Economia Ue, fase espansiva. Ma la Commissione segnala l’incognita-Covid
L'esecutivo di Bruxelles lancia, con il commissario Paolo Gentiloni, messaggi incoraggianti, sostenuti dai numeri. Permangono però "tre principali minacce: un marcato aumento dei casi di Covid, più forte nelle zone in cui il tasso di vaccinazione è relativamente basso; l'aumento dell'inflazione, dovuto in larga misura all'impennata dei prezzi dell'energia; le interruzioni nella catena di approvvigionamento, che pesano su numerosi settori". Il messaggio? "Dobbiamo rimanere vigili"
L’economia europea “imbocca una fase espansiva”, i livelli occupazionali dovrebbero tornare a crescere, ma restano “incertezze sostanziali” relative al quadro internazionale, all’inflazione, al costo dell’energia e – ancora una volta – della situazione pandemica. Così Paolo Gentiloni, commissario Ue all’economia, presenta a Bruxelles le Previsioni economiche d’autunno.
Il sostegno di Next Generation Eu. “L’economia europea sta passando dalla fase della ripresa a quella dell’espansione, ma ora si trova ad affrontare alcune turbolenze. Una risposta politica senza precedenti ha attenuato l’impatto della pandemia sui lavoratori e sulle imprese e, a partire dalla scorsa primavera, una campagna di vaccinazione riuscita ha consentito la riapertura delle nostre economie, determinando un’impennata della crescita, che a sua volta sta contribuendo a stabilizzare le nostre finanze pubbliche”, afferma Gentiloni. “Con il sostegno di Next Generation Eu, gli investimenti pubblici sono destinati a raggiungere il livello più elevato da oltre un decennio. In questo quadro positivo vi sono tre principali minacce: un marcato aumento dei casi di Covid, più forte nelle zone in cui il tasso di vaccinazione è relativamente basso; l’aumento dell’inflazione, dovuto in larga misura all’impennata dei prezzi dell’energia; le interruzioni nella catena di approvvigionamento, che pesano su numerosi settori. Dobbiamo rimanere vigili e agire secondo necessità per garantire che queste turbolenze non ostacolino la ripresa”.
Epoca di “espansione”. “L’economia dell’Ue27 si sta riprendendo più rapidamente del previsto dalla recessione dovuta alla pandemia”, specificano le Previsioni. “Con l’avanzare delle campagne di vaccinazione e la progressiva revoca delle restrizioni, in primavera è ripresa la crescita e si è protratta senza interruzioni in estate, sostenuta dalla riapertura dell’economia”. Nonostante le crescenti turbolenze, secondo le proiezioni
l’economia Ue “continuerà a espandersi nel periodo oggetto delle previsioni, raggiungendo un tasso di crescita del 5% quest’anno, del 4,3% il prossimo anno e del 2,5% nel 2023”.
Le Previsioni indicano che nel 2021 e nel 2022 i tassi di crescita per la zona euro saranno identici a quelli previsti per l’Ue, mentre nel 2023 il tasso di crescita per la zona euro sarà pari al 2,4%.
Cinque fattori. Gentiloni sottolinea cinque elementi-chiave per interpretare l’economia e le sue dinamiche nei prossimi due anni. “Anzitutto siamo di fronte a una fase espansiva”, che andrà riducendosi ma attestandosi su livelli positivi nei prossimi due anni. Questo nonostante le carenze di materie prime in alcuni settori e le difficoltà logistiche, nonché il peso delle restrizioni per far fronte alla pandemia. “Resta positivo e trainante il fattore della domanda interna”. Secondo: “i mercati del lavoro si stanno riprendendo e la fase di crescita economica influenzerà anche l’occupazione”. Nel 2023 si prevede un tasso di disoccupazione al 6,5%. Terzo elemento: “l’inflazione, crescita quest’anno, nel 2022 rallenterà”: l’aumento del tasso d’inflazione è dovuto alla massiccia domanda di beni di consumo e agli elevati prezzi dell’energia” (l’inflazione annua nella zona euro è salita dal negativo -0,3% nell’ultimo trimestre del 2020 al 2,8% nel terzo trimestre del 2021. Il dato di ottobre è pari al 4,1%). Quarto: “i disavanzi pubblici dovrebbero progressivamente ridursi”. Rimangono però elevati i rapporti debito pubblico/Pil. Quinta sottolineatura: “incertezze sostanziali e rischi di contraccolpi” sull’economia devono essere seriamente considerati in ragione delle turbolenze internazionali”.
Mercato del lavoro. “I mercati del lavoro dell’Ue sono notevolmente migliorati grazie all’allentamento delle restrizioni sulle attività destinate ai consumatori”. Lo si legge nelle Previsioni economiche presentate oggi dalla Commissione europea. “Nel secondo trimestre di quest’anno l’economia Ue ha creato circa 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro, molti lavoratori sono usciti dai regimi di mantenimento dell’occupazione e il tasso di disoccupazione è diminuito”.
“Si prevede che l’occupazione supererà il livello pre-crisi nel prossimo anno e passerà alla fase di espansione nel 2023”.
Le proiezioni indicano quindi che la disoccupazione nell’Ue scenderà dal 7,1% di quest’anno al 6,7% nel 2022 e al 6,5% nel 2023. Nella zona euro il dato sarà pari al 7,9%, al 7,5% e al 7,3% nell’arco dei tre anni.
Numeri “pesanti”. Sempre nelle Previsioni della Commissione si legge: “il miglioramento delle prospettive di crescita indica per il 2021 disavanzi inferiori a quanto previsto in primavera. Dopo aver raggiunto il 6,9% del Pil nel 2020, il disavanzo aggregato nell’Ue dovrebbe ridursi marginalmente al 6,6% nel 2021 sulla scia del sostegno di bilancio ancora elevato dell’inizio dell’anno”. Con il protrarsi dell’espansione economica “le misure di sostegno e il funzionamento degli stabilizzatori automatici sono destinati a rientrare”. Ancora: “dopo aver raggiunto circa il 92% nell’Ue (il 99% nella zona euro), il rapporto debito/Pil aggregato è destinato sostanzialmente a stabilizzarsi quest’anno e a iniziare a diminuire nel 2022, raggiungendo l’89% del Pil nel 2023 (il 97% nella zona euro)”.
Pericolo-pandemia. La Commissione indica dunque elementi preoccupanti. “Sebbene l’impatto della pandemia sull’attività economica si sia notevolmente indebolito, la Covid-19 non è stata ancora sconfitta e la ripresa dipende fortemente dalla sua evoluzione, sia all’interno che all’esterno dell’Ue”. Alla luce della recente impennata dei casi in molti Paesi, “non si può escludere la reintroduzione di restrizioni che incidono sull’attività economica. Nell’Ue questo rischio è particolarmente importante negli Stati membri con tassi di vaccinazione relativamente bassi”.
“Per restare sulla buona strada…”. Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, a sua volta commenta i dati: “l’economia europea è in forte recupero dopo la recessione, con un tasso di crescita previsto pari al 5% quest’anno. Le nostre misure volte ad attenuare l’impatto della pandemia e a intensificare le vaccinazioni in tutta l’Ue hanno chiaramente contribuito a questo successo.
Ma non è il momento di compiacersi: con questo virus l’incertezza persiste e vi sono alcuni rischi da considerare.
Non da ultimo, dobbiamo affrontare le strozzature nelle catene di approvvigionamento, così come l’aumento dei prezzi dell’energia che interesserà molte famiglie e imprese in tutta Europa. Dobbiamo inoltre monitorare attentamente l’inflazione e adeguare le nostre politiche, se necessario. Per restare sulla buona strada, è necessario ora concentrarsi sull’attuazione degli investimenti e delle riforme previsti nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza per rafforzare il nostro potenziale economico”.
Italia: il peso del debito. Le Previsioni economiche illustrate a Bruxelles dal commissario Paolo Gentiloni, riservano come sempre un’analisi Stato per Stato. “Dopo il rimbalzo nella prima metà del 2021, il Pil italiano è destinato a continuare ad espandersi, pur incontrando alcuni venti contrari nel breve termine”. Gli esperti della Commissione europea indicano il Pil italiano in crescita al 6,2% nel 2021, per poi portarsi al 4,3% nel 2022. L’economia nazionale potrebbe tornare ai livelli pre-crisi entro la metà del prossimo anno. Rimangono però i problemi strutturali dell’economia e della finanza pubblica italiana. “Il rapporto debito pubblico/Pil dovrebbe scendere dal 155,6% nel 2020 al 151,0% nel 2023, grazie alla ripresa economica e a un favorevole aggiustamento stock-flussi”. Un debito pubblico comunque ragguardevole, tra i massimi in Europa. Il rapporto deficit-Pil, “trainato dalla ripresa economica e dalla graduale eliminazione delle misure fiscali di emergenza del governo”, dovrebbe giungere al 9,4% nel 2021, al 5,8% nel 2022 e al 4,3% nel 2023.