Migranti, la denuncia: “Così la Lega cerca di tornare ai decreti Salvini”

Secondo alcuni esperti, giuristi, associazioni, tra cui il Forum Per Cambiare l’ordine delle cose le modifiche proposte al decreto sulle ong avrebbero come obiettivo ripristinare i vecchi dl sicurezza

Migranti, la denuncia: “Così la Lega cerca di tornare ai decreti Salvini”

Gli emendamenti al decreto n.1 del 2023, il cosiddetto decreto ong, voluto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, punterebbero a far tornare i decreti sicurezza di Salvini. Lo denunciano alcuni esperti, giuristi e associazioni, tra cui il Forum Per cambiare l’ordine delle cose. Per Gianfranco Schiavone, componente del direttivo del Forum e membro di Asgi: “già la sentenza della Corte costituzionale n. 22 del 2013 ha escluso la possibilità di inserire nella legge di conversione di un decreto legge emendamenti che non siano del tutto estranei all'oggetto e alle finalità del testo originale”. E poi ancora: “lo stesso orientamento è stato seguito da altre quattro sentenze della Corte. E, dunque, non basta riportare nell’oggetto degli emendamenti una previsione generica come quella di gestione dei flussi migratori per inserire ciò che si vuole”. Perciò tutti gli emendamenti a firma Iezzi e altri sono palesemente inammissibili, perché fuoriescono chiaramente dal perimetro dell’oggetto del decreto”.

Nello specifico, infatti, alcuni deputati della Lega stanno provando a introdurre articolati di legge che puntano a rendere ancora più difficile la concessione dei permessi di soggiorno per i richiedenti asilo, e persino più difficoltosi i ricongiungimenti familiari, dato che si prevede l’aumento del reddito minimo richiesto del 50 per cento per ogni membro della famiglia. A conti fatti, per esempio, un migrante che vorrebbe far venire in Italia una moglie e due figli dovrebbe dimostrare un reddito annuo di 24.000 euro. 

Non soltanto. Le previsioni dei deputati leghisti puntano a diminuire le risorse per la formazione e i percorsi lavorativi dei migranti. Nei fatti, secondo il Forum, si introducono le norme già previste dai Decreti Sicurezza, cancellando la cosiddetta protezione speciale, che renderebbe irregolari oltre 100mila persone che vivono e lavorano nel nostro paese, oltre che mettendo a rischio di rimpatrio migliaia di richiedenti asilo, che rischiano di subire gravissime discriminazioni nei loro paesi di origine.  

Il giurista Gianfranco Schiavone, componente del direttivo del Forum, spiega che “già la sentenza della Corte costituzionale n. 22 del 2013 ha escluso la possibilità di inserire nella legge di conversione di un decreto legge emendamenti che non siano del tutto estranei all'oggetto e alle finalità del testo originale”. E poi ancora: “lo stesso orientamento è stato seguito da altre quattro sentenze della Corte. E, dunque, non basta riportare nell’oggetto degli emendamenti una previsione generica come quella di gestione dei flussi migratori per inserire ciò che si vuole”. Perciò tutti gli emendamenti a firma Iezzi e altri sono palesemente inammissibili, perché fuoriescono chiaramente dal perimetro dell’oggetto del decreto”.

Secondo Schiavone: “come affermato anche dalla relazione tecnica che accompagna il disegno di legge di conversione, l’intervento normativo è volto, in primo luogo, a declinare le condizioni in presenza delle quali le attività svolte da navi che effettuano interventi di recupero di persone in mare possono essere ritenute conformi alle convenzioni internazionali e alle norme nazionali in materia di diritto del mare”. E invece, conclude: “queste proposte emendative sono volte a riscrivere in maniera molto significativa anche il d.lgs n. 286 del 1998. Sia la sentenza della Corte Costituzionale n.32 del 2014, che gli stessi regolamenti parlamentari prescrivono che la legge di conversione non si può aprire a qualsiasi contenuto ulteriore”. 

“Pensiamo che sia sempre più urgente sottrarre le migrazioni alla propaganda, alla mistificazione e alla strumentalizzazione, praticando una politica di buon senso e buon governo che risponda alle esigenze storiche e politiche del maggiore fenomeno contemporanee” aggiunge Giovanna Cavallo, attivista e componente del direttivo del Forum: “Per questo, come organizzazioni della rete del Forum, pretendiamo che vengano supportati realmente  uomini e donne, i cui progetti migratori sono rivolti all’Europa per motivi di lavoro, per motivi di studio, per raggiungere famiglie. Bisogna abrogare questo Decreto e tutelare i bisognosi di protezione internazionale”. E, nel frattempo, conclude Cavallo: “ci appelliamo ai presidenti delle Commissioni Affari Costituzionali e Trasporti perché oggi pomeriggio dichiarino non ammissibili gli emendamenti presentati attraverso un vero e proprio blitz dai deputati leghisti, un colpo basso alla Costituzione che ha l’unico obiettivo di restringere ancora di più i diritti dei migranti”. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)