Lavoro in Italia, ampia la distanza dall'Ue: 3,8 milioni di posti sotto la media
Rapporto "Il mercato del lavoro" del ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal. "Per raggiungere il tasso di occupazione della media Ue15 l'Italia dovrebbe avere circa 3,8 milioni di occupati in più". Gap riguarda soprattutto i lavori qualificati e i settori sanità, istruzione e pubblica amministrazione
ROMA - "Nonostante la crescita dell'occupazione negli ultimi anni, rimane ampia la distanza dell'Italia dall'Ue15. Per raggiungere il tasso di occupazione della media Ue15 (nel 2017 pari a 67,9%, contro il 58,0% di quello italiano) il nostro paese dovrebbe avere circa 3,8 milioni di occupati in più. Il gap occupazionale italiano riguarda soprattutto i lavori qualificati e i settori sanità, istruzione e pubblica amministrazione". E' la fotografia scattata dal rapporto "Il mercato del lavoro", elaborato da ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal.
Secondo il rapporto la ripresa dei livelli di input di lavoro, "a ritmi meno intensi, prosegue con una crescita occupazionale "a bassa intensità lavorativa'": se il numero di persone occupate recupera il livello del 2008, la quantità di lavoro utilizzato è ancora inferiore. Nella media dei primi tre trimestri del 2018 rispetto ai corrispondenti del 2008, il Pil è del 3,8% al di sotto del livello pre-crisi e le ore lavorate del 5,1%. Per colmare il gap mancano ancora poco meno di 1,8 milioni di ore e oltre un milione di unità di lavoro a tempo pieno.
"Le diverse analisi - si legge - descrivono un quadro che esprime un elevato potenziale di sviluppo del mercato del lavoro, insieme a criticità che la ripresa economica degli ultimi anni ha solo in parte attenuato. Da un lato emergono evidenze di un miglioramento, in cui fattori di fondo – demografici e sociali, di selezione interna e risposte ai mutamenti tecnologici delle imprese – e di più breve periodo hanno contribuito a una prolungata ripresa; dall’altro permane un’ampia area d’inoccupazione e sottoccupazione, di disallineamenti formativi e di basso livello delle qualifiche, che si intrecciano con l’acuirsi degli squilibri territoriali". (DIRE-RS)
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