L'Italia per Alfie. Mozione delle eurodeputate Silvia Costa e Patrizia Toia
È firmata dalle eurodeputate Silvia Costa e Patrizia Toia l’interrogazione urgente rivolta alla Commissione Ue sul caso del piccolo Alfie Evans: "Una pagina triste per l’Europa, se un cittadino europeo deve ricorrere alla cittadinanza di un altro Stato membro per far valere dei diritti"
Al nuovo no del tribunale inglese alle richieste della famiglia del piccolo Alfie, prosegue la battaglia dei genitori del piccolo per portare il bambino in Italia, paese che non si è mai tirato indietro.
“Alfie sta bene. Ieri stava molto meglio, oggi un pochino meno. Ma bisogna considerare che è stanco poiché non è stato alimentato per varie ore”. Lo ha detto don Gabriele Brusco in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000. Don Gabriele è il sacerdote italiano che ha accompagnato e assistito in questi giorni la famiglia del piccolo Alfie Evans.
“Quando è stato disintubato – ha aggiunto don Gabriele – praticamente Alfie doveva morire. Avevano 6 ore di tempo nel sistema inglese per farlo morire. E lui non è morto. Per questo sono stati obbligati a ridargli l’alimentazione e l’acqua. Ora Alfie sta lì, sta bene ma è debole poiché non è stato abituato a respirare da solo per vari mesi perchè attaccato al respiratore artificiale. Si sta riallenando a respirare”.
“I genitori – ha proseguito don Gabriele – molte volte vogliono che metta una mano sulla testa del bimbo e mi chiedono di pregare per lui. Appena entrato nel reparto di rianimazione, dove possono accedervi solo poche persone, in alcuni giorni mi sono trovato davanti 10-15 poliziotti nel corridoio e anche dentro il piccolo reparto dove c’è la sua stanza. Qui ci sono tanti orsacchiotti, croci e rosari. Prima c’era anche un divano che è stato tolto e stanotte il papà Thomas ha dovuto dormire per terra nella stanza”.
È firmata intanto dalle eurodeputate Silvia Costa e Patrizia Toia l’interrogazione urgente rivolta alla Commissione Ue sul caso del piccolo Alfie Evans. Costa e Toia si rivolgono ai responsabili della salute, Vytenis Andriukaitis, e della giustizia, Vĕra Jourová, chiedendo “un’azione decisa da parte dell’Unione europea”. Per Silvia Costa – che in questi giorni ha seguito il caso in stretto contatto con i legali della famiglia Evans, il governo italiano, la rappresentanza diplomatica italiana nel Regno Unito e l’ospedale Bambino Gesù, che si è offerto di trasportare, curare e assistere il piccolo – “l’Alta corte britannica ha negato ad Alfie il diritto di ricevere cure e prestazioni sanitarie in un altro Stato membro dell’Unione, come richiesto dai suoi genitori, così violando i diritti fondamentali dell’Ue e la libera circolazione dei pazienti nel territorio dell’Ue”.
“Nonostante la sospensione della respirazione artificiale disposta dalla stessa Alta corte del Regno Unito, il bimbo è ancora in vita, mentre due ospedali italiani si sono già generosamente offerti di accoglierlo nelle proprie strutture – scrivono le due eurodeputate italiane alla Commissione europea –; chiediamo pertanto ai commissari competenti di sottoporre con urgenza il provvedimento giudiziario britannico all’esame della Corte di giustizia dell’Unione europea”.
Alfie Evans, dopo un provvedimento del governo italiano e del Presidente della Repubblica, è divenuto cittadino italiano: “Una decisione toccante e straordinaria da parte del nostro governo – commenta ancora Silvia Costa –. Ma una pagina triste per l’Europa, se un cittadino europeo deve ricorrere alla cittadinanza di un altro Stato membro per far valere dei diritti di cui è già titolare in quanto cittadino del Regno Unito, e quindi ancora di uno Stato membro. L’Ue costituisce infatti uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne e garantisce ai suoi cittadini una libera circolazione al suo interno, specialmente ai più deboli, come ci ricorda la direttiva 24/2011 sull’assistenza sanitaria transfrontaliera”.