Conferenza sul futuro dell’Europa: democrazia “dal basso”. Gli eventi Paese per Paese
Si riunisce a Strasburgo il 15 e il 17 ottobre il quarto panel dei cittadini coinvolti nel processo di riflessione e revisione dell'Ue. Il 22 e il 23 ottobre è fissata una plenaria. Nel frattempo si moltiplicano gli appuntamenti, più o meno rilevanti, promossi dai governi nazionali, dalle regioni o dalla società civile, per estendere il dibattito nei territori. Qui una "geografia" delle iniziative già programmate
Il quarto panel dei cittadini, quello dedicato a “L’Ue nel mondo/migrazione”, si riunisce a Strasburgo il 15 e il 17 ottobre. Con questo appuntamento finisce la prima delle serie di incontri per gli 800 cittadini europei chiamati a confrontarsi sui nove temi della Conferenza sul futuro dell’Europa. I cittadini si ritroveranno altre due volte. Il frutto del primo round di incontri convergerà il 22 e il 23 ottobre nella seconda assemblea a cui partecipano, oltre ai cittadini, i rappresentati delle istituzioni europee e dei parlamenti nazionali, di organismi e ong europee. Il programma dell’assemblea, che si svolgerà nell’emiciclo di Strasburgo, prevede anche una relazione sull’evento europeo per i giovani, l’Eye 2021 che si è svolto l’8 e il 9 ottobre scorsi, e una relazione dei rappresentanti dei panel e degli eventi a livello nazionale. Infatti, tra i vari contesti di dibattito e confronto che la Conferenza intende attivare, oltre alla piattaforma digitale, ai panel europei, alle plenarie, ci sono gli eventi e i panel su scala nazionale. Un report interno mostra che tutti i Paesi si sono attivati in questo cammino, seppur con notevoli differenze. A leggere la sessantina di pagine emerge un grande dinamismo, che in alcuni casi si ferma alle sedi istituzionali, in altri è più attento al reale coinvolgimento dei cittadini.
Panel, questionari, eventi… Pochi sono i Paesi che hanno attivato dei panel dei cittadini nazionali, come richiesto dalla cabina di regia della Conferenza. Uno è il Belgio, che in questo mese di ottobre sta lavorando alla definizione di un panel, sulla falsariga di quelli europei; sarà composto da 50 persone che si riuniranno per tre fine settimana per discutere di “democrazia europea” e di coinvolgimento dei cittadini. Un altro Paese che ha avviato delle consultazioni dei cittadini, organizzate da un ente non politico, su mandato del governo, sono i Paesi Bassi: il coinvolgimento è partito da un questionario pubblico, a settembre, distribuito a gruppi di cittadini selezionati, rappresentativi e inclusivi. A partire dalle risposte al questionario, i cittadini si confronteranno in momenti specifici di “dialoghi”. La Spagna invece ha organizzato dei panel per “gruppi di interesse”: il mondo accademico e delle imprese si è confrontato sulle relazioni internazionali; uno composto di cittadini sullo statuto europeo di cittadinanza; un altro per associazioni della società civile delle regioni autonome sul tema della governance… La Spagna proverà a riflettere anche in eventi “bi-nazionali” (con le vicine Francia e Portogallo).
Appuntamenti transnazionali. Anche nel denso programma della Germania ci sono appuntamenti transnazionali: la Sassonia e il Baden-Wurttemberg insieme alle regioni limitrofe della Polonia e della Repubblica Ceca, il Renania-Palatinato con la Borgogna-Franche-Comté, o ancora il Nord-Reno-Westfalia con la Hauts-de-France e il Voivodato di Slesia. Oltre a questi appuntamenti, la Francia ha attivato i dibattiti a livello regionale, con 18 appuntamenti in altrettante città capoluogo, in due fine settimana di settembre. Il governo della Slovacchia ha adottato un “Concetto sulla Conferenza sul futuro dell’Europa” che scandisce questi mesi di lavoro in tre fasi: preparazione, azione, verifica. Ora siamo nella seconda fase, che prevede, tra l’altro, una “convention nazionale sull’Ue”. Il Portogallo ha lanciato il dibattito a livello nazionale con un grande evento nel luglio scorso, quando era ancora alla guida del semestre europeo. La Slovenia, che ha preso il testimone europeo dal Portogallo, ha fatto un evento nazionale di lancio organizzato dal governo, nel mese di maggio, coinvolgendo le massime autorità nazionali e regionali, e ha anche dedicato l’annuale Forum strategico di Bled (1-2 settembre) interamente alla Conferenza.
Il ruolo dei siti internet. In tanti Paesi, come nella Repubblica Ceca o in Austria, sono stati sviluppati siti internet autonomi (eu-zukunftskonferenz.at quello austriaco, euroskop.cz quello ceco), sebbene collegati alla piattaforma della Conferenza. Il sito austriaco contiene informazioni generali ma anche notizie sull’attualità della Conferenza, e nella fattispecie per l’Austria, indicazioni per l’organizzazione di eventi e un calendario degli eventi previsti sul territorio. A organizzarli ci pensano il governo federale, le autorità regionali e locali, i parlamenti nazionali e regionali, organizzazioni della società civile, le parti sociali, le associazioni e dai cittadini.
L’ostacolo-pandemia. In Irlanda invece, la pandemia ha condizionato molto il cammino della Conferenza, per cui fin qui tutti gli eventi e i dibattiti si sono svolti in modalità virtuale. Contagi permettendo, solo a inizio del prossimo anno si potranno fare incontri in presenza. Thomas Byrne, ministro per gli affari europei, sta facendo una serie di incontri con “gruppi specifici” riguardo la Conferenza: giovani (18-25 anni) e consulte giovanili, comunità di migranti e organizzazioni Lgbtq, le comunità insulari offshore dell’Irlanda. La Danimarca invece per facilitare e incoraggiare un dibattito “inclusivo e decentrato” ha messo a disposizione dei fondi pubblici: a settembre 2021 un totale di oltre 500mila euro era stato distribuito a un gruppo eterogeneo di attori (tra cui ong, media, organizzazioni giovanili, istituzioni culturali, gruppi di riflessione e istituti di ricerca) per la realizzazione di oltre 180 dibattiti in tutta la Danimarca, di cui la metà specificamente rivolta ai giovani.
L’Italia fa la sua parte. E l’Italia? Il governo italiano ha già redatto una “posizione ufficiale” e nominato un “comitato di saggi”, co-presieduto dall’ex commissario europeo, Ferdinando Nelli Feroci, e dall’ex ministro della Giustizia, Paola Severino. Si sono riuniti il 27 luglio 2021, dando vita a quattro gruppi di lavoro tematici (affari istituzionali; politica estera; questioni sociali ed economiche; clima, energia e ambiente) e fissando un calendario di lavoro che dovrebbe arrivare a conclusione entro fine 2021. Un grande evento coinvolgerà i giovani europei e dei Balcani occidentali a Roma il 22 e il 26 novembre 2021, mentre il 3 dicembre i protagonisti saranno i giovani Ue in dialogo con quelli dei Paesi del Mediterraneo. A breve partirà una campagna mediatica per sensibilizzare i cittadini alla partecipazione. Numerosi intanto gli incontri promossi sul territorio dalle istituzioni nazionali e dagli enti locali, nonché le iniziative con scuole e università. Sul sito della Conferenza sul futuro dell’Europa ci sono circa 280 eventi italiani registrati, su oltre 2.900 dei 27 Paesi europei.