Segretari comunali, ce ne sono ancora troppo pochi

Tassello fondamentale, anche se spesso poco “visibile”, per la macchina amministrativa, questa figura è assente in 120 Comuni del Veneto. Alcune amministrazioni ce l’hanno in condivisione per far fronte all’emergenza, ma a rimetterci, alla lunga, sono i cittadini

Segretari comunali, ce ne sono ancora troppo pochi

Parla di emergenza il sindaco di Tribano Massimo Cavazzana riferendosi alla carenza di segretari comunali che interessa diversi Comuni del territorio, divisi tra attenzione al bilancio e un limitato numero di professionisti in attività. Figura spesso non nota – almeno per quanto riguarda la sua importanza – il segretario comunale è un elemento fondamentale per un ente pubblico, avendo la funzione di supervisore della legittimità degli atti e di coordinatore delle diverse attività amministrative. Inoltre, in qualità di pubblico ufficiale cura la verbalizzazione delle riunioni ed è garante dell’imparzialità, dell’anticorruzione e della trasparenza dell’azione amministrativa. Cavazzana – da alcuni mesi vicepresidente nazionale di Anci – ha portato la situazione all’attenzione del presidente Gaetano Manfredi, per poter giungere prossimamente alla sottoscrizione di un documento condiviso da tutti i sindaci interessati da questo problema. Contestualmente il senatore Antonio De Poli intende portare la questione all’attenzione del Governo con un’interrogazione parlamentare. Data la geografia politica del Veneto, l’attenzione si focalizza principalmente sulla terza fascia della categoria, che comprende anche i professionisti al loro primo incarico. «La spesa da sostenere per la loro attività è di circa 80 mila euro all’anno, decisamente proibitiva per i piccoli paesi – illustra Cavazzana – Dato ciò, in tempi recenti è stato permesso a questi segretari di seguire uno o più Comuni con un cumulativo di abitanti passato da tremila a cinquemila. In un contesto come quello della nostra Regione, dove la maggior parte degli enti ha una popolazione di poco inferiore a questa cifra, l’operazione non ha portato benefici: un segretario può lavorare sempre in un solo Comune». Per sopperire a tali difficoltà i 29 Comuni padovani (degli oltre 120 in Veneto) privi del segretario ricorrono così a un professionista a scavalco, ovvero a colui che, già raggiunto il tetto massimo, presta temporaneamente servizio anche in altre realtà più piccole. «Con questo metodo alcuni segretari assistono anche cinque enti in più di quanti ne potrebbero effettivamente seguire. Loro ricevono un ulteriore introito economico ma, data la mole di lavoro, finiscono per gestire male le operazioni interne ai Comuni, portando quest’ultimi a cambiare spesso il professionista» illustra Cavazzana. Per cercare di aggiustare la situazione diverse sono le proposte avanzate: «Chiediamo un’estensione della terza fascia a diecimila abitanti, pur mantenendo per singolo Comune il limite dei cinquemila cittadini. Così un segretario potrebbe avere due comuni che si dividerebbero la spesa totale, alleviata anche dall’agevolazione statale per i professionisti neofiti. Per quest’ultimi, comunque assai pochi rispetto all’effettiva necessità, è necessaria l’attivazione del tutoraggio, già previsto ma spesso non attuato, senza il quale vediamo la nuova risorsa lasciata sola impiegare più tempo nell’eseguire i compiti rispetto a un collega con esperienza. Il rischio è di mettere in crisi l’attività del Comune, soprattutto ora che dobbiamo ai cittadini risposte concrete su vari temi, come il Pnrr e il sociale. Chiediamo, inoltre, sia l’apertura del concorso per permettere agli iscritti da tre anni in terza fascia di poter avanzare nella successiva, sia l’introduzione del part-time così da poter seguire più amministrazioni rimanendo sotto la soglia massima consentita di popolazione». Oltre a quanto concerne le difficoltà nella stabilità della figura del segretario, il sindaco Cavazzana denuncia anche un deficit di risorse umane in municipio, argomento sul quale concorda anche il primo cittadino di Agna Stella Vegro: «I piccoli Comuni al loro interno hanno delle aree operative molto ampie che comportano per i singoli uffici un lavoro ingente, mitigabile proprio dalla presenza del segretario, che supervisiona le varie attività. Siamo fortunati ad avere del personale competente, anche se l’essere un po’ sotto organico può portare a una dilatazione delle tempistiche per il rilascio, per esempio, della documentazione richiesta dal cittadino, al quale chiediamo di pazientare e di comprendere come questa attesa non sia dovuta alla mancanza di volontà degli uffici». Per il futuro l’amministrazione guarda alla stipula di una convenzione con altri municipi per la condivisione del segretario: «Dovremo attendere però la giusta occasione in termini economici – conclude Vegro – Si potrebbe pensare a un segretario per 8 o 12 ore settimanali, situazione comunque non soddisfacente, se rapportata al lavoro che tale figura deve svolgere. Solo a questa condizione però potremmo rientrare in una convenzione sostenibile economicamente». Un segretario a scavalco lo ha anche San Pietro Viminario, il cui primo cittadino Nicolas De Zuani evidenzia l’utilità anche per l’operato della stessa giunta: «Senza si rischia di perdere occasioni importanti, come alcuni bandi, dei quali con la competenza del segretario si può valutare l’utilità per un piccolo Comune anche in termini di documentazione necessaria da produrre. Soprattutto i nuovi sindaci hanno bisogno di una guida esperta che li possa accompagnare negli aspetti più tecnici e legislativi; la mancanza di tale figura può avere effetti indiretti anche sugli stessi cittadini».  

Una situazione critica per molti Comuni italiani
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«A marzo 2024 – si legge nella lettera inviata dall’Anci al ministro dell’interno Piantedosi – delle 2.196 sedi di Comuni di fascia C, fino a tremila abitanti, solo 261 risultano coperte, vacanti invece quasi il 90 per cento. Mentre a fronte di 535 sedi di fascia A, i Comuni con più di 65 mila abitanti, risultano essere 1.003 i segretari iscritti all’albo, il doppio del fabbisogno».

I 29 padovani

Sono 120 i Comuni nel Veneto che non possono godere della figura del segretario comunale. Di questi 29 sono nella provincia di Padova: Agna, Anguillara Veneta, Arre, Arzergrande, Bagnoli di Sopra, Baone, Bovolenta, Campodoro, Casale di Scodosia, Castelbaldo, Cinto Euganeo, Granze, Lozzo Attestino, Masi, Piacenza d’Adige, Pontelongo, Pozzonovo, Rovolon, Saccolongo, San Pietro in Gu, San Pietro Viminario, Sant’Elena, Terrassa Padovana, Tribano, Urbana, Veggiano, Vescovana, Villa Estense, Vo’.

Riccardo Rocca

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