Yemen, in sette anni di guerra tutto è peggiorato: i più colpiti donne e bambini
Sono oltre 4 milioni gli sfollati interni e più di 20 milioni le persone che hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria. Le cifre del disastro umanitario sono state rese note dal team di Medici senza frontiere che ha attivo nel paese il più grande intervento in una zona di conflitto. “La guerra è diventata tristemente normale”
In sette anni di guerra non è cambiato niente, anzi è peggiorato tutto. Sono oltre 4 milioni gli sfollati interni e più di 20 milioni le persone che hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria. Le cifre del disastro umanitario in Yemen sono state rese note dal team di Medici senza frontiere che ha attivo nel paese il più grande intervento in una zona di conflitto. Una guerra dimenticata, che continua però ad avere un impatto enorme sulla popolazione. Mancano i beni di prima necessità, dal cibo all’ acqua potabile e l’accesso alle cure mediche è seriamente compromesso.
“La maggior parte della popolazione vive grazie agli aiuti - spiega Federica Ferraresi, capo missione di Msf da Sana’a - il paese ancora non vede la luce. Manca tutto. Secondo l’ente delle Nazioni Unite che monitora la regione negli ultimi 3 mesi c’è stato un incremento del 50% dei feriti e del 75% degli sfollati. A Marib, inoltre, abbiamo registrato il 44 per cento in più di severità dei disturbi psicologici: quella psicologica è una malattia dormiente, latente, ma che sta scavando ferite profonde che non potranno essere mai colmate”.
Negli anni del conflitto gli attacchi indiscriminati non hanno risparmiato la popolazione e le strutture civili. Il sistema sanitario è al collasso, mancano i farmaci e gran parte delle strutture sanitarie è ormai inutilizzabile. I soggetti più vulnerabili sono donne e bambini: nelle ultime settimane le équipe di Msf hanno registrato nel Governatorato di Marib un aumento del 66 per cento delle visite mediche a bambini e un ritorno di malattie ormai dimenticate quali colera, morbillo o malattie diarroiche, nonché problemi psicologici. Una situazione resa ancor più grave dalla pandemia da Covid 19. “Anche qui in Yemen stiamo uscendo dalla quarta ondata - aggiunge Ferraresi -. Il Covid è stato un ulteriore fattore in grado di complicare una situazione già gravemente deteriorata a livello sanitario. La copertura vaccinale, inoltre, è bassissima”.
Nella zona di Marib i team di Medici senza frontiere forniscono cure mediche di base con 8 cliniche mobili e supportano l’ospedale “nella gestione del paziente critico in pronto soccorso e in terapia intensiva” spiega Enrico Nessi, medico dell’organizzazione. “I pazienti che arrivano presentano un livello di criticità altissimo. Le risorse che abbiamo sono limitate - spiega - Ad oggi circa il 50% delle strutture sanitarie non è più funzionante. Negli ospedali funzionanti il personale non riceve più il salario e si è interrotta la formazione. La guerra ha preso il sopravvento come una pandemia”.
Tra i soggetti fragili e più colpiti ci sono i bambini. “La malnutrizione continua a colpire come prima, molti muoiono di morbillo - sottolinea Roberto Scaini, per anni capo missione di Msf in Yemen -. L’altra piaga dimenticata nel paese è quella della migrazione, delle persone che arrivano dal Corno d’Africa: sono i miseri in un paese misero, rimangono intrappolati nelle varie fazioni. Negli anni purtroppo è peggiorato tutto: la guerra è diventata tristemente normale”.