Sirene, urla, folla: la guerra per gli ucraini con autismo e disabilità

Aggiornamenti dalla Casa della Misericordia, la struttura per persone con disabilità sostenuta dalla fondazione Don Gnocchi: “Tutti al piano terra, giorno e notte, per poter scendere in rifugio al suono delle sirene, sempre più frequenti. Impatto durissimo per minori con disabilità mentale e cognitiva e disturbi dello spettro autistico”

Sirene, urla, folla: la guerra per gli ucraini con autismo e disabilità

La palazzina ha quattro piani, quasi cinque, ma “si usa solo il piano terra, giorno e notte, da quando è iniziato il conflitto. Gli spazi sono stati riorganizzati per l'emergenza, in modo da essere pronti per scendere in rifugio appena suonano le sirene antiaeree, come è successo con sempre maggior frequenza negli ultimi due giorni”: è quanto ci riferisce la fondazione Don Gnocchi, a cui Redattore Sociale chiede costantemente aggiornamenti sulla Casa della Misericordia, in Ucraina. “La struttura è una palazzina di quattro piani, con un quinto piano in fase di ultimazione. La Fondazione Don Gnocchi negli anni infatti ha cofinanziato interventi di ammodernamento infrastrutturale, per garantire la piena accessibilità della struttura. Sono state realizzate pedane, scivoli ed è stato costruito un ascensore”.

Ora, però, si può stare solo al piano terra:30 minori con disabilità risiedono ancora qui, insieme a tre persone dello staff e 40 adulti con bambini. “Facciamo i conti con un grave problema della mobilità, chiaramente gravissimo per persone con disabilità motoria in questa situazione emergenziale. Altrettanto grave e preoccupante è l’impatto su persone e soprattutto minori con disabilità mentale e cognitiva, soprattutto su chi soffre di disturbi dello spettro acustico: parliamo di bambini e ragazzi che sono particolarmente sensibili ai rumori forti, come sirene e urla, così come alla folla. In questo momento, sono costretti a rifugiarsi per molte ore al giorno in ambienti affollati, sconosciuti, bui, accampati anche in 30 in una stanza. Dalla Casa, ci raccontano di bambini che per la paura non vogliono assolutamente scendere in rifugio e hanno delle crisi. La situazione è difficilissima, per tutti ma per questi bambini ancor di più”. A questo, naturalmente, si aggiunge la grande paura: “Altre strutture civili in altre parti del Paese sono state colpite, non possiamo mettere a repentaglio l’incolumità delle persone all’interno della struttura favorendone la geolocalizzazione”: è il motivo per cui non possiamo fornire ulteriori dettagli sulla struttura e sulla sua collocazione.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)