Sul barcone con la sedia a rotelle: tra i salvati da Ocean Vicking anche due minori disabili

Hanno 10 e 15 anni, patologie fisiche e mentali. Sono scappati dalla Libia per curarsi. La responsabile del team medico: “Il ponte della nave non è un luogo adatto alla loro condizione, hanno bisogno di cure specifiche”. Viaggiano con altre 570 persone, tra cui 183 minori

Sul barcone con la sedia a rotelle: tra i salvati da Ocean Vicking anche due minori disabili

Un viaggio di ore, sotto il sole e senza cibo, seduto sulla sua sedia a rotelle. Quando i soccorritori della Ocean Viking si sono avvicinati per il soccorso hanno visto tra i migranti anche questo ragazzo, con una grave disabilità fisica e mentale, che viaggiava insieme ai genitori e ai tre fratelli. Erano partiti qualche giorno prima dalla Libia, loro terra natale, per cercare un futuro in Europa e provare ad assicurare cure mediche per Mohamed (nome di fantasia), che ora ha 15 anni. Ora sono tra i 572 naufraghi a bordo della nave umanitaria di Sos Mediterranée, che aspettano di poter sbarcare in un luogo sicuro.
In totale i minori sono 183, oltre a Mohamed c’è anche un altro ragazzo con difficoltà fisiche e mentali di appena 10 anni. “Fanno entrambi parte del soccorso del 1 luglio scorso - spiega a Redattore Sociale Francisca, responsabile del team medico a bordo -. Il ragazzo in sedia a rotelle fortunatamente viaggia con la famiglia, ma la madre ha altre tre bambini di cui occuparsi. Inoltre, il ponte della nave su cui si vive e si dorme, non ha un pavimento adatto alla sua sedia a ruote, quindi i movimenti sono molto limitati”. A questo si aggiunge il problema della nutrizione “che è normalmente un problema per i minori, in questo caso lo è particolarmente perché il cibo non è adatto alle sue capacità di masticazione”. Anche l’altro bambino di dieci anni, ha diversi problemi sia fisici che cognitivi: “Non è in sedia a rotelle ma ne avrebbe bisogno, perché ha difficoltà a muoversi. Ha anche meno capacità di interagire con le persone intorno”, aggiunge la responsabile del team medico. 

Sono entrambi libici e viaggiano con le famiglie. Avrebbero bisogno di essere curati in un centro specializzato, cosa che non era possibile nel loro paese. “Le loro famiglie ci hanno raccontato di aver lasciato la Libia per diverse ragioni, ma anche per assicurare ai figli delle cure mediche adatte- conclude Francisca. In generale la situazione delle 572 persone è stabile, ma ci sono diversi casi da tenere sotto controllo. Tra i naufraghi c’è anche una donna incinta di otto mesi. “Stiamo fornendo assistenza a tutti ma non si può andare troppo oltre. Alcuni sono stati ore in mare, senza cibo, sotto il sole: il viaggio è stato difficile, cerchiamo di rendere tutto confortabile ma è necessario che siano sbarcati in un porto sicuro”. 

I più vulnerabili tra i vulnerabili, i migranti con disabilità sono i più esposti a rischi e pericoli. Quello dei due ragazzi con disabilità salvati in mare da Ocean Viking non è, infatti, un caso isolato. L’Alto Commissariato Onu per i rifugiati ne parla come un fenomeno preoccupante, e in crescita, legato anche all'emergenza da Covid-19, che sta portando i migranti con vulnerabilità a cercare di arrivare in Europa via mare. "Negli ultimi mesi continua il trend in aumento di persone con disabilità che arrivano con via mare, non solo dalla Libia - spiega la portavoce per l'Italia Chiara Cardoletti -. E’ fondamentale che le persone in fuga, in particolare quelle che si trovano in situazione di vulnerabilità, possano accedere a canali di ingresso sicuri per ottenere protezione, affinché la disperazione non li spinga ad intraprendere questi viaggi rischiosissimi. Unhcr continua a lavorare nei luoghi di arrivo per assicurare che le persone con esigenze specifiche, come questi due bambini, ricevano il prima possibile l’assistenza di cui hanno bisogno”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)