Ddl Eco-vandali, allarme di Amnesty Italia: “A rischio il diritto di protesta”

L'organizzazione evidenzia le criticità del testo di legge proposto e discusso in Senato: “Queste norme hanno un chiaro effetto criminalizzante verso l’attivismo e verso coloro che compiono atti di disobbedienza civile come strumento di protesta individuale o in contesti collettivi”

Ddl Eco-vandali, allarme di Amnesty Italia: “A rischio il diritto di protesta”

Non piace, ad Amnesty International Italia, la mano pesante che il governo intende utilizzare nei confronti di chi chi distrugge e deturba beni culturali e paesaggistici: il cosiddetto ddl Eco-vandali, discusso ieri in Senato, metterebbe infatti a rischio le garanzie di libertà di assemblea e protesta assicurate dall’ordinamento italiano e tutelate dagli strumenti internazionali, regionali ed europei di cui l’Italia è parte.

“Uno degli aspetti più preoccupanti sta nel fatto che la proposta intende punire le stesse condotte già perseguite dal codice penale (art. 518-duodecies) – spiega Amnesty Italia - aggravando ulteriormente l’impianto sanzionatorio. La proposta aggiunge, inoltre, una sanzione amministrativa alla pena detentiva già prevista dal codice penale quando il deturpamento o l’imbrattamento sia commesso in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico. Si prevedono, inoltre, specifiche sanzioni – reclusione da uno a sei mesi o multa da 300 a 1.000 euro – per coloro che deturpano o imbrattano teche, custodie e altre strutture adibite all’esposizione, protezione e conservazione di beni culturali in qualsiasi luogo espositivo. Queste norme hanno un chiaro effetto criminalizzante verso l’attivismo e verso coloro che compiono atti di disobbedienza civile come strumento di protesta individuale o in contesti collettivi”.

Come spiega Mariapaola Boselli, ricercatrice dell’Ufficio campagne di Amnesty International Italia. “il governo aveva già intensificato la sua azione contro la protesta pacifica attraverso l'adozione, in procedura d’urgenza, del cosiddetto decreto anti-rave, diventata legge 199/2022 nel dicembre 2022, sollevando preoccupazioni in relazione alle possibili sproporzionate restrizioni al diritto alla libertà di assemblea pacifica. Preoccupa adesso la nuova proposta di legge che ha il chiaro intento di criminalizzare l’attivismo ambientalista e creare un effetto deterrente sulle proteste contro la crisi climatica e sulle persone che vogliono alzare la voce per la protezione del nostro ambiente. Quando l’attivismo e la disobbedienza civile vengono criminalizzati, non solo si mettono a tacere i singoli, ma si delegittimano anche gruppi specifici di manifestanti e le cause per cui questi si attivano”, conclude Boselli.

Amnesty International Italia, con la campagna globale “Proteggo la protesta”, lavora per garantire il diritto di riunione pacifica, chiedendo di modificare le legislazioni eccessivamente restrittive che limitano lo spazio civico, in particolare laddove queste potrebbero rischiare di limitare i diritti alla libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione. Ora il testo sarà trasmesso alla Camera dei Deputati e l’organizzazione per i diritti umani chiede al parlamento italiano di non approvare definitivamente il testo della proposta.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)