Dal voto veneto, l’Europa che sarà. Che cosa succede ora? L'insediamento della nuova commissione a fine 2024

Cosa succede ora? Il voto è stato “solo” il primo passo verso il rinnovo sia del Parlamento europeo che della Commissione. L’insediamento alla fine del 2024. Spostando lo sguardo sul Veneto, invece, ecco i Comuni con la più bassa partecipazione ai seggi e quelli più coinvolti

Dal voto veneto, l’Europa che sarà. Che cosa succede ora? L'insediamento della nuova commissione a fine 2024

Sono 59 i votanti (il 30,89 per cento) che hanno scelto Giorgia, 45 (il 28,27 per cento) si sono fidati di Elly. Flavio Tosi e il generale Vannacci hanno portato a casa 18 consensi a testa, 13 cittadini hanno preferito il M5s. Le altre liste si sono spartite 29 suffragi. Sette elettori hanno annullato la scheda, uno l’ha restituita candida. Il totale fa 191 voti. Ma ai registri di Soverzene (Belluno), per il voto europeo, erano iscritti la bellezza di 1.102 elettori. Il che significa che ai seggi si è presentato solo il 18,06 per cento degli aventi diritto, la percentuale più bassa di tutto il Veneto, con un tonfo di quasi sei punti rispetto al 2019. Il sindaco Gianni Burigo rifiuta però l’etichetta di Comune assenteista: ottocento suoi concittadini vivono all’estero. Verrebbe da dire che queste Europee hanno visto trionfare l’astensionismo: bassa l’affluenza anche in Veneto, ha votato il 52,60 per cento degli aventi diritto, ben dieci punti percentuali in meno rispetto alle precedenti elezioni nel 2019. Il voto europeo ha “fatto acqua” anche a Posina, nel Vicentino, dove si è recato alle urne soltanto il 19,41 per cento degli aventi diritto: in pratica, a fronte di 1.149 aventi diritto, sono entrate in cabina solo 223 persone. Fdi (49,76 per cento) ha sfiorato la maggioranza assoluta, la Lega è arrivata al 19,14 per cento. Nel Bellunese troviamo una buona parte dei Comuni che hanno fatto registrare le affluenze più risicate. A Lamon ha risposto “presente” il 24,67 per cento; un dato assai simile a quelli di Val di Zoldo (24,75 per cento) e di Fonzaso (24,96 per cento) – quest’ultima realtà in Diocesi di Padova – dove già pareva sconfortante il 36,18 per cento di cinque anni fa. Nella hit parade di quelli che non hanno trovato motivazioni valide per esprimere il loro voto figurano anche gli elettori di Enego, sull’Altopiano, dove si è registrato un clamoroso 27,77 per cento, con una perdita di dieci punti secchi rispetto al 2019. Nella top ten dei meno interessati alla politica troviamo – sempre nel Bellunese – San Gregorio nelle Alpi, Cesiomaggiore, Gosaldo e Sovramonte. Eloquente anche il dato di Fratta Polesine, dove alla vigilia del centesimo anniversario dell’assassinio di Giacomo Matteotti, ha votato appena il 38,14 per cento degli aventi diritto.

Ma vediamo chi ha preso sul serio l’appuntamento elettorale. Il primato va ascritto a Velo Veronese, che pur retrocedendo rispetto all’89,07 per cento del 2019, è caduto in piedi con un ragguardevole 84,29 per cento. A San Zeno di Montagna, sempre nel Veronese, è stato raggiunto il 79,27 per cento (contro il 75,91 per cento di un lustro addietro). Di rilievo, in terra scaligera, anche le prestazioni di Brentino Belluno che ha chiuso con il 78,04 per cento, di Selva di Progno (76,95), di Costermano sul Garda (76,31), di Torri del Benaco (74,20), di Brenzone sul Garda (73,57) e di Malcesine (72,99). Probabilmente la presenza in lista di Davide Bendinelli, sindaco di Garda, ha dato la scossa agli elettori lacustri. La sfida per le Comunali ha spinto ai seggi pure gli elettori di Arquà Petrarca (72,70 per cento). Motivati anche quelli di Salcedo (72,36 per cento). Onore al merito anche ai votanti di Costa di Rovigo, di San Pietro in Gu, di Montecchia di Crosara, tutti di poco sopra al 72 per cento. Nelle prime posizioni inoltre Barbona (71,87), Asigliano Veneto (71,67) e Villaga (71,50) nel Vicentino; Polverara (71,07) nel Padovano e Danta di Cadore (70,78), in netta controtendenza nel Bellunese. Ora, però, cosa succede? Il voto, infatti, è solo il primo passo del processo che porterà, entro la fine dell’anno, al rinnovo sia del Parlamento che della Commissione. Dunque, quando si riuniranno i 720 deputati del Parlamento europeo? La prima assemblea plenaria della decima legislatura inizierà a Strasburgo martedì 16 luglio: dovranno essere eletti i componenti dell’ufficio di presidenza. Nel frattempo anche i 76 rappresentanti eletti nello Stivale saranno tenuti a iscriversi a un gruppo politico europeo. Ricordiamo che per formare un gruppo servono almeno 23 deputati di sette Paesi diversi. Dopo l’incontro informale di lunedì scorso, giovedì 27 e venerdì 28 giugno i capi di Stato e di governo dell’Unione Europea si riuniranno, in occasione del Consiglio europeo di Bruxelles, per definire le priorità politiche della prossima Commissione europea. La nomina della nuova presidenza della Commissione si terrà dal 16 al 19 settembre. Successivamente si terranno le audizioni dei commissari designati e l’insediamento della nuova presidenza del Consiglio europeo (previsto per il 1° dicembre); dal 16 al 19 dicembre la Commissione Ue riceverà la “benedizione” dall’Europarlamento.

Le urne indicano il trend dei principali partiti

I numeri assoluti ci fanno scoprire il trend delle singole liste alle Europee. In Veneto Fratelli d’Italia ha raccolto 774.624 voti (che valgono il 37,58 per cento). Nel voto per la Camera del settembre 2022 il partito di Giorgia Meloni aveva messo insieme 821.583 voti, il che significa che in meno di due anni ha perso 46.959 consensi. Il Partito democratico ha portato a casa 389.053 voti (il 18,88 per cento), mentre alle Politiche ne aveva raggranellati 409.001: anche in questo caso il saldo è negativo (meno 19.948), ma la squadra di Elly Schlein perde di meno rispetto alla premier. La Lega Salvini Premier si ferma a 271.142 voti (il 13,15 per cento), mentre nel 2022 aveva sedotto 365.190 votanti. I numeri rivelano che sono scesi dal Carroccio 94.048 elettori. Nella prima prova del dopo Berlusconi la lista Forza Italia-Noi Moderati-Ppe ha convinto 176.891 veneti (l’8,58 per cento). Può brindare invece Alleanza Verdi e Sinistra, il cui risultato, pari a 125.487 voti, vale il 6,09 per cento. Nel settembre 2022 la lista capeggiata da Cristina Guarda si era fermata a 83.426. Un vero e proprio tonfo registra invece il M5s, che deve accontentarsi di 99.866 voti. AzioneSiamo Europei di Calenda ha convinto 84.580 cittadini, mentre Stati Uniti d’Europa del tandem Renzi-Bonino si è fermato a 65.992 consensi.

Commissione, Ursula von der Leyen verso la riconferma

Sulla scia del risultato elettorale, parrebbero essere in crescita i segnali di una conferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea. Del resto il partito popolare, a cui aderisce, ha vinto le elezioni, con un risultato migliore delle attese. È quanto emerso da un riunione informale dei capi di Stato, a Bruxelles, lunedì 17 giugno. Ci sono, però, altre tre posizioni che dovranno essere decise dai Ventisette: come presidente del Parlamento europeo dovrebbe essere confermata la popolare maltese Roberta Metsola. Più incerte appaiono le figure di presidente del Consiglio europeo e di Alto rappresentante: le posizioni dovrebbero andare a un socialista o un liberale. Si fanno i nomi dell’ex premier portoghese António Costa, e dell’attuale premier estone Kaja Kallas, ritenuta tuttavia troppo antirussa da alcuni governi.

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