Disuguaglianza nei redditi, Italia tra i paesi Ue con i livelli più alti
Lo dice uno studio di Openpolis. I divari sociali incidono anche sulla povertà educativa: “Nascere in una famiglia con meno mezzi, economici e culturali, significa spesso non avere a disposizione le stesse opportunità degli altri ragazzi”
L’Italia è tra i paesi europei con i livelli più alti di disuguaglianza nei redditi delle famiglie: dopo alcuni stati dell'Europa orientale, come Bulgaria, Lituania, Lettonia e Romania, ai primi posti in Ue troviamo Regno Unito, Spagna e Italia. Lo dice un’analisi pubblicata oggi da Openpolis.
In particolare, il report spiega che le eccessive disparità nelle condizioni economiche delle famiglie possono avere un impatto sulle opportunità a disposizione per bambini e ragazzi. “Contrastare la povertà educativa significa creare le condizioni per ridurre queste disuguaglianze. Per questa ragione, è fondamentale dotarsi di strumenti in grado di monitorare tali divari anche a livello locale - si legge nel documento -. Una sfida non semplice, data la carenza di dati a un simile livello di disaggregazione e per la presenza di fattori che possono compromettere l'analisi”.
Secondo Openpolis a incidere è soprattutto la bassa mobilità sociale del nostro paese: il percorso scolastico dei figli è ancora molto legato alla famiglia d’origine, con la conseguenza che i divari di partenza si ereditano di generazione in generazione. “È questo il meccanismo per cui tanti bambini e ragazzi finiscono nella trappola della povertà educativa: nascere in una famiglia con meno mezzi, economici e culturali, significa spesso non avere a disposizione le stesse opportunità educative e sociali degli altri ragazzi - spiega il report - . Per questo la disparità nei redditi, e in generale nelle condizioni economiche delle famiglie, in particolare tra quelle con figli, è un tema chiave nel contrasto della povertà educativa”.
A livello locale, isolando le 10 città maggiori per un confronto più omogeneo, i primi 3 comuni italiani per indice Gini (che analizza appunto la disuguaglianza) troviamo Milano, 0,26; Roma e Napoli 0,24. Mentre appare sensibilmente più contenuto il dato di Bologna (0,22), Torino (0,22) e Genova (0,21). Tra i capoluoghi di provincia, oltre alle città già citate, ai primi posti compaiono anche Bergamo (0,25), Lecce (0,24) e Padova (0,2).