Nel 2020 il 43% delle famiglie non è riuscita a risparmiare. Verso una ulteriore stretta sulle spese
Covid e lockdown, i dati dell’indagine di Nomisma e Crif. Chi è riuscito a risparmiare (il 57% del totale degli intervistati) lo ha fatto non senza difficoltà. Mutui, affitti e utenze preoccupano. E per il 2021 gli italiani si dichiarano pronti a comprimere o addirittura a rinunciare a molte delle spese non strettamente necessarie
L’attuale clima di insicurezza dovuto all’instabilità della situazione politica, al susseguirsi dei Dpcm per il contrasto alla diffusione del Covid-19 e all’incertezza legata al piano vaccinazioni, rende le famiglie italiane dubbiose sui progetti futuri e la pianificazione delle spese per questo nuovo 2021. È quanto emerge grazie all’Osservatorio “The World After LOCKDOWN” di Nomisma e CRIF, che ormai da quasi un anno analizza in maniera continuativa l’impatto della pandemia Covid-19 sulle vite dei cittadini, grazie al coinvolgimento di un panel omnibus di 1.000 italiani (18-65 anni).
Il bilancio del 2020
Nell’ultimo semestre del 2020 il 43% delle famiglie italiane non è riuscita a risparmiare: per il 24% questa è una situazione nuova rispetto al passato, mentre il restante 19% dichiara che la difficoltà è strutturale e non dipende solo dalla crisi sanitaria.
Chi è riuscito a risparmiare (il 57% del totale degli intervistati) lo ha fatto non senza difficoltà, spesso facendo fronte a stento ad alcune voci di spesa o rimandando alcune spese. Tra le altre spese affrontate a fatica, in primis ci sono le utenze: un quarto degli italiani negli ultimi sei mesi ha avuto difficoltà a far fronte ai pagamenti delle bollette (25% contro il 34% del primo semestre).
Anche il canone di affitto della abitazione rappresenta una tipologia di spesa che ha riscontrato crescenti difficoltà nella puntualità dei pagamenti. Se nel primo mese di Lockdown la percentuale di chi si era trovato in difficoltà a garantire il pagamento del canone mensile era pari al 25% di chi vive in affitto, a inizio maggio tale quota era salita al 33% dei locatari, mentre nell’ultimo semestre la situazione sembra in miglioramento, riducendo al 16% le famiglie in difficoltà nel sostenere tale voce di spesa.
Anche il rimborso delle rate di mutui e finanziamenti è fonte di preoccupazione: 4 italiani maggiorenni su 10 hanno un contratto di finanziamento in corso, di questi, il 20% dichiara di aver rimborsato le ultime rate dell’anno con una certa difficoltà (era il 17% nel primo semestre 2020). Proprio per tale ragione, molti hanno dovuto rivedere le proprie posizioni, ad esempio beneficiando della moratoria per la sospensione del rimborso delle rate. Malgrado questo il tasso di default del credito alle famiglie è ancora contenuto, al di sotto del 2%.
Le prospettive per il 2021
La maggioranza delle famiglie (il 64% del totale) conta di riuscire a risparmiare nel 2021, anche se gran parte di queste (58%) non è intenzionata ad effettuare investimenti quest’anno.
In molte famiglie il timore è quello di non riuscire, nemmeno per quest’anno, ad affrontare con serenità alcune spese ricorrenti: in primis canoni di affitto (il 27% degli affittuari si dice abbastanza preoccupato) e utenze (il 38% mostra qualche perplessità o è addirittura si sente esposto al rischio di non riuscire a pagare regolarmente le bollette).
Allo stesso tempo, tale scenario di incertezza ha fatto nascere l’esigenza di proteggersi e tutelarsi maggiormente: il 5% degli italiani dichiara di avere intenzione di incrementare - rispetto a prima dell’arrivo dell’emergenza sanitaria – il ricorso a strumenti finanziari, come la sottoscrizione di polizze assicurative. La previsione che vede ampliarsi il ricorso a servizi banking o insurance, sembra legata alla maggiore attenzione per la tutela del proprio futuro e della propria salute: il 14% ha intenzione di aumentare la spesa per investimenti in fondi pensione e il 17% per polizze sanitarie integrative.
Gli italiani continuano a ridurre e rimandare le spese...
Non conoscendo i tempi per un pieno ritorno alla ‘normalità’, per meglio gestire questa fase di incertezza gli italiani si dichiarano pronti a comprimere o addirittura a rinunciare a molte delle spese non strettamente necessarie: il 36% degli intervistati quest’anno prevede di risparmiare sui consumi fuori casa, il 36% anche sui trasporti pubblici e il 35% su viaggi e vacanze (anche se un ulteriore 34% ha intenzione di incrementare il budget per questa voce di spesa – lo confermano i dati del Rapporto Coop in collaborazione con Nomisma).
Ma i cittadini sembrano orientati a privarsi anche di alcuni momenti di relax, ad esempio riducendo lo shopping per abbigliamento e scarpe (29%) o stringendo la cinghia anche sui servizi alla persona come estetista e parrucchiere (23%) o baby-sitter (5%). Da quanto emerge dall’indagine, anche le spese per casa e auto subiranno un rallentamento: il 15% delle famiglie prevede di spendere di meno per la manutenzione della propria abitazione e il 24% per l’auto. Ci sono però alcuni ambiti per cui le famiglie non sono disposte a scendere a compromessi: è il caso dell’educazione dei figli (meno del 10% delle famiglie ridurrà questa voce di spesa), la spesa alimentare (solo il 15% la ridurrà ma il 14% la incrementerà) e quella necessaria per la tutela della salute (il 21% incrementerà la spesa per visite e medicinali).
Rispetto agli acquisti di beni: nel 2021 1 italiano su 4 dichiara di voler acquistare prodotti high tech (PC, smartphone e tablet), mentre il 19% programma l’acquisto di grandi elettrodomestici come frigorifero, lavatrice, lavasciuga, forno. Gli acquisti di beni di lusso o dell’abitazione verranno invece rimandati dai più a tempi migliori (circa l’80% esclude tassativamente di fare questi investimenti nel corso del 2021).