Migranti, Mediterranea si difende: “Macchinazione surreale contro di noi”
L’ong italiana parla di teorema giudiziario in riferimento all’inchiesta aperta dalla procura di Ragusa che ipotizza un accordo di natura commerciale dietro un trasbordo di migranti avvenuto a settembre. “Obiettivo di questa operazione è creare quella ‘macchina del fango’ che tante volte abbiamo visto in azione nel nostro paese"
“Le accuse sono pesanti, ma in realtà puntano a colpire la pratica del soccorso civile in mare che Mediterranea promuove dal 2018, attraverso la sua compagnia armatoriale, Idra social shipping, che fornisce all’associazione la nave di ricerca e soccorso e cura la gestione degli equipaggi”. Con queste parole, in una nota rilasciata in serata, l’ong Mediterranea saving humans replica alle accuse avanzate dalla procura di Ragusa. Secondo l’inchiesta, aperta ieri, ci sarebbe stato “un accordo di natura commerciale” tra la società armatrice Idra sociale shipping e la Maersk Etienne. L’accusa è quella di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare e di violazione del Codice della navigazione. L’episodio risale al 12 settembre, quando dalla nave commerciale di proprietà danese, adibita al trasporto bestiame furono trasferite le 27 persone salvate sulla nave italiana Mare Jonio, dopo un mese di stallo. In seguito a questo trasbordo la società italiana avrebbe ricevuto una somma di 125mila euro. Secondo quanto riportato da Repubblica, la causale del bonifico sarebbe per servizi portuali.
“La Procura della Repubblica di Ragusa ha coordinato perquisizioni effettuate da decine e decine di agenti in tutta Italia, in abitazioni, sedi sociali, e sulla nave Mare Jonio. Il Procuratore di Ragusa, ha più volte esternato pubblicamente la sua crociata contro le Ong arrivando a sostenere che ‘bisogna che non passi l’idea che sottrarre i migranti dalle mani dei libici possa essere una cosa consentita’ - sottolinea Mediterranea nella nota -. Quello di oggi è un vero e proprio ‘teorema giudiziario’, in cui si ipotizza che le attività di soccorso e salvataggio siano preordinate allo scopo di lucro. La ‘macchinazione’ ipotizzata è talmente surreale da rendere evidente quale sia il primo e vero obiettivo di questa operazione: creare quella ‘macchina del fango’ che tante volte abbiamo visto in azione nel nostro paese, dal caso di Mimmo Lucano alle inchieste di questi giorni contro chi pratica la solidarietà ai migranti che attraversano la rotta balcanica, e sparare a zero contro chi come noi non si rassegna al fatto che da inizio gennaio ad oggi siano già centinaia le donne, uomini e bambini lasciati morire nel Mediterraneo, e si contino già a migliaia i catturati in mare e deportati nei campi di concentramento libici, finanziati con i soldi dell’Unione Europea e dell’Italia. Le perquisizioni cercano “prove” perché in realtà l'accusa, nonostante migliaia di ore di intercettazioni telefoniche e ambientali, si fonda solo su congetture che si scioglieranno presto come neve al sole”.
L’ong ricorda che la vicenda in esame riguarda il soccorso prestato ai 27 naufraghi della Maersk Etienne che da 38 giorni erano abbandonati in mezzo al mare tra Malta e Lampedusa, a bordo della portacontainer che li aveva tratti in salvo. “Fu definito la 'vergogna d’Europa' quel disumano abbandono, il più lungo stand – off che si ricordi per dei naufraghi che in teoria, secondo ciò che impongono le Convenzioni Internazionali, avrebbero dovuto raggiungere ‘tempestivamente’ un porto sicuro - continua la nota -. Idra social shipping non ha mai fatto nulla di illegale e lo dimostrerà presto nelle sedi competenti. E Mediterranea non si fermerà a causa di questo attacco, triste e prevedibile, e continuerà ad essere in mare, lì dove i crimini che vengono commessi e sono quelli di strage, tortura, stupri, sevizie”.
In queste ore arrivano anche i primi attestati di solidarietà all’ong italiana. “Mediterranea e le altre ong presenti nel Mediterraneo e in altre parti del mondo, spesso teatri di conflitti e migrazioni”, dichiara Riccardo De Facci, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca), “rappresentano la parte più nobile e a noi vicina dell’impegno a restare umani, necessario nel momento in cui il Mediterraneo si è trasformato in una tomba per troppi esseri umani. È grazie a loro che per tanti migranti il viaggio non diventa tragedia. Da sempre siamo amici e solidali con molte delle persone che hanno dato vita alla bella e importante esperienza di Mediterranea, con loro abbiamo marciato per la difesa dei diritti delle persone più vulnerabili e per obiettivi comuni di cambiamento sociale. Conosciamo quindi il loro valore, la loro onestà e la loro adesione alla causa umanitaria e gli enormi rischi che si assumono per cercare di salvare vite umane. Mediterranea, con la sua azione di accoglienza e solidarietà, è diventata nel tempo un patrimonio di questo paese. Rispettando il percorso della magistratura di Ragusa, sentiamo perciò la necessità di ribadire la nostra vicinanza agli amici e compagni di strada di Mediterranea, sicuri della loro passione, forza e coraggio.”