Droghe, Fict: “Si a riforma, ma a partire dalle persone e non dalle sostanze"
Il presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche, Luciano Squillaci, commenta le parole del Ministro Fontana sulla volontà di rivedere le norme sul consumo di stupefacenti. “Serve porre attenzione ai processi educativi che bisogna mettere in atto per accompagnare i giovani ad uscire dal loro disagio”
ROMA - "Ci sembra un segnale importantissimo che il Ministro Fontana parli della necessità di riformare una legge, quella sulla droga, ormai superata ed incapace di rispondere alle reali esigenze del territorio. Non vediamo però l'utilità del dibattito sulla "modica quantità". Il presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche, Luciano Squillaci, commenta così le parole del Ministro della Famiglia con delega alla Droga, Lorenzo Fontana, che il 16 febbraio in un'intervista al Corriere della Sera ha dettato l’agenda di governo per quanto riguarda le politiche legate al consumo di stupefacenti, dichiarando di voler “rivedere norme come la modica quantità”.
Secondo Squillaci, “il concetto di modica quantità è meramente giuridico e segna semplicemente il confine tra la punibilità e la non punibilità”. “Per noi che ci occupiamo di dipendenze patologiche – spiega il presidente della Fict - non esiste quantità modica o meno, e le persone che abusano di sostanze vanno aiutate, non punite, contrariamente ai mercanti di morte che, ovviamente, vanno fermati e severamente puniti. Del resto conosciamo bene i danni che le droghe, tutte le droghe, possono causare, e continuare a porre l'accento su questioni similari è fortemente fuorviante. E' un approccio che rimanda indietro nel tempo e che va superato".
Da tempo la Fict propone una “riscrittura” partecipata della legge 309/90, capace di superare approcci ideologici centrati sulla sostanza invece che sulla persona. ”Abbiamo bisogno di rimettere al centro delle politiche di contrasto alle dipendenze l'educazione e la prevenzione, elementi oggi svuotati di significato dopo anni di disimpegno politico ed istituzionale, di tagli alle risorse e messaggi ambigui e pericolosi - continua Squillaci -. Il problema non è la sostanza ma il disagio e la devianza che c’è a monte. Bisogna essere chiari e dare la giusta informazione. Chiediamo quindi al Ministro Fontana di porre attenzione ai processi educativi che bisogna mettere in atto per accompagnare i giovani ad uscire dal loro disagio, finanziando in modo consistente l’attività di prevenzione, piuttosto trascurata negli ultimi anni”. “La conferenza nazionale antidroga, assente dal 2009”- conclude il presidente Fict - “adeguatamente preparata con il coinvolgimento di tutti gli attori, può essere il tavolo dialogante e di confronto da cui ripartire”.