Centri estivi, un salasso da 1.234 euro a figlio. + 10% rispetto al 2023

Indagine Adoc ed Eures sui costi a Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari. In media, 154 euro a settimana per il tempo pieno, 85 per l'orario ridotto. In otto settimane, una famiglia con due figli spende quasi 2.500 euro. “Serve intervento strutturale”

Centri estivi, un salasso da 1.234 euro a figlio. + 10% rispetto al 2023

Il centro estivo è un lusso per pochi. Sempre meno le famiglie che potranno permetterselo. Lo svela l'indagine realizzata da Adoc ed Eures in cinque città: Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari. Qui, i costi sono aumentati in media del 10% rispetto allo scorso anno. Il costo medio settimanale a tempo pieno è di 154,30 euro, per l’orario ridotto scende a 85 euro. Immaginando otto settimane di iscrizione al centro, una famiglia spenderebbe 1.234 euro, che salgono a 2.382 euro per due figli, visto che lo sconto medio per i fratelli, qualora applicato, raramente supera il 10%.

Il problema è dietro l'angolo, visto che la lunga pausa estiva è vicina, quest'anno anticipata, in molti casi, dall'appuntamento elettorale: le scuole resteranno chiuse per oltre 12 settimane nel nostro Paese, contro le 6-8 settimane di Germania, Francia e Regno Unito.

Al Nord si paga di più

Le differenze di costo sono significative anche a livello geografico: i centri estivi del Nord Italia risultano i più cari, con un costo medio per una settimana di 175 euro a tempo pieno, contro i 148 euro del Centro e i 118 euro del Sud. Considerando il tempo ridotto i costi settimanali scendono, in media, a 102 euro al Nord, 148 euro al Centro e a 58 euro al Sud.

Milano risulta la città decisamente più cara, con un costo medio a settimana di 218 euro (che scende a 176 euro per l’orario ridotto), registrando un valore pari a circa il doppio di Bari (dove un centro estivo con orario pieno costa mediamente 100 euro a settimana, scendendo a 49 per l’orario ridotto) e di Napoli (123 euro per il tempo pieno e 60 per quello ridotto). Tra le città del Nord, Bologna, con 148 euro per il tempo pieno e 98 per l’orario ridotto, segna il secondo valore più elevato, mentre Roma si colloca in una situazione intermedia, con 137 euro mediamente rilevati per il tempo pieno e 90 euro per quello parziale.

Per 8 settimane di centro, una famiglia milanese arriverebbe a spendere ben 1.748 euro per un figlio e 3.374 euro per due figli; il costo che dovrebbe sostenere una famiglia di Bologna si attesterebbe a 1.180 euro per un figlio e a 2.278 per due figli, valore che scende rispettivamente a 1.093 e a 2.110 euro a Roma. Napoli (con 986 euro per un figlio e 1.902 euro per due figli) e Bari (802 euro e 1.548 euro) pur registrando valori più “accessibili” confermano l’entità di una spesa spesso proibitiva per le famiglie.

Tra i servizi offerti dai centri estivi, il più diffuso è il servizio di refezione (presente nel 75,3% dei casi), mentre la merenda è inclusa solo nel 44,2% delle strutture. Circa il 25% dei centri estivi offre un servizio di pre e/o post-camp (servizio che consente di lasciare e riprendere i propri figli prima e oltre l’orario stabilito) con un costo aggiuntivo.

Famiglie abbandonate, serve un intervento strutturale

“Troppo elevati e spesso inaccessibili per la maggior parte dei genitori i costi dei centri estivi – dichiara Anna Rea, presidente Adoc - Tutto ciò è aggravato dal lungo periodo di chiusura delle scuole. Un problema che si ripropone ogni anno e che pesa esclusivamente sui genitori, in particolare su quelli che lavorano entrambi, sono senza il supporto della famiglia di origine o dove il carico è sostenuto solo dalle madri. Oltre al senso di abbandono avvertito dai genitori, a rischio sono l’apprendimento e le competenze acquisite durante l’anno dai bambini e dai ragazzi e l’amplificarsi delle disuguaglianze sociali. Non tutti, infatti, possono permettersi attività, centri estivi o vacanze studio e i più fragili restano parcheggiati sul divano davanti a tablet o cellulari”.

“Nonostante le parole e le promesse elettorali – commenta la Presidente Adoc nazionale - il governo Meloni ha fallito, continuando a ignorare le reali necessità delle famiglie e lasciando che il peso economico e sociale dei crescenti costi dei centri estivi e della lunga chiusura delle scuole ricada interamente sui genitori, senza offrire soluzioni concrete e strutturali che, come Associazione chiediamo da tempo. Serve un cambio strutturale da parte delle istituzioni – continua Rea - per sostenere le famiglie e garantire un servizio educativo e ricreativo accessibile a tutti”.

“Da Meloni ci saremmo aspettati una maggiore attenzione alle politiche a sostegno delle famiglie e dei bambini. Invece, non vediamo nessun passo in avanti sulla scuola. I costi dei centri estivi aumentano, così come l'IVA su pannolini e assorbenti. Questa è una politica contro bambini e famiglie – conclude la Presidente Adoc nazionale, Anna Rea - e da una donna ci aspettavamo di più”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)