Estate a scuola? Sì, no, forse, come
Mare d’inverno cantava Enrico Ruggeri, evocando spiagge vuote e ventose e gabbiani infreddoliti. “Scuola d’estate” gli fa eco il ministro della pubblica istruzione Bianchi (già che c’era perché non “Banchi?”).
Chi vuole, s’intende, senza togliere agli insegnanti i mesi di vacanza (chi dice siano due, chi tre, chi sostiene non lavorino mai fino alla pensione) per recuperare un po’ il maltolto dal Covid. L’intenzione è buona, le modalità operative ancora un po’ confuse. L’anno scolastico declina in attesa di esami che saranno in presenza e in assenza di preoccupazioni circa gli esiti che stavolta, se positivi, saremo contenti. Al mare ci si andrà poi. Chissà che dopo zone rosse, arancioni e gialle si vada tutti in bianco...