Alcune note a margine dell'avvicendamento al ministero di Viale Trastevere
La novità e l’entusiasmo dei nuovi protagonisti della politica scolastica e universitaria dovrebbe portare alla ricerca di soluzioni compatibili.
Lucia Azzolina è ufficialmente la nuova ministra dell’Istruzione. Ha giurato il 10 gennaio al Senato nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Con lei, a giurare, il nuovo ministro dell’Università e della Ricerca – Il Miur viene così “scorporato” – Gaetano Manfredi.
I due nuovi ministri sostituiscono Lorenzo Fioramonti, dimessosi perché in disaccordo con la politica del governo di cui ha fatto parte, sostanzialmente “per un atto di coerenza”, come ha spiegato, legato alla richiesta – disattesa – di maggiori fondi per l’Istruzione. Richiesta che vale tuttora, a dire la verità, poiché il problema dell’investimento nel sistema scolastico e formativo da parte del governo – e del sistema Paese –, sia pur tenuto conto delle tante necessità diverse della politica, è questione di fondo che l’Italia si trascina da tempo. E’ vero che la scuola italiana, in particolare, è bravissima a fare di necessità virtù e nonostante si trovi spesso in emergenza sa funzionare anche bene, talvolta tirando fuori dal cilindro magico vere e proprie sorprese. Tuttavia l’avvicendamento a Viale Trastevere non può essere l’archiviazione di un tema decisivo come quello sollevato dall’ex ministro 5 Stelle. Piuttosto la novità e l’entusiasmo dei nuovi protagonisti della politica scolastica e universitaria dovrebbe portare alla ricerca di soluzioni compatibili, tenendo la barra fissa su una convinzione: investire nel mondo scolastico vuol dire guardare al futuro, preparare un Paese migliore.
Questo affrontando di volta in volta i “nodi” tutt’altro che semplici disseminati sul terreno. La nuova Ministra Azzolina ha dichiarato subito impegno e passione (in continuità, tra l’altro, con l’incarico di sottosegretaria che già ricopriva), spiegando che “la scuola ha bisogno di cura, di semplificazione, di rapidità nelle decisioni, di visione. E di concretezza: farò in modo che il Ministero torni ad essere un punto di riferimento operativo per le scuole. Daremo supporto a chi tutti i giorni sta nelle segreterie, negli uffici di dirigenza, nelle classi e spesso deve correre dietro alla burocrazia, ai ricorsi, alle disfunzioni del sistema. Soprattutto metterò gli studenti al centro di ogni mia decisione. La scuola è per loro”.
Bene. Tra i diversi impegni prioritari che ha declinato poco dopo il giuramento, Azzolina ha poi inserito l’emergenza docenti – tra concorsi in arrivo, chiamate dei supplenti e in particolare la formazione degli insegnanti di sostegno – insieme alla necessità di informare maggiormente gli studenti su due argomenti che li riguardano da vicino: esami di maturità ed Educazione civica.
Si tratta infatti di mettere mano alle novità annunciate nei mesi scorsi. Per la maturità – spiega Azzolina – “entro fine mese pubblicheremo le materie della seconda prova” e soprattutto “lavoreremo all’ordinanza sugli Esami”, per semplificare, fornire una risposta ai dubbi che stanno emergendo sugli ultimi cambiamenti annunciati. “Penso – ha aggiunto – alla scomparsa delle ormai famose buste all’orale. Voglio che i ragazzi abbiano tutte le informazioni di cui hanno bisogno”.
E l’Educazione civica (con l’escursione in quella ambientale voluta da Fioramenti)? “Alle scuole serve chiarezza. Produrremo le necessarie linee guide”.
Ci sono poi altri punti elencati dalla Ministra, che non dimentica l’emergenza, ad esempio, dell’edilizia scolastica. Insomma, ha ben chiaro di essere entrata in un cantiere. Permanente.