Il Parlamento ha dato il via libera al Def. Tutte le novità dal caro energia al Superbonus
Il Parlamento ha dato il via libera al Def, il documento del governo che ogni anno presenta le coordinate generali della politica economica e di bilancio. Camera e Senato, in particolare, hanno approvato due testi: la risoluzione dei partiti di maggioranza con cui si accoglie il documento dell'esecutivo indicando nel contempo le priorità individuate dal Parlamento nell'ambito del quadro tracciato dal Def; la relazione del governo che accompagna il Def con l'aggiornamento del piano di rientro strutturale verso l'obiettivo di medio periodo del debito pubblico. Quest'ultima, dato che contiene modifiche al piano, dev'essere approvata con procedura rinforzata, vale a dire con la maggioranza assoluta dei membri di ciascuna camera. E così è stato.
Il Parlamento ha dato il via libera al Def, il documento del governo che ogni anno presenta le coordinate generali della politica economica e di bilancio. Camera e Senato, in particolare, hanno approvato due testi: la risoluzione dei partiti di maggioranza con cui si accoglie il documento dell’esecutivo indicando nel contempo le priorità individuate dal Parlamento nell’ambito del quadro tracciato dal Def; la relazione del governo che accompagna il Def con l’aggiornamento del piano di rientro strutturale verso l’obiettivo di medio periodo del debito pubblico. Quest’ultima, dato che contiene modifiche al piano, dev’essere approvata con procedura rinforzata, vale a dire con la maggioranza assoluta dei membri di ciascuna camera. E così è stato.
Il passaggio parlamentare non ha riservato sorprese anche perché i partiti che sostengono l’esecutivo avevano raggiunto un accordo sul punto più controverso della risoluzione, quello delle risorse. Il governo, infatti, ha in cantiere a strettissimo giro un nuovo decreto di aiuti che dovrebbe sostanzialmente prorogare le principali misure già messe in campo per fronteggiare la crisi energetica, a cominciare dal taglio delle accise. Per finanziare questo nuovo decreto intende avvalersi di quei circa 6 miliardi (il “tesoretto” di cui parlano le cronache) che si ricavano dalla differenza tra deficit previsto e deficit programmato per l’anno in corso, grazie alla crescita economica che nel 2021 ha superato le stime di settembre. I partiti di maggioranza chiedono però interventi più cospicui che richiederebbero un ulteriore scostamento di bilancio e avrebbero voluto inserire già nella risoluzione sul Def un impegno esplicito in questo senso, contro il parere del ministero dell’Economia. Si è arrivati a questo compromesso: il governo – afferma il testo approvato dal Parlamento – dovrà “monitorare, in tempo reale, l’andamento della situazione macroeconomica e dei principali indicatori congiunturali al fine di valutare, qualora si verifichi un peggioramento dello scenario economico conseguente al perdurare degli effetti negativi, l’applicazione di quanto previsto dalla legge 24 dicembre 2012, n. 243, al fine di prevedere interventi di sostegno, del tutto simili a quelli messi in campo durante l’emergenza pandemica, per le famiglie, i lavoratori e per quella parte del comparto produttivo particolarmente colpita dalle conseguenze della crisi in Ucraina”. La legge citata è quella che prevede – appunto – la possibilità di uno scostamento di bilancio per fare fronte a situazioni eccezionali e purtroppo è del tutto probabile che bisognerà presto farvi ancora ricorso. A Palazzo Chigi, tuttavia, si vorrebbe prima capire che cosa si muoverà a livello europeo nell’ipotesi di un nuovo piano anti-crisi.
Secondo la risoluzione, comunque, il governo dovrà “utilizzare gli spazi derivanti dalla manovra per nuove iniziative espansive disponendo ulteriori interventi per contenere l’aumento dei prezzi dell’energia nonché mediante la revisione del sistema dei prezzi di riferimento e dei carburanti, assicurando la necessaria liquidità alle imprese mediante la concessione di garanzie”. A proposito della controversa questione del Superbonus per le villette unifamiliari, la risoluzione chiede all’esecutivo a “prorogare il termine attualmente previsto” che obbliga a effettuare il 30% dei lavori entro giugno. Il governo dovrà poi “proseguire nell’attuazione del Green New Deal, conformemente agli impegni dell’Unione europea in materia di ambiente e sviluppo sostenibile, così da individuare un piano industriale impiantistico del Paese, con particolare riferimento ad idonee iniziative, anche di carattere normativo, finalizzate a favorire la transizione ecologica, energetica e verso l’economia circolare, anche ponendo in essere interventi di semplificazione e accelerazione dei procedimenti autorizzativi per la realizzazione e l’esercizio di impianti da fonti rinnovabili al fine di garantire il conseguimento e potenziamento degli obiettivi nazionali di decarbonizzazione fissati dal Piano nazionale integrato di energia e clima in via di aggiornamento”.
La risoluzione impegna il governo ad assumere iniziative per affrontare la povertà alimentare, “ampliando anche il bonus sociale”, e per combattere le «disparità generazionali, territoriali, di genere e salariali, con interventi finalizzati ad invertire il trend demografico del Paese, anche dando piena attuazione agli interventi previsti dal family act”. Il testo chiede inoltre la prosecuzione delle “misure di esonero contributivo” per favorire l’inserimento di donne e giovani nel mondo del lavoro, “rafforzando gli interventi a sostegno della ripresa economica nel Sud e nelle altre aree svantaggiate del Paese, al fine di evitare che la crisi innescata dall’emergenza sanitaria accentui le disparità fra le diverse aree del Paese”.