Frutta, sempre buona quella italiana. Le valutazioni dei produttori sono cautamente ottimiste tra clima e mercati

A scattare una fotografia composita della situazione e delle previsioni, ci ha pensato il Corriere Ortofrutticolo – uno dei più importanti punti di osservazione del settore

Frutta, sempre buona quella italiana. Le valutazioni dei produttori sono cautamente ottimiste tra clima e mercati

Bene ma non benissimo. L’importante comparto della frutta in Italia e in Europa cerca di guardare oltre le difficoltà di mercato e climatiche, e nonostante le molte incognite che pesano sul settore. Il quadro che emerge dalle analisi degli addetti ai lavori, delinea la situazione di uno dei più importanti e significativi settori dell’agroalimentare nazionale che significa non solo qualità produttiva ma anche occupazione e presidio del territorio in vaste aree dello Stivale agricolo.
A scattare una fotografia composita della situazione e delle previsioni, ci ha pensato il Corriere Ortofrutticolo – uno dei più importanti punti di osservazione del settore – che, basandosi sulle analisi Fruitimprese circa i raccolti di queste ultime settimane, parla di “un clima di cauto ottimismo nel comparto della frutta estiva nonostante non manchino le incognite su un settore ancora difficile da decifrare”. Guardando alle singole produzioni, il Corriere indica come pesche e nettarine riescano “a mantenere le posizioni”. Certo, pare che i frutti raccolti siano più piccoli della media e che le quantità non siano entusiasmanti, ma i produttori cercano di guardare avanti parlando di “oculata innovazione” per paura di sbagliare investimenti che, in un periodo complesso come questo, potrebbero costare molto cari. Sull’Italia, poi, pesano comunque la concorrenza spagnola e il calo dei consumi. Attesa e incognite, tuttavia, caratterizzano il comparto diversamente da quello delle susine e delle albicocche che, sempre stando a Fruitimprese e al Corriere Ortofrutticolo, registrano una situazione “più incoraggiante”.
Poi ci sono le produzioni autunnali, di mele in particolare. Ancora il Corriere Ortofrutticolo, riportando i dati resi noti nel corso di Prognosfruit – che quest’anno è stata organizzata a Budapest in Ungheria, da FruitVeB (Organizzazione interprofessionale ungherese di frutta e verdura) insieme a WAPA (Associazione Mondiale Mele e Pere – indica un raccolto in calo del 11% in tutta Europa e un conseguente aumento dei prezzi. In particolare, viene spiegato come i dati siano in grado di fornirci le prime indicazioni per la stagione entrante, che “si preannuncia unica se comparata alle ultime stagioni, per quanto riguarda la ridotta disponibilità di mele per il mercato fresco e per il trasformato all’interno dell’UE”. Una situazione che vale parzialmente per l’Italia. Nel nostro Paese, infatti, si stima una produzione solo leggermente inferiore (-1%) rispetto a quella dello scorso anno. Per quanto riguarda le singole regioni, sono previste in diminuzione le produzioni in Alto Adige (-9%) e in Trentino (-7%) per effetto di gelate primaverili mentre le produzioni di tutte le altre regioni sono in ripresa, in particolare quelle del Veneto (+33%), Emilia-Romagna (+15%) e del Piemonte con un +8%.
La conclusione è però quella accennata sopra: minori quantità sul mercato spingeranno in alto i prezzi portando, forse, un po’ di sollievo ai bilanci delle aziende che in tempi recenti hanno sopportato importanti aumenti dei costi di produzione.
Clima e mercato, dunque, continuano a dettare legge sulle prospettive delle imprese agricole italiane ed europee, anche, in questo caso, per quanto riguarda quelle frutticole che, per l’Italia e non solo, rappresentano una parte importante dell’intera produzione agroalimentare.

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Fonte: Sir