Cresce la partecipazione civile. La crescita della partecipazione indicata tra i dati del Rapporto Bes
I ricercatori motivano tale crescita proprio a partire dall’emergenza dovuta per contrastare la diffusione della pandemia.
Un effetto indiretto dell’anno di pandemia che si è appena trascorso è stato l’aumento della partecipazione civica e politica degli italiani. Apparirebbe un controsenso, nel periodo in cui si è stati per tanto tempo reclusi in casa, attenti a non muoversi troppo, preoccupati di rispettare il distanziamento sociale più italiani, rispetto al passato si sono occupati di temi politici e sociali. Eppure questo è quanto emerge dal nuovo Rapporto Bes (Benessere economico e sociale) che cerca da ormai dieci anni di descrivere in modo ampio le trasformazioni del nostro Paese senza limitarsi ai sintetici dati economici su Pil e debito pubblico, per perseguire l’obiettivo di offrire un’idea di sviluppo integrale, a cui concorrono anche lo stato di salute e delle istituzioni, la sicurezza, le relazioni sociali, la condizione dell’ambiente, la partecipazione alla vita civile e politica.
Nel rapporto si osserva che il 62,5% della popolazione con più di 14 anni ha svolto attività di partecipazione politica o civica. Si è verificato un forte aumento dato che nel 2019 il dato si era fermato a 57,9%. Si è invertita una tendenza che dal 2014 aveva visto diminuire il livello di partecipazione del 10%. I ricercatori motivano tale crescita proprio a partire dall’emergenza dovuta per contrastare la diffusione della pandemia. Le persone si informano di più, parlano maggiormente di politica e partecipano alle discussioni online (nel 2020 quasi il 5% in più si è espresso su questioni politiche o civili nei social network). L’interesse per questi temi è aumentato soprattutto nel Nord e nel Centro (del 6%) e tra i giovani anche se rimangono la fascia meno appassionata (45,8%).
Questi dati da un lato sono indicatori dello stato di pressione e di tensione che viviamo quotidianamente ormai da tempo. Il ritorno dell’interesse per le questioni politiche ci fa riscoprire che siamo tutti sulla stessa barca, ci accorgiamo di essere legati a un destino comune. Dall’altro lato, però, emerge anche una voglia nuova. Forse inizia a emergere la necessità di essere coinvolti, di essere ascoltati per poter cercare insieme anche delle soluzioni. Abbiamo imparato che i comitati tecnici e i vari ricercatori possono fornire informazioni essenziali, ma sembra trasparire un legittimo desiderio di partecipare alle scelte che penetrano e condizionano le nostre vite.
In queste occasioni si sente la mancanza di quei corpi intermedi che nella società attivano processi di comunicazione di idee e di azione politica, che rappresentano i cittadini e assumono il ruolo di advocacy verso le istituzioni e sanno spiegare le motivazioni degli uni e degli altri.