Lavoro, ecco come il Covid ha condizionato il 2020. +16,6% di infortuni mortali

I dati Inail: denunce di infortunio in calo nel 2020 (-13,6%). In controtendenza il settore “Sanità e assistenza sociale” (fino a +750% a novembre). Sono 1.270 i casi mortali (+16,6%). Calano le denunce di malattia professionale: sono 45.023 (-26,6%)

Lavoro, ecco come il Covid ha condizionato il 2020. +16,6% di infortuni mortali

Nella sezione “Open data” del sito Inail sono disponibili i dati analitici delle denunce di infortunio – nel complesso e con esito mortale – e di malattia professionale presentate all’Istituto entro il mese di dicembre. Nella stessa sezione sono pubblicate anche le tabelle del “modello di lettura” con i confronti “di mese” (dicembre 2019 vs dicembre 2020) e “di periodo” (gennaio-dicembre 2019 vs gennaio-dicembre 2020).

Gli open data pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, spiega l’Inail, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di “punte occasionali” e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2020.
Nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento.

Il confronto tra il 2020 e il 2019 risente principalmente di alcuni fattori che hanno fortemente condizionato l’andamento infortunistico dell’anno scorso, dichiara l’Inail: la sospensione su tutto il territorio nazionale tra il 9 marzo e parte del mese di maggio, ai fini del contenimento dell’epidemia da nuovo Coronavirus, di ogni attività produttiva considerata non essenziale, la contemporanea chiusura dei plessi scolastici e la difficoltà incontrata dalle imprese nel riprendere la produzione a pieno regime nel periodo post-lockdown, che si sono tuttavia rivelati determinanti solo per il calo delle denunce di infortunio in complesso, e l’inclusione, a partire dalla rilevazione del marzo 2020, delle denunce di infortunio relative alle infezioni da Covid-19 avvenute nell’ambiente di lavoro o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa e in itinere, alle quali sono dedicati specifici comunicati mensili, che ha avuto un impatto significativo sull’andamento dei decessi finora registrati, che risultano per questo motivo in deciso aumento.

Denunce di infortunio

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di dicembre sono state 554.340, in diminuzione di oltre 87mila casi rispetto alle 641.638 del 2019 (-13,6%). Il calo si è registrato pur in presenza nel 2020 delle denunce di infortunio sul lavoro a seguito dei contagi da Covid-19 segnalate all’Inail fino al 31 dicembre, che rappresentano circa un quarto del totale delle denunce di infortunio pervenute, e di una ripresa degli infortuni nell’ultima parte dell’anno. A influenzare la flessione è stato, infatti, solo l’andamento registrato nei primi nove mesi del 2020 (-21,6% rispetto all’analogo periodo del 2019), mentre nell’ultimo trimestre 2020 si registra un incremento delle denunce del 9,1%, rispetto all’analogo trimestre del 2019.

I dati rilevati al 31 dicembre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un decremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 540.733 a 492.123 (-9,0%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro, che registrano un calo percentuale più sostenuto, pari al -38,3%, da 100.905 a 62.217. Mentre per questi ultimi il segno è rimasto negativo sia nei primi tre trimestri (-37,1%) che nell’ultimo (-42,2%), per gli infortuni in occasione di lavoro si passa dal -18,6% del periodo gennaio-settembre al +18,0% di quello ottobre-dicembre.

Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati nel 2020 è diminuito su base annua del 2,8% nella gestione Industria e servizi (dai 501.496 casi del 2019 ai 487.369 del 2020), del 19,6% in Agricoltura (da 32.692 a 26.287) e del 62,1% nel conto Stato (da 107.450 a 40.684). L’analisi di periodo conferma decrementi per tutte e tre le gestioni nei primi tre trimestri, mentre nell’ultimo trimestre dell’anno solo l’Industria e servizi presenta un segno positivo (+31,1%), sintesi di un +45,6% per gli infortuni in occasione di lavoro e di un -40,7% per quelli in itinere.

Tra i settori economici della gestione Industria e servizi, il settore Ateco “Sanità e assistenza sociale” si distingue per il forte incremento delle denunce di infortunio in occasione di lavoro durante quasi tutto l’anno: +206% su base annua (dai più di 27.500 casi del 2019 agli oltre 84.000 del 2020), con punte di oltre il +750% a novembre e tra il +400% e il +500% a marzo, aprile, ottobre e dicembre, nel confronto con i mesi dell’anno precedente. Solo a gennaio e nel periodo estivo si rilevano decrementi compresi in un intervallo tra il -5% e il -17%. Nel 2020, inoltre, quasi i tre quarti delle denunce di questo settore hanno riguardato il contagio da Covid-19.

La gestione Agricoltura, a parte un incremento registrato a febbraio (+2,6%), ha presentato cali infortunistici in tutti gli altri mesi del 2020, come anche la gestione Conto Stato che, tranne un modesto +0,1% rilevato a gennaio, negli altri mesi ha mostrato sempre decrementi significativi rispetto al 2019. Per quest’ultima gestione il calo maggiore si è avuto tra marzo e giugno (-93%), dalle oltre 41.500 denunce del 2019 alle 2.800 del 2020, per effetto dell’utilizzo della prestazione lavorativa in modalità agile da parte della quasi totalità dei dipendenti statali durante il primo lockdown e dell’assenza degli studenti nelle scuole/università statali, che sono state chiuse per evitare il propagarsi del contagio. La diminuzione si è poi attenuata nel periodo estivo, per riprendere più decisamente nell’ultimo trimestre (-64%).

Tra gennaio e dicembre del 2020 l’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese. Questa flessione risulta decisamente più contenuta nel Nord-Ovest (-4,1%) e più accentuata al Centro (-19,3%), nelle Isole (-18,8%), al Sud (-17,3%) e nel Nord-Est (-16,5%). Le regioni con il minore decremento annuale sono la Lombardia (-6,3%), la Campania (-6,8%) e la Liguria (-8,2%), mentre quelle con cali maggiori sono la Calabria (-27,7%), l’Umbria (-25,2%) e il Molise (-24,8%). La Valle d’Aosta, il Piemonte e la provincia autonoma di Trento sono le uniche regioni che nel 2020 presentano rispetto all’anno precedente un incremento delle denunce (pari, rispettivamente, al +16,7%, +2,9% e +0,9%). Rispetto all’analogo periodo del 2019, nell’ultimo trimestre del 2020 spiccano gli incrementi di Valle d’Aosta (+85,6%), Campania (+56,8%) e Piemonte (+43,6%).

La flessione che emerge dal confronto del 2019 e del 2020 è legata esclusivamente alla componente maschile, che registra un calo del 22,1% (da 411.773 a 320.609 denunce), mentre quella femminile presenta un +1,7% (da 229.865 a 233.731). Per i lavoratori il calo si è registrato in tutti i mesi, mentre per le lavoratrici i primi incrementi si erano già registrati a marzo (+23,8%) e ad aprile (+2,4%), amplificandosi negli ultimi tre mesi dell’anno (+45,2%).

Tra gennaio e dicembre la diminuzione delle denunce ha interessato sia i lavoratori italiani (-14,3%), sia quelli comunitari (-4,5%) ed extracomunitari (-11,9%), con cali percentuali più sostenuti nel mese di maggio (rispettivamente -52%, -38% e -41%) e incrementi, invece, nel periodo ottobre-dicembre (+9,4%, +26,0% e +2,4%). Dall’analisi per classi di età emergono decrementi generalizzati (più contenuti per i lavoratori tra i 45-49 anni e 65-69 anni), tranne per la fascia 50-64 anni che presenta un aumento, contenuto su base annua (+3,2%) e più consistente nell’ultimo trimestre (+39,9%).

Casi mortali

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nel 2020 sono state 1.270. Pur nella provvisorietà dei numeri, questo dato evidenzia un aumento di 181 casi rispetto ai 1.089 registrati nel 2019 (+16,6%). L’incremento è influenzato soprattutto dai decessi avvenuti e protocollati al 31 dicembre 2020 a causa dell’infezione da Covid-19 in ambito lavorativo, che rappresentano circa un terzo dei decessi denunciati all’Inail da inizio anno.

A livello nazionale si registra nel 2020 una riduzione solo degli infortuni mortali in itinere, passati da 306 a 214 (-30,1%), mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono aumentati del 34,9% (da 783 a 1.056). L’incremento ha riguardato la gestione Industria e servizi (da 921 a 1.106 denunce) e il Conto Stato (da 17 a 51), mentre l’Agricoltura ha registrato 38 casi in meno (da 151 a 113).

Al 31 dicembre scorso risultano 13 incidenti plurimi avvenuti nel 2020, per un totale di 27 decessi: il primo in gennaio costato la vita a due lavoratori vittime di un incidente stradale a Grosseto, il secondo in febbraio con due macchinisti morti nel deragliamento ferroviario avvenuto in provincia di Lodi, il terzo in marzo con due vittime in un incidente stradale in provincia di Torino, il quarto e il quinto in giugno, uno su strada con due vittime in provincia di Bologna e l’altro con due operai travolti dal crollo di un muro a Napoli, il sesto e il settimo in luglio, con due operai caduti da un ponteggio in un cantiere edile di Roma e altre due vittime in un incidente stradale a Bologna, l’ottavo in settembre con i due fratelli morti a causa delle esalazioni all’interno di un silos in provincia di Cuneo, il nono e il decimo a ottobre con due operai schiacciati da un escavatore in provincia di Imperia e altre due vittime in un incidente stradale sempre in provincia di Cuneo. Due gli incidenti plurimi di novembre, con due operai folgorati in provincia di Vibo Valentia e altre due vittime in un incidente stradale a Foggia, mentre nell’ultimo incidente del 2020, avvenuto a Chieti in dicembre, tre operai sono morti a causa dell’esplosione avvenuta all’interno di una fabbrica di fuochi d’artificio. Nel 2019, invece, gli incidenti plurimi erano stati 19, con 44 casi mortali denunciati (30 dei quali stradali).

Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione di nove casi mortali nel Nord-Est (da 251 a 242) e di due al Centro (da 217 a 215). Il Nord-Ovest si contraddistingue, invece, per un incremento di 136 decessi (da 289 a 425), complice soprattutto l’aumento registrato in Lombardia (+85). Il Sud registra un aumento di 50 casi (da 233 a 283), 31 dei quali avvenuti in Campania, e le Isole di sei casi (da 99 a 105).

L’incremento rilevato nel confronto tra il 2020 e il 2019 è legato soprattutto alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 995 a 1.132 (+137 decessi), mentre quella femminile ha fatto registrare 44 casi in più, da 94 a 138. Aumentano le denunce di infortunio mortale dei lavoratori italiani (da 884 a 1.080), mentre calano quelle dei lavoratori extracomunitari (da 144 a 129) e rimangano invariate quelle dei comunitari (61 in entrambi gli anni). Dall’analisi per fasce d’età si contraddistingue per un incremento dei decessi quella degli over 50, rispetto alla diminuzione registrata nelle altre.

Denunce di malattia professionale

Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nel 2020 sono state 45.023, 16.287 in meno rispetto al 2019 (-26,6%). A parte gli incrementi di febbraio (+17%) e agosto (+1%), a influenzare la flessione è stato soprattutto il numero di denunce presentate ad aprile (-87%), maggio (-69%) e marzo (-40%). Seguono i mesi di giugno (-29%), novembre (-22%), luglio (-18%), ottobre (-16%) e dicembre (-14%), mentre settembre, al pari di gennaio, ha presentato un calo superiore al 5%.

Tra gennaio e dicembre si sono rilevate diminuzioni delle denunce nell’Industria e servizi (-25,0%, da 49.378 a 37.052 casi), in Agricoltura (-33,6%, da 11.294 a 7.504) e nel conto Stato (-26,8%, da 638 a 467). Dall’analisi territoriale emergono cali delle patologie denunciate in tutte le aree del Paese: -40,7% nel Nord-Ovest, -29,0% nel Nord-Est, -19,6% al Centro, -29,0% al Sud e -23,2% nelle Isole.

In ottica di genere emerge una flessione di 11.705 denunce di malattia professionale per i lavoratori, da 44.656 a 32.951 (-26,2%), e di 4.582 per le lavoratrici, da 16.654 a 12.072 (-27,5%). Il decremento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani (passate da 56.993 a 41.882, pari a un calo del 26,5%), sia quelle di comunitari (da 1.452 a 1.052, -27,5%) ed extracomunitari (da 2.865 a 2.089, -27,1%).

Le prime cinque malattie professionali denunciate tra gennaio e dicembre del 2020 continuano a essere quelle del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (28.164 casi), del sistema nervoso (5.060), dell’orecchio (2.919), del sistema respiratorio (1.808) e dei tumori (1.584). Tutte registrano diminuzioni nei periodi in esame.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)