e attuale presidente della Fondazione vaticana “Joseph Ratzinger-Benedetto XVI”, cui seguirà una riflessione di Beatrice Covassi, già capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Momento clou la tavola rotonda del giorno successivo che vedrà a confronto Enrico Letta (Dean Paris School International Affairs SciencesPo); Mario Monti,senatore a vita e presidente Università Bocconi; Franco Vaccari,fondatore e presidente dell’Associazione Rondine Cittadella della Pace. Sabato e domenica l’Assemblea federale che tra l’altro eleggerà la nuova presidente femminile nazionale destinata ad affiancare il presidente maschile Pietro Giorcelli eletto l’anno scorso, secondo lo statuto che prevede la nomina “sfalsata” ad anni alterni dei due presidenti. “La nostra è una democrazia in evoluzione. Dobbiamo rendercene conto e interrogarci per comprendere quale direzione si stia prendendo e contribuire in maniera costruttiva a questa trasformazione. Ma per farlo occorre approfondire le dinamiche politiche, economiche e sociologiche di nazionalismi, europeismi, internazionalismi”, ci spiega la presidente femminile uscente Gabriella Serra, presentando al Sir l’appuntamento.
Come mai la scelta del termine “metamorfosi”?
Ci sembra quello che rende meglio il processo di trasformazione in corso dei nostri paradigmi democratici. Obiettivo del congresso è una presa di coscienza da parte di noi giovani studenti universitari di questa realtà sulla quale poter poi ragionare, ciascuno con la propria testa, per costruire ognuno un proprio pensiero critico. In un mondo “mediato” dai mezzi di comunicazione e dai social che riescono a veicolare e talvolta addirittura ad “imporre” un pensiero unico, non vogliamo dare una direzione univoca ma riuscire a far acquisire ai ragazzi la capacità di un proprio pensiero critico, soprattutto in vista delle elezioni europee del 26 maggio.
Tramite il confronto con esperti, il supporto di documenti e il confronto anche tra noi studenti, intendiamo offrire strumenti di conoscenza, analisi e capacità di discernimento per condurre ad una partecipazione responsabile al voto.
I lavori saranno introdotti da padre Federico Lombardi e Beatrice Covassi. Perché?
Quella di padre Lombardi è la voce di un cattolico autorevole, presenza importante per un’associazione come la nostra. Ci introdurrà nella tematica generale evidenziando le radici cristiane dell’Europa, da dove nasce il pensiero alla base di questo progetto. Covassi continuerà ad approfondire il tema dal punto di vista generale guidandoci alla giornata successiva nella quale si entrerà nello specifico con la tavola rotonda, vero centro del congresso, importante momento di confronto nel quale ampio spazio verrà riservato alla voce e alle domande dei ragazzi dai quali è venuta una forte richiesta di dialogo e interazione tra loro e con i tre partecipanti Letta, Monti e Vaccari.
La riflessione si articolerà su tre piste: politica, economica e sociologica.
Sì, strettamente collegate tra loro in un scenario generale molto ampio e non riducibile a nazionalismi, sovranismi o populismi. Limitarsi al nostro contesto interno sarebbe riduttivo: l’orizzonte è molto più ampio. Anche fermarsi all’Europa sarebbe stato riduttivo. Abbiamo scelto di muoverci a livello internazionale perché in un mondo sempre più interconnesso ogni avvenimento ha riscontri in ciò che viene vissuto in ogni singolo Stato. Dobbiamo prendere atto che solo l’orizzonte mondiale ci aiuta a comprendere la nostra realtà quotidiana, per la quale dobbiamo attrezzarci e della quale siamo chiamati a prenderci cura.
Che cosa rappresenta l’Europa per dei giovani come voi?
Certamente un’opportunità. Noi siamo cresciuti nell’Europa, non abbiamo conosciuto una situazione di non-Europa. Ce ne sentiamo parte, ma ci rendiamo conto che ci sono molte opinioni discordanti che non riescono a trovare un punto di incontro, spesso per mancanza di volontà di trovarlo. Eppure siamo convinti che, pur nella diversità di queste voci, sia assolutamente necessario trovare una mediazione.
Che valore ha oggi per la Fuci l’impegno per il bene comune?
Come cittadini e come cristiani non possiamo non avere a cuore il bene della “casa comune” in cui viviamo. Per questo tentiamo sempre di riportare al centro del nostro impegno il bene comune, il prendersi cura della persona e di tutto ciò che le ruota intorno, quindi anche della realtà che abitiamo. Si tratta fin dalle origini di uno dei pilastri della Fuci; tanto più importante oggi in una società sempre più individualista. È proprio spostando l’attenzione dall’io al noi che si costruisce la vera cittadinanza e si promuove il bene comune, cioè di tutti. Su questo dobbiamo concentrare le nostre energie perché il mondo che abiteremo anche nei prossimi anni lo costruiamo anche noi partendo dall’oggi.