Covid, "4,8 milioni di italiani a rischio povertà alimentare"
Il "17,4% degli italiani è consapevole che dovrà restare ancorato a sole spese basic". I dati del primo Rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani nel post Covid. Quasi un italiano su 3 (32%) ha ancora paura di mangiare al ristorante
"Con le fiammate inflazionistiche nel carrello sono almeno 4,8 milioni gli italiani a rischio di povertà alimentare nei prossimi mesi, persone che hanno tenuto in pandemia bilanciando i tagli tra entrate e spese e che oggi hanno un budget dagli equilibri precari e risicati".
E' quanto emerge dal primo Rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani nel post Covid presentato in occasione dell'inaugurazione del Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione, organizzato dalla Coldiretti con la collaborazione dello studio The European House - Ambrosetti, a Villa Miani a Roma. In una situazione resa difficile dalla pandemia "basta un rialzo dei prezzi beni alimentari a rendere a una larga fascia della popolazione molto difficile garantire i pasti sempre e comunque", rileva il rapporto. A questi si aggiunge poi "un 17,4% di italiani già consapevole che dovrà restare ancorato alle sole spese basic, tra casa e alimentazione, per la paura di non farcela".
C'è poi l'effetto valanga determinato sul carrello dall'impennata dei costi energetici, un balzo che spinge l'inflazione trasferendosi sui costi di produzione e sui bilanci delle imprese, dai carburanti ai fertilizzanti, dalle macchine agli imballaggi fino ai mangimi per alimentare il bestiame. "Ma i rincari dell'energia- continua la Coldiretti- si abbattono pure sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all'acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi".
"Dinanzi a una situazione inedita serve responsabilità della intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle", sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
1/3 DEGLI ITALIANI HA PAURA DEL RISTORANTE
"Nonostante la voglia di tornare nei luoghi in cui ci si diverte e si sta insieme a tavola, quasi un italiano su 3 (32%) ha ancora paura di mangiare al ristorante con la risalita dei contagi e il rischio che molte regioni finiscano in zona gialla".
Il riaggravarsi della pandemia, insomma, tiene ancora lontana una discreta fetta di cittadini da pranzi e cene fuori, pur con una netta diversificazione tra le varie fasce dì età. Se tra i giovani tra i 18 e i 34 anni la percentuale di "timorosi" scende al 18%, tra gli over 65 sale addirittura al 50%, stando all'analisi Coldiretti/Censis. Resta la diffidenza anche a prendere parte ad altre iniziative con al centro il cibo, a partire dalle sagre dove stenta a tornare il 38% degli italiani, mentre le gite enogastronomiche sui territori non convincono ancora il 45% dei cittadini e ancor meno se la sentono di partecipare a degustazioni (51%). Nonostante la crescita degli ultimi anni, rilevano poi Coldiretti e Censis, le piattaforme food delivery "non sono l'epicentro di un modello alimentare alternativo a quello classico, ma semplicemente un canale in più, utilizzabile a casa (diventata per molti luogo di lavoro e di studio), sul posto di lavoro o anche nei luoghi pubblici".
STOP SPRECHI, PER 6 SU 10 TORNA LA GAVETTA
"La pandemia ha reso gli italiani più sensibili agli sprechi, con ben il 94% che è diventato attento a evitare di buttare nella spazzatura gli alimenti che acquista". Evidenzia il Rapporto Coldiretti/Censis.
L'attenzione a non gettare il cibo "sembra rientrare tra le abitudini emergenziali destinate a rimanere", a partire dall'usanza di portare la gavetta in ufficio, magari utilizzando gli avanzi della sera prima. Il 57% degli italiani continua a portarsi il pranzo da casa per consumarlo sul posto di lavoro a distanza di sicurezza dai colleghi. Al contrario, "paiono rientrare alcune consuetudini alimentari" che le misure di restrizione avevano spinto, come la preparazione fai da te dei piatti e la 'panificazione da lockdown'. Lo testimonia il "crollo degli acquisti di due prodotti simbolo delle chiusure in casa come la farina e le uova", gli ingredienti base utilizzati per le preparazioni in casa, che "nei primi sei mesi del 2021 calano rispettivamente del 26% e del 13%", secondo l'analisi Coldiretti su dati Ismea. Arretrano anche i prodotti confezionati che in piena pandemia avevano fatto segnare un incremento dell'8%. Al contrario, decolla il fresco, ad esempio l'ittico (+27% nel primo semestre 2021), a testimonianza quindi di un primo ritorno alle vecchie abitudini. Ma crescono anche i "prodotti ricompensa", soprattutto nel comparto delle bevande, dove la spesa è ulteriormente cresciuta (rispetto al 2020) del 7,7%. (RS/DIRE)