Le donne soffrono di più l'ansia da pandemia, ma sono più ligie alle regole

Lo rileva uno studio presentato su lavoce.info da Vincenzo Carrieri (Università 'Magna Grecia’), Maria De Paola (Università della Calabria) e Francesca Gioia (Università degli Studi di Milano)

Le donne soffrono di più l'ansia da pandemia, ma sono più ligie alle regole

"Le donne sembrano soffrire più degli uomini gli effetti della pandemia. Sono più preoccupate per il rischio contagio e per le ricadute economiche, tanto che ne risente il loro benessere psicofisico. Ma sono anche più pronte a rispettare le regole". È quanto emerge da uno studio presentato oggi su lavoce.info da Vincenzo Carrieri (docente all'Università 'Magna Grecia’ di Catanzaro), Maria De Paola (docente all'Università della Calabria) e Francesca Gioia (ricercatrice all'Università degli Studi di Milano) sulle conseguenze della pandemia.

"Da un'indagine svolta su un campione di studenti universitari del Sud Italia (circa 2mila)- si legge nell'articolo- sembrerebbe che le donne soffrano maggiormente l'attuale emergenza a prescindere dalla condizione occupazionale e dalla presenza di figli. Tra le domande poste agli studenti ve ne sono alcune volte a capire il loro stato d'animo rispetto all'emergenza sanitaria. Non desta sorpresa scoprire che il 63 per cento degli studenti dica di sentirsi nervoso, il 54 per cento di essere preoccupato per la propria salute e il 91 per cento di esserlo per quella dei suoi cari". Le donne "mostrano maggiore preoccupazione e nervosismo rispetto agli uomini. Mentre non vi è grande differenza riguardo alla preoccupazione per la salute dei propri cari, ce n'è una sostanziale nello stato di nervosismo e di preoccupazione per la propria salute".

Nelle risposte fornite dagli studenti a domande che indagano il loro stato di benessere psicofisico nel periodo di lockdown emerge che le donne ne hanno subito maggiormente i costi psicologici. "Circa il 30 per cento degli studenti che ha partecipato all'indagine- continuano gli studiosi- dice di sperimentare problemi di concentrazione, il 35 per cento disturbi alimentari, il 38 per cento disturbi del sonno, il 30 per cento di avere scarso interesse e di non provare piacere nelle cose che fa. Il disagio espresso dalle donne è anche in questo caso maggiore. Ad esempio, il 50 per cento di loro dice di soffrire di disturbi del sonno, contro il 30 per cento degli uomini. Il 42 per cento afferma di avere scarsa energia, contro il 30 per cento circa degli uomini".

Anche sui comportamenti futuri rispetto alle norme di distanziamento sociale e di protezione individuale si riscontra una differenza di genere. "I dati mostrano l'intenzione di attenersi abbastanza strettamente alle regole- si legge ancora- In una scala da 0 a 100, la media è sempre sopra a 80. Anche in questo caso, però, si riscontra una differenza di genere, con le donne più propense degli uomini a osservare tutte le norme di distanziamento sociale (restare a casa il più possibile, mantenere distanza di almeno due metri, evitare eventi sociali, evitare abbracci e strette di mano) e più inclini a indossare le mascherine e a lavarsi spesso le mani. La differenza permane anche quando controlliamo per gli indicatori di benessere psico-fisico a nostra disposizione e per il grado di preoccupazione per la propria salute".

Così concludono gli autori dello studio: "Dalla nostra analisi sembrerebbe dunque che le donne, più degli uomini, risentano delle difficoltà derivanti dall'attuale crisi e che loro, più degli uomini, sarebbero disposte ad attenersi alle norme necessarie per contenere il contagio. Nonostante ciò, come discusso da Alessandra Casarico e Salvatore Lattanzio su questo sito, dal 4 maggio sono soprattutto gli uomini a tornare a lavorare, così quel disagio già forte che le donne percepiscono potrebbe ulteriormente ampliarsi".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)