Dopo i disastri di inizio novembre. Sull'ambiente si gioca il futuro
I disastri che hanno colpito l'Italia a inizio novembre non sono casuali né inaspettati. Ci ricordano invece le implicazioni morali delle scelte politiche, economiche, personali che siamo chiamati ad assumere, come singoli e come parte di una comunità, per rispondere alla grave crisi socio-ambientale.
In questi trenta anni di vita della Fondazione Lanza, la questione ambientale ha assunto una crescente rilevanza per l'umanità.
Cosa significa abitare l’etica, e in particolare l’etica ambientale? Cosa significa farlo in un tempo in cui la specie umana non si limita più ad adattarsi all’ambiente, ma ne opera un’attiva trasformazione, su scala globale? Seguire tali domande conduce in realtà a interrogarsi su quali sono i valori di fondo che, come persone e come collettività, poniamo alla base del nostro agire. A chiedersi quali livelli di responsabilità siamo disposti ad assumerci, per consentire un’esistenza dignitosa a tutti coloro che vivono sul pianeta oggi e anche alle future generazioni.
Sono domande che accompagnano fin dall’inizio la riflessione sull’etica ambientale, ma che oggi hanno assunto una radicalità e un’urgenza nuova. Proprio in questi trenta anni di vita della Fondazione Lanza, infatti, la questione ambientale ha assunto una crescente rilevanza. Abbiamo scoperto sempre meglio la profondità dell’intervento umano sulla natura e le sue risorse; abbiamo compreso che la drammaticità delle conseguenze, che investono direttamente la vita delle persone: tutte le persone e le comunità che vivono oggi sulla Terra casa comune, ma anche le future generazioni. Sono tanti gli ambiti interessati da tale fenomeno: si pensi al mutamento climatico, alla perdita di biodiversità, al degrado del suolo, all’inquinamento dell’aria e dell’acqua…
Abbiamo ancora negli occhi le immagini di quanto avvenuto nei giorni di Ognissanti, a seguito di eventi meteorologici estremi che hanno flagellato molte regioni italiane, provocando distruzione e morte. Eppure tali avvenimenti sono solo gli ultimi di una lunga serie: sono tanti gli episodi che in questi mesi e anni hanno colpito il nostro Paese, a seguito del progressivo aumento della temperatura media globale.
Sono sempre più evidenti dunque le implicazioni morali delle scelte politiche, economiche, personali che siamo chiamati ad assumere, come singoli e come parte di una comunità, per rispondere alla grave crisi socio-ambientale. Si tratta di risignificare profondamente tanto le nostre relazioni con l’ambiente, quanto i legami di solidarietà tra le persone a livello intra e intergenerazionale. Occorrono allora scelte politiche volte a ricercare soluzioni efficaci attraverso il dialogo, la trasparenza, la partecipazione oltre la ricerca immediata del consenso.
Scelte economiche e tecniche orientate alla creazione e alla conservazione di capitale umano e naturale, in modo che la ricchezza duri nel tempo.
Scelte di vita personali e comunitarie capaci di intraprendere nuovi comportamenti e stili di vita nel segno della sobrietà e della condivisione.
In questo contesto l’impegno della Fondazione Lanza attraverso il lavoro di ricerca dei suoi progetti “Etica, filosofia e teologia” ed “Etica e politiche ambientali” è stato principalmente rivolto a un paziente lavoro di comprensione e di discernimento della questione ambientale. Essa, infatti, è oggi l’espressione più evidente della crisi etica e culturale – prima ancora che socio-economica – della nostra società, quale l’ha esaminata anche papa Francesco nell’enciclica Laudato si’.
Proprio questo testo evidenzia al contempo che un tale impegno di riflessione non è certamente terminato: la crisi ambientale, così complessa e pervasiva, richiede una rinnovata e più forte capacità di orientare e motivare l’urgenza del cambiamento. Dalle scelte che sapremo assumere in questi prossimi anni dipenderà gran parte del futuro delle nostre società.
Matteo Mascia, coordinatore progetto Etica e politiche ambientali
Simone Morandini, coordinatore progetto Etica, filosofia e teologia