Argentina. Report Caritas: metà della popolazione è in povertà. 1 persona su 4 costretta a saltare un pasto

È stato presentato il 3 giugno a Buenos Aires il rapporto di Caritas argentina e Osservatorio argentino del debito sociale (Odsa-Uca) dell'Università cattolica argentina sulla povertà in Argentina, in vista della Colletta annuale della Caritas che si svolgerà sabato 8 e domenica 9 giugno. Il 10% della popolazione argentina (su un totale di 46,3 milioni di abitanti) sperimenta la fame frequentemente. Nel primo trimestre del 2024 la povertà ha riguardato il 50% della popolazione mentre la povertà estrema raggiunge il 18%. Inoltre il 32% dei lavoratori regolarmente occupati è nella categoria dei “working poor”, un dato che sale addirittura al 50 e 60% per chi lavora nell’economia informale

Argentina. Report Caritas: metà della popolazione è in povertà. 1 persona su 4 costretta a saltare un pasto

In Argentina 1 persona su 4 si trova in una situazione di insicurezza alimentare totale, ossia è costretto a saltare almeno un pasto al giorno perché non può permetterselo. Va ancora peggio per i bambini e ragazzi: il dato sale al 32%. Il 10% della popolazione argentina (su un totale di 46,3 milioni di abitanti) sperimenta la fame frequentemente. Nel primo trimestre del 2024 il 50% della popolazione è in povertà mentre la povertà estrema raggiunge il 18%. Inoltre il 32% dei lavoratori regolarmente occupati appartiene alla categoria dei “working poor”, un dato che sale addirittura al 50 e 60% per chi lavora nell’economia informale. È la drammatica panoramica della situazione sociale in Argentina, che emerge dal rapporto di Caritas argentina e Osservatorio argentino del debito sociale (Odsa-Uca) dell’Università cattolica argentina intitolato “Radiografia della povertà in Argentina: realtà sociale e solidarietà che è speranza”. Il report, presentato il 3 giugno a Buenos Aires, è stato realizzato in vista della Colletta annuale della Caritas che si svolgerà sabato 8 e domenica 9 giugno, con lo slogan “La vostra solidarietà è speranza”.  Le problematiche sociali del Paese, l’alto tasso di inflazione, la crescente povertà, la droga e la criminalità stanno prostrando l’intera popolazione. Tanti sono gli argentini che emigrano all’estero, soprattutto in Italia, vista la doppia cittadinanza di molti figli di emigranti. Nel Paese di Papa Francesco si soffre letteralmente la fame.

La Caritas è presente con 3.500 centri sparsi in tutto il Paese e oltre a fornire alimenti e pasti caldi, offre ascolto, sostegno sociale ed educativo, con corsi di alfabetizzazione e borse di studio per gli universitari. Vengono raggiunge con aiuti alimentari almeno mezzo milione di persone. Speciale attenzione viene data alle donne in gravidanza e ai bambini fino ai 6 anni, fase cruciale della vita: un programma speciale accompagna oltre 2000 famiglie.

Il 50% dei minori mangia in mense scolastiche e comunitarie. Caritas e altre organizzazioni forniscono inoltre programmi alimentari compensativi che permettono al 50% dei minori di mangiare in mense scolastiche e comunitarie. Il governo argentino ha istituito l’assegno alimentare per i figli, che raggiunge il 42,6% dei minori e “borse alimentari” che arrivano nelle case del 37% dei bambini. “Aiuti che dovrebbero essere estesi, sia dallo Stato che dal settore privato. I recenti aumenti annunciati dal governo per il mese di giugno contribuiscono ad alleviare l’attuale crisi”, ha commentato Eduardo Donza, ricercatore e coordinatore dello Sviluppo dei dati, specialista in Lavoro e disuguaglianza presso l’Osservatorio del debito sociale argentino dell’Uca.

L’abbandono scolastico. Dopo la pandemia si è proposta anche una pressante questione educativa, con tanti bambini e giovani che hanno lasciato la scuola: 1 bambino su 4 di età compresa tra i 3 e i 5 anni non frequenta proprio la scuola, mentre nella scuola secondari (13/17 anni) l’abbandono scolastico è al 6,2%.

“Ascoltiamo questi grandi dolori”. “La Caritas non è solo aiuto alimentare, che è comunque molto importante. La Caritas vuole mostrare che siamo esseri umani, non cose. I poveri sono esseri umani, con la loro dignità”, ha affermato mons. Carlos Tissera, vescovo di Quilmes e presidente di Caritas argentina: “La nostra capillarità e vicinanza ci permettono di ascoltare in prima persona questi grandi dolori, che riguarda persone di tutte le età e di tutte le regioni”.

La Caritas è presente soprattutto nei quartieri più poveri con programmi di educazione, lavoro, aiuto alla prima infanzia, integrazione dei quartieri popolari, gestione del rischio e delle emergenze, risposta alimentare. Sono state promosse oltre 1000 cooperative, unità produttive e imprenditoriali su tutto il territorio nazionale. Anche il tema delle dipendenze, soprattutto da sostanze stupefacenti, è molto pressante: in quest’ambito, ha spiegato Sofía Zadara, direttrice esecutiva di Caritas argentina: “Ci affidiamo alle Case di Cristo, promosse dall’allora cardinale Bergoglio”. “Abbiamo 250 centri di quartiere in tutto il Paese dove diamo una risposta globale, attraverso un programma di Case di accompagnamento comunitario”.

L’esperienza di aiuto ai minori nella rete dei Centri comunitari di Itatì, a Quilmes, una città nella provincia di Buenos Aires, è stata raccontata da Karen Burgos, assistente sociale. Nei quartieri popolari di Quilmes accompagnano ogni giorno circa 350 bambini e 200 giovani. “Vogliamo portare un po’ di luce sulla realtà che vivono i giovani e i bambini. Perché ci sono famiglie che, non avendo i mezzi, spacciano droga”, un fenomeno in crescente aumento: “Sta accadendo sempre più spesso e questa è per noi una sfida nuova ed enorme”.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir