La situazione nelle città italiane dopo i ballottaggi: astensionismo record e affermazione del Centro-sinistra
Il secondo turno della tornata amministrativa ha confermato, rafforzandole, le indicazioni del primo: boom dell'astensionismo e affermazione del centro-sinistra. Alle urne è andato il 43,94 dei circa 5 milioni di potenziali elettori. Meno della metà, la partecipazione più bassa di sempre. Un dato “di sistema” che interpella tutte le forze politiche – non solo quelle che verosimilmente hanno alimentato in misura maggiore il bacino del non voto – e che condiziona ogni tipo di analisi dei risultati.
Il secondo turno della tornata amministrativa ha confermato, rafforzandole, le indicazioni del primo: boom dell’astensionismo e affermazione del centro-sinistra.
Alle urne è andato il 43,94 dei circa 5 milioni di potenziali elettori. Meno della metà, la partecipazione più bassa di sempre,
se i cultori dei precedenti statistici hanno colto nel segno. Un dato “di sistema” che interpella tutte le forze politiche – non solo quelle che verosimilmente hanno alimentato in misura maggiore il bacino del non voto – e che condiziona ogni tipo di analisi dei risultati.
Pur con questa doverosa premessa,
l’affermazione dei candidati di centro-sinistra emerge in maniera netta e massiccia,
con la conquista di Roma e Torino (dopo Napoli, Milano e Bologna) e il successo in 8 ballottaggi su 10 tra i Comuni capoluogo di provincia. Tra primo e secondo turno, il centro-sinistra ha eletto 5 sindaci su 6 nei Comuni capoluogo di regione chiamati alle urne. Al centro-destra è andata solo Trieste.
Nel complesso, comunque, si registra un vistoso ritorno della competizione bipolare tra centro-destra e centro-sinistra, messa in discussione nella tornata precedente dall’autonoma affermazione di candidati del M5S (che stavolta in alcuni casi ha fatto parte della coalizione di centro-sinistra).
Vediamo nel dettaglio i risultati principali.
Tra i Comuni capoluogo di regione a Roma è stato eletto Roberto Gualtieri (centro-sinistra) con il 60,15% contro Enrico Michetti (centro-destra, 39,85%); a Torino Stefano Lo Russo (c-s) con il 59,23% ha battuto Paolo Damilano (c-d, 40,77%); a Trieste è stato confermato Roberto Dipiazza (c-d) con il 51,29%, davanti a Francesco Russo (c-s, 48,71%).
Tra i Comuni capoluogo di provincia a Benevento confermato Clemente Mastella (civica di c-d, 52,68%) contro Luigi Perifano (c-s, 47,32%). A Carbonia (in Sardegna il primo turno si è svolto domenica scorsa) sùbito eletto Pietro Morittu, (Pd e civiche), con il 65,75%. A Caserta Carlo Marino (c-s, 53,65%) ha battuto Giampiero Zinzi (c-d, 46,35%). A Cosenza Francesco “Franz” Caruso (c-s, 57,59%) è prevalso sull’omonimo Francesco Caruso (c-d, 42,41%). Pietro Castrataro (c-s, 58,72%) è stato eletto sindaco di Isernia superando Gabriele Melogli (c-d, 41,28%). A Latina confermato Damiano Coletta (c-s, 54,90%) contro Vincenzo Zaccheo (c-d, 45,10%). A Savona Marco Russo (c-s, 62,25%) ha battuto Angelo Schirru (c-d, 37,75%). A Varese resta sindaco Davide Galimberti (c-s, 53,20%) che ha superato Matteo Bianchi (c-d, 46,80%).
Erano già stati eletti al primo turno del 3-4 ottobre i sindaci di Milano (Giuseppe Sala, c-s)), Napoli (Gaetano Manfredi, c-s) Bologna (Matteo Lepore (c-s), Grosseto (Antonfrancesco Colonna, c-d), Novara (Alessandro Canelli, c-d), Pordenone (Alessandro Ciriani, c-d), Ravenna (Michele De Pascale, c-s), Rimini (Jamil Sadegholvaad, c-s), Salerno (Vincenzo Napoli, c-s).
Se si allarga lo sguardo a tutti i centri con più di 15mila abitanti, quelli in cui si vota con il doppio turno, e con una certa approssimazione perché non sempre è agevole etichettare le coalizioni e le forze in campo,
su 118 Comuni il centro-sinistra ne amministrerà 52 e il centro-destra 38; 20 saranno guidati da sindaci “civici”, 5 dal M5S, due da coalizioni di centro e uno da coalizioni di sinistra senza il Pd.