Nasce a Padova, in zona Palestro, un ambulatorio popolare autogestito

A Padova in piazza Toselli nel quartiere Palestro un gruppo di giovani medici, psicologi, studenti e cittadini sta dando vita a un ambulatorio popolare autogestito. 

Nasce a Padova, in zona Palestro, un ambulatorio popolare autogestito

Uno spazio dove chiunque, indipendentemente da documenti, possibilità economiche o condizione sociale, potrà ricevere cure. «L’idea dell’ambulatorio è nata due anni fa, all’interno di un percorso di assemblee cittadine sul tema della salute – spiega Damiano Andreazza, referente del progetto e membro dell’Assemblea salute e cura di Padova – Gli incontri con i cittadini avevano lo scopo di ragionare sul modello di cura della salute dei nostri corpi che è spesso incentrato sul profitto, sulla presa in carico delle problematiche di salute solamente da un punto di vista biologico e tecnico. Un modello che non rende accessibili percorsi di salute mentale e che cura in modo differente le persone sulla base di razza, genere e possibilità economiche». L’ambulatorio popolare autogestito vuole rappresentare una risposta per i cittadini in un Veneto che sempre più vede crescere la privatizzazione del sistema sanitario lasciando senza cure moltissime persone. «Al servizio – prosegue Andreazza – potranno rivolgersi persone in difficoltà socioeconomiche e che non possono accedere al Sistema sanitario nazionale. Grazie alla collaborazione con Quadrato meticcio, società sportiva dilettantistica impegnata nell’integrazione sociale e radicata nel territorio, è stato messo a disposizione uno spazio che permetterà al progetto di prendere forma. Palestro è un quartiere in cui, da alcuni anni, sta lavorando una realtà dal basso che, attraverso lo sport popolare e attività come il recupero alimentare e il doposcuola, crea comunità e si prende cura del quartiere». «L’ambulatorio popolare autogestito – conclude Damiano Andreazza – vuole rappresentare una risposta alla crisi della sanità che viviamo ma non è un’estensione del Sistema sanitario nazionale. Piuttosto un’alternativa accessibile, fondata sulla solidarietà e sulla resistenza alle dinamiche di esclusione e potere che spesso si riscontrano nei luoghi istituzionali».

Per realizzare il progetto attivata una raccolta fondi

Già nelle prossime settimane nell’ambulatorio sarà attivato un servizio di ascolto e supporto psicologico, ma perché il progetto si concretizzi completamente è necessaria la collaborazione di tutti e per questo è stata lanciata una campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso – prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation – con l’obiettivo di raccogliere 5 mila euro. I fondi serviranno ad attrezzare lo spazio e ad avviare l’attività, attraverso l’acquisto di arredi, materiali e strumenti medici essenziali.

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