Studiare converrebbe… L'istruzione migliora l'occupabilità quasi per tutti
Raggiungere la laurea ha avuto un effetto premiante più per gli adulti che per i giovani.
Non è vero che per trovare lavoro studiare non conta, almeno non è vero per tutti. Periodicamente si sente circolare l’opinione che raggiungere un alto livello di istruzione non aiuta a migliorare l’occupabilità. Sistematicamente ci sono statistiche che confutano la convinzione.
Anche questa volta a supporto delle maggiori opportunità nella ricerca di occupazione per le persone che hanno conseguito un titolo maggiore, in confronto alle altre, l’Istat pubblica un nuovo Rapporto su “Livelli di istruzione e ritorni occupazionali”. A volte però si rileva che l’istruzione migliora l’occupabilità per molti, ma non per tutti.
Dall’indagine si confermano alcune tendenze. Innanzitutto gli italiani in media hanno un livelllo più basso di istruzione degli altri europei: solo il 61,7% di coloro, che hanno tra i 25 e i 64 anni coloro, ha conseguito almeno un titolo di studio secondario superiore (il diploma di maturità) contro il 78,1% della media europea. La situazione peggiora se si considerano i laureati: in Italia ce ne sono meno del 20%, pochi in confronto a più del 30% che si raggiunge nel resto d’Europa. Così si può trarre una prima osservazione. Il nostro capitale culturale è debole e questo a regime influirà sulla qualità delle proposte di lavoro.
Una seconda tendenza che conferma il rapporto è la maggiore crescita del livello di istruzione femminile rispetto a quello maschile: le diplomate sono il 63,8% e le laureate sono il 22,1% contro il 59,7% e appena il 16,5 dei maschi. Un altro segnale positivo è la crescita del grado di istruzione raggiunto dai giovani tra i 25 e i 34 anni sono il 75,9% i diplomati e il 27,8% dei laureati.
Proprio la laurea offre il “vantaggio occupazionale” maggiore rispetto agli altri titoli. Si legge nel rapporto: “il premio dell’istruzione – inteso come maggiore occupabilità al crescere dei livelli di istruzione – è pari a 18,4 punti nel passaggio dal titolo secondario inferiore al titolo secondario superiore e a 10,2 punti nel confronto tra quest’ultimo e il titolo terziario”.
Quindi studiare conviene per trovare lavoro. Solo che dall’indagine appare un altro elemento. Raggiungere la laurea ha avuto un effetto premiante più per gli adulti che per i giovani, perché considerando gli stessi passaggi il vantaggio occupazionale diventa di 13 punti nel passaggio tra il livello d’istruzione basso a quello medio e di 8,9 punti tra il medio e l’alto. Insomma ai giovani conviene, ma conviene meno.
Molto probabilmente perché il mercato del lavoro italiano è ancora immaturo per accogliere anche un numero minimo di laureati. E questo è un grave problema per il Paese.