Ucraina, 2 anni senza pace. Più di 10.500 civili uccisi e quasi 20 mila persone ferite. “Infanzia distrutta”

Le associazioni fanno il punto a due anni (24 febbraio) dall’inizio del conflitto. Sant’Egidio: “Oltre 5 milioni di sfollati interni e si affievolisce il flusso degli aiuti umanitari”. Le ong: “42 civili uccisi e feriti al giorno”. Unicef: “Metà dei giovani fra i 13 e i 15 anni ha difficoltà a dormire e 1 su 5 ha pensieri intrusivi e flashback; tre quarti dei bambini e giovani rivela di aver bisogno di sostegno emotivo o psicosociale”

Ucraina, 2 anni senza pace. Più di 10.500 civili uccisi e quasi 20 mila persone ferite. “Infanzia distrutta”

“Siamo a due anni dall’inizio del conflitto in Ucraina, con i combattimenti che proseguono provocando nuove vittime e nuove distruzioni. In questo triste anniversario non dimentichiamo il dramma che stanno vivendo milioni di ucraini, un’emergenza che si aggrava giorno dopo giorno, con oltre 5 milioni di sfollati interni mentre si affievolisce il flusso degli aiuti umanitari. L’eternizzazione della guerra provoca paradossalmente anche questo: una mobilitazione internazionale più debole rispetto a quella che invece, nei primi mesi del conflitto, era riuscita a fare arrivare in Ucraina un ingente sostegno”. A ricordare i due anni di guerra è Sant’Egidio, presente nel Paese da trent’anni con comunità composte da cittadini ucraini, che in questi due anni, pur condividendo le sofferenze, le paure, i disagi di tutta la popolazione, hanno realizzato un’estesa rete di aiuti umanitari.
Ogni settimana migliaia di pacchi alimentari sono consegnati alle famiglie di sfollati e inviati nelle regioni meridionali e orientali del Paese, più esposte alle azioni belliche, raggiungendo in due anni circa 330 mila persone. Tutto ciò è reso possibile da una catena di solidarietà che parte dall’Italia e da altri paesi europei e che non può interrompersi finché dura il conflitto.

Nel centro di coordinamento delle iniziative umanitarie di Sant’Egidio, realizzato a Leopoli, vicino al confine con la Polonia, sono giunti finora dall’Italia e da diversi Paesi europei 127 carichi di aiuti umanitari, pari a 2 mila tonnellate, per un valore complessivo di oltre 23 milioni di euro. Cibo, abbigliamento, coperte, prodotti per l’igiene personale, ma anche medicinali e materiale sanitario. Da Leopoli Sant’Egidio ha spedito farmaci, anche salvavita, a 209 strutture sanitarie, 90 amministrazioni locali, 54 istituti per bambini, anziani e disabili e numerosi centri di accoglienza per profughi anche nelle aree più remote del Paese. La stima delle persone che hanno usufruito di questi aiuti sanitari è di circa 2 milioni.

Anche a Milano prosegue la solidarietà, per costruire reti di pace, con gli ucraini: anche nel mese di febbraio 2024 sono state attivate raccolte di medicinali, grazie alla collaborazione di diverse farmacie ambrosiane. Continua inoltre l'accoglienza di alcuni profughi, con inserimento alla scuola e al lavoro, che hanno scelto di restare a Milano.
“L’Ucraina ha bisogno di pace e la solidarietà ne tiene viva la speranza, quando tutto intorno parla di morte – afferma la Comunità di Sant’Egidio -. Per alimentarla c’è bisogno di un sostegno largo e generoso, che non può indebolirsi ma al contrario deve rafforzarsi: a due anni dall’inizio della guerra non dimentichiamo l’Ucraina, perché l’aiuto umanitario, ne siamo convinti, è realizzare già da oggi un pezzo di pace e di futuro. Chiunque voglia contribuire al sostegno della popolazione civile ucraina può farlo visitando www.santegidio.org ”.

Domani, sabato 24 febbraio, secondo anniversario di guerra, la Comunità di Sant’Egidio terrà anche una Liturgia per la Pace alle 19.30, nella chiesa di San Bernardino (via Lanzone 13, Milano; M2 Sant'Ambrogio), a cui parteciperanno profughi accolti a Milano.

Save the Children. 42 vittime civili al giorno

­“A due anni dall'escalation del conflitto in Ucraina, più di 10.500 civili sono stati uccisi, tra cui 587 bambine e bambini, e quasi 20 mila persone sono state ferite, mentre i continui bombardamenti, le mine e gli attacchi dei droni hanno lasciato una generazione traumatizzata, sfollata e spaventata per la propria vita. Si tratta di una media di 42 civili uccisi e feriti al giorno, da quando il conflitto si è intensificato, e gli ultimi mesi sono stati particolarmente letali. E’ quanto dichiarano 51 membri della Piattaforma delle ONG umanitarie in Ucraina, tra cui Save the Children. Il gruppo, composto da organizzazioni locali e internazionali che lavorano nel Paese, chiede “l'immediata protezione dei civili” e ricorda agli Stati membri le promesse fatte per affrontare i drammatici bisogni umanitari della popolazione in Ucraina.

Più dell'87% delle persone uccise, ovvero 9.241, sono vittime di armi esplosive, mentre molti hanno subito conseguenze che hanno drammaticamente cambiato le loro vite, come la perdita di arti o della vista. Si ritiene che il numero sia ampiamente sottostimato, poiché le Nazioni Unite continuano a verificare le cifre. Allo stesso tempo, anche le persone lontane dalla linea del fronte, in Ucraina, hanno bisogno di sostegno per ricostruire le loro vite e riprendersi.
"Mia figlia sta crescendo nel seminterrato - racconta Sviatlana. Lei e la figlia di 7 anni hanno deciso di rimanere a Kherson, una zona sottoposta a pesanti bombardamenti -. Il periodo più lungo che abbiamo passato al buio senza elettricità è stato di un mese e mezzo, e ora quando c'è un blackout cerco di scherzare con mia figlia: "Cos'è un giorno, abbiamo già avuto di peggio. Adesso c'è solo da aspettare e sopravvivere. È solo una bambina e vuole giocare al parco giochi all’aperto, ma non può lasciare il seminterrato".

Afferma Save the Children: “Due anni di ripetuti combattimenti hanno distrutto vite, case e mezzi di sussistenza, lasciando 14,6 milioni di persone, tra cui quasi 3 milioni di bambini, nel disperato bisogno di assistenza umanitaria in tutta l'Ucraina. Quasi l'80% delle persone bisognose di aiuto necessita anche di supporto per la propria salute mentale. Solo nel 2022, il livello di povertà in Ucraina è quintuplicato passando dal 5 al 24%. A causa delle violenze in corso, circa 4 milioni di persone sono ancora sfollate all'interno dell'Ucraina e più di 5,9 milioni sono state costrette a fuggire nei Paesi vicini [6]. Anche se il 67% degli sfollati interni dichiara di voler tornare, un giorno, a casa, molti non sono in grado di farlo perché la guerra ha distrutto le loro comunità e i loro mezzi di sostentamento. Molti sfollati faticano a integrarsi nelle loro nuove comunità, dove è difficile trovare lavoro e alloggio. Le donne rappresentano il 58% degli sfollati interni e hanno più probabilità degli uomini di essere disoccupate e di dipendere dagli aiuti umanitari. I gruppi vulnerabili sono colpiti in modo sproporzionato dalla guerra in corso. Le disuguaglianze esistenti, tra cui quelle che colpiscono i bambini, i Rom, le persone LGBTQIA+, gli anziani e le persone con disabilità, sono destinate ad aumentare nel lungo periodo, poiché gli effetti della crisi si sommano alle esigenze specifiche”.

"Mentre la guerra continua, la vita è ben lontana dalla normalità. I civili vivono quotidianamente sotto la minaccia di missili e granate, che continuano a colpire aree civili popolate, seminando morte e distruzione, sia nelle zone vicine alla linea del fronte che in quelle più distanti - ha dichiarato Joanna Garbalinska, direttrice della Piattaforma delle ONG umanitarie in Ucraina -. La Piattaforma umanitaria delle ONG in Ucraina chiede che tutti gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili cessino immediatamente, in particolare nelle aree urbane densamente popolate, in quanto possono costituire gravi violazioni del diritto internazionale umanitario. I civili devono sempre essere protetti dalla violenza. La giornata di oggi segna una triste pietra miliare della guerra in Ucraina. Mentre i combattimenti entrano nel terzo anno dall'escalation, le agenzie umanitarie in Ucraina ricordano agli Stati membri le promesse fatte per affrontare la crisi. Oggi il sostegno umanitario è più necessario che mai. Finanziamenti di lungo periodo a sostegno degli sforzi umanitari e per il recupero - con la società civile ucraina in prima linea - sono fondamentali per la sicurezza dei civili e per il futuro dell'Ucraina".

Unicef: i bambini hanno trascorso fino a 5.000 ore – pari a 7 mesi – in rifugi antiaerei 

Negli ultimi due anni, i bambini nelle città che si trovano in zone in prima linea nei combattimenti in Ucraina sono stati costretti a trascorrere dalle 3.000 alle 5.000 ore – ovvero da 4 a 7 mesi – rifugiati in seminterrati e in stazioni sotterranee della metropolitana mentre risuonavano gli allarmi antiaerei. Lo rende noto l’Unicef, secondo cui dall’escalation della guerra nel febbraio 2022, gli attacchi senza sosta – con circa 3.500 allarmi antiaerei nelle regioni di Zaporizhzhia e Kharkiv e di quasi 6.200 nella regione di Donetsk – hanno avuto un impatto devastante sulla salute mentale dei bambini e sulla loro capacità di apprendere efficacemente.

“Negli ultimi due anni 579 bambini ucraini sono stati uccisi e 1.284 bambini sono stati feriti; 3,3 milioni di bambini dell’Ucraina hanno bisogno di assistenza umanitaria”.

I mesi invernali sono stati particolarmente terribili per i bambini, che a migliaia si sono rifugiati in scantinati freddi e umidi, mentre l'escalation di attacchi ha lasciato molte famiglie senza riscaldamento, accesso all'acqua ed elettricità.

“La guerra in Ucraina ha distrutto l’infanzia e ha devastato la salute mentale e la capacità di apprendimento dei bambini - ha dichiarato Catherine Russell, Direttrice generale dell’Unicef -. I bambini hanno vissuto due anni di violenza, isolamento, separazione dalle famiglie, perdita di persone care, sfollamento, l’interruzione dell’istruzione e dell’assistenza medica. Hanno bisogno che quest’incubo finisca. I continui bombardamenti lasciano poche opportunità ai bambini ucraini di riprendersi dall'angoscia e dal trauma associati agli attacchi. Ogni sirena e ogni esplosione portano ulteriore ansia. L'istruzione è un pilastro di speranza, opportunità e stabilità nella vita dei bambini, ma continua a essere interrotta o fuori portata per milioni di bambini ucraini".

Le conseguenze psicologiche della guerra fra i bambini sono diffuse. Secondo i dati di un sondaggio, metà dei giovani fra i 13 e i 15 anni ha difficoltà a dormire e 1 su 5 ha pensieri intrusivi e flashback – manifestazioni tipiche di disordini da stress post traumatico. Tre quarti dei bambini e giovani fra i 14 e i 34 anni ha recentemente affermato di aver bisogno di supporto emotivo o psicosociale, ma meno di un terzo ha ricercato aiuto.

I genitori in Ucraina segnalano elevati livelli di ansia, paura eccessiva, fobia e tristezza, oltre a una diminuzione del coinvolgimento scolastico, della sensibilità ai rumori forti e dei disturbi del sonno tra i bambini. In un momento in cui il sostegno dei genitori è più necessario, la metà dei genitori intervistati dichiara di avere difficoltà a supportare i propri figli.

Nel paese, il 40% dei bambini dell’Ucraina non può accedere a un’istruzione continuativa a causa della mancanza di strutture. Nelle aree più vicine alla linea dei combattimenti, metà dei bambini in età scolare non può accedere all’istruzione. Gli ultimi dati mostrano che la portata delle lacune di apprendimento riscontrate nel 2022 rispetto al 2018 equivale a una perdita di due anni in lettura e di un anno in matematica.

Dall’escalation della guerra due anni fa, l’Unicef ha ampliato il suo lavoro in Ucraina e attualmente è presente a Kiev, Leopoli, Odessa, Dnipro, Poltava, Mykolaiv e Kharkiv per fornire assistenza umanitaria e supporto essenziale a bambini e famiglie.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)