Migranti, via le quote per decreto flussi e modifiche su espulsioni
Alla Camera prosegue il dibattito sulla conversione in legge del decreto Immigrazione. Tolto il tetto massimo di ingresso per motivi di lavoro. La Lega insorge, il Pd parla di modifiche di buonsenso. Miraglia (Arci): “Un passo avanti, ma non basta. Di certo così si sottrae una quota di persone ai trafficanti”
Saranno abolite le quote massime di ingresso per i lavoratori stranieri stabilite dai decreti flussi. Lo prevede un emendamento presentato dal Partito Democratico (primo firmatario Stefano Ceccanti) approvato dalla Commissione Affari costituzionali della Camera durante la discussione della conversione in legge del Decreto Immigrazione.
Secondo quanto previsto dalla legge Turco-Napolitano, infatti, gli ingressi per lavoro sono regolati da un documento programmatico triennale, vengono poi emessi decreti flussi annuali entro il 30 novembre. In mancanza di una programmazione, il Governo ha facoltà di emettere un decreto flussi ma nei limiti delle quote stabilite dall’ultimo. Questa norma dunque decade. L’iniziativa ha suscitato diverse polemiche politiche. La Lega parla di una sanatoria mascherata, mentre il Pd difende la misura parlando di una maggiore flessibilità nei numeri e nelle decisioni.
Chi grida al rischio invasione, però, è fuori strada, chiarisce Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione di Arci e portavoce del Tavolo Asilo. “Dal 2011 le persone non possono più entrare in Italia per lavoro regolarmente se non attraverso quote ridicole e così spesso si chiede asilo per ottenere un permesso di soggiorno. Vie regolari alternative non ci sono - spiega- . E quindi questo è un primo passo. La cancellazione delle quote, però, non risolve il problema dell’ingresso regolare, che prevede comunque un tetto definito dall'incrocio di domanda e offerta di lavoro a livello planetario. Le persone che arrivano, inoltre, devono già avere un lavoro - aggiunge -. Certamente è una buona modifica, in questo modo si sottrae a chi lucra sugli ingressi irregolari e ai trafficanti una quota di persone. Se le persone potranno entrare regolarmente per lavoro, nonostante il criterio dell’incrocio della domanda e offerta rimanga inalterato, è sicuramene positivo. Dopodiché si dovrebbe introdurre anche il permesso per ricerca lavoro e il principio dello sponsor e dell’autosponsor, secondo alcuni criteri”.
Tra le altre modifiche introdotte il raccordo tra gli articoli 5 e 19 del decreto, che prevede il divieto di espulsione nel caso in cui il migrante sia sottoposto nel paese a trattamenti inumani e degradanti e non siano rispettati i criteri previsti dalle convenzioni internazionali. “Siamo contenti che Governo e maggioranza stiano modificando in maniera significativa le riforme introdotte per motivi elettorali da Salvini che hanno creato un aumento di irregolari sul territorio- continua Miraglia -. Certo, maggiore coraggio avrebbe portato ad abolire definitivamente quei decreti e a un risultato più adeguato per il paese”.