Idomeni, Calais, Lesbo e Ceuta. Oggi Polonia e Bielorussia. L’umanità sbattuta contro il muro
Civiltà messa in un angolo. Prima Idomeni, Calais, Lesbo e Ceuta. Oggi è il confine tra la Bielorussia e la Polonia. Con la storia che si ripete ancora e ancora. Muore assiderato un bambino di un anno, vittima come Alan Kurdi di scelte politiche che fanno dei migranti infreddoliti e inermi pedine di baratto e ricatto. Mentre l’esodo continua, la Polonia conferma di voler erigere una recinzione di 180 chilometri e il leader bielorusso Lukašenka sfida l’Unione Europea avendo le “spalle” coperte da Mosca
È sempre “guerra” sulla pelle dei migranti. Il confine diventa la prosecuzione del conflitto con altri mezzi. E ogni diritto evapora davanti al muro degli interessi di Stato. Il 18 novembre un bambino di un anno è morto assiderato nella foresta della Bielorussia. La famiglia siriana da oltre un mese aspettava di poter attraversare il confine con la Polonia. Il padre è stato soccorso per una ferita al braccio, la madre per una coltellata alla gamba. È la scandalosa replica del 3 settembre 2015: Alan Kurdi, 3 anni, senza...