Migranti morti in mare, Ripamonti: “Si agisca per salvare vite"
Appello alle istituzioni: “Non condanniamo all’invisibilità uomini e donne in cerca di una vita dignitosa. Ritorniamo a una politica che abbia una visione di governo ispirata al rispetto dei diritti umani”
“In questo giorno di lutto rivolgiamo un appello alle istituzioni nazionali e sovranazionali: non condanniamo all’invisibilità uomini e donne in cerca di una vita dignitosa. Ritorniamo a una politica che applichi le convenzioni internazionali, che abbia una visione di governo ispirata al rispetto dei diritti umani e che non lasci morire nell’indifferenza alcun essere umano”. Padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, esprime cordoglio per i migranti morti in mare mentre tentavano di raggiungere Lampedusa, su un’imbarcazione che trasportava circa 280 persone, partita dalla Libia tre giorni fa. Tre cadaveri, ricorda, sono stati trovati a bordo, mentre altri quattro sono deceduti sulla terraferma. Tutti vittime dell’ipotermia.
“In un momento cruciale per il Paese, per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, queste morti richiamano ai principi fondanti la nostra Costituzione che fa dell’Italia uno Stato in cui a ogni persona devono essere garantiti diritti e libertà fondamentali. - commenta padre Ripamonti - Si agisca per salvare vite creando vie di ingresso legali per i migranti che alle porte d’Europa chiedono di entrare in cerca di protezione, accoglienza e integrazione”.