Rashed si ribella allo sfruttamento: ora è stato assunto a tempo indeterminato
Ha un lieto fine la storia di Rashed, l’operaio bengalese che si è ribellato alle condizioni di lavoro in una pelletteria di Campi Bisenzio (Fi) ed è stato cacciato di casa dal titolare della stessa. Rashed da qualche giorno, grazie all’impegno del sindacato, è stato ricollocato in un’altra pelletteria del territorio
Ha un lieto fine la storia di Rashed, l’operaio bengalese che si è ribellato alle condizioni di lavoro in una pelletteria di Campi Bisenzio (Fi) ed è stato cacciato di casa dal titolare della stessa. Rashed da qualche giorno, grazie all’impegno del sindacato, è stato ricollocato in un’altra pelletteria del territorio, con un contratto a tempo indeterminato. “Ringraziamo questa azienda, che preferisce restare anonima”, dice Alessandro Picchioni di Filctem Cgil. Rashed ha risolto anche il suo problema abitativo: ora vive con un connazionale, in una soluzione trovata grazie all’aiuto di associazioni impegnate nell’integrazione. La Filctem Cgil sta fornendo a Rashed anche assistenza legale: si pensa a un ricorso per sfruttamento lavorativo contro la pelletteria da cui è venuto via. “Questa vicenda insegna che occorre un modello che faccia emergere le denunce sulle condizioni di lavoro, nell’interesse dei lavoratori, delle aziende in regola e dell’intero sistema moda”, conclude Picchioni.
La vicenda è iniziata quando Rashed ha detto basta a lavorare più ore del dovuto, senza ferie né festività, con una paga concordata inferiore a quella contrattuale. Quando ha comunicato al titolare della fabbrica di voler lavorare solo per le ore effettivamente pagate, questi gli ha intimato di andare via dalla casa dove lo faceva abitare, con altri lavoratori, in cessione di fabbricato. Rashed quindi si è rivolto, denunciando la situazione, alla Filctem Cgil che a sua volta ha riportato quanto denunciato, facendo le dovute segnalazioni, agli organi competenti e ha chiesto all’azienda di regolarizzare l’intercorso rapporto di lavoro.