Acqua, ancora il problema di tutti. Nonostante le piogge degli ultimi giorni, l’Italia soffre ancora la siccità

A puntualizzare la situazione delle risorse idriche del Paese, ha pensato, tra gli altri, l’Associazione dei consorzi irrigui e di bonifica (Anbi).

Acqua, ancora il problema di tutti. Nonostante le piogge degli ultimi giorni, l’Italia soffre ancora la siccità

Le piogge di queste ultime settimane, anche abbondanti, non hanno posto rimedio alla grande sete italiana. Il dato è certo. E deve far pensare. Anche se le cronache di questi giorni appaiono distratte sul tema. Eppure, il tema della siccità continua ad essere in primo piano, anche tenendo conto dell’inflazione che sta colpendo le materie prime e le risorse energetiche.

A puntualizzare la situazione delle risorse idriche del Paese, ha pensato, tra gli altri, l’Associazione dei consorzi irrigui e di bonifica (Anbi), che in una nota ha detti chiaro: “Come previsto, le piogge d’agosto, cadute in maniera disomogenea e con diversa intensità sull’Italia, non hanno risolto la condizione di conclamata crisi idrica, presente in diverse zone del Paese già dall’estate 2021 e risolvibile ormai solo nel medio periodo”. Gli esempi non mancano in tutta Italia. In Piemonte, nonostante le precipitazioni del mese scorso (mm.80,5 pari a +5,9%), persistono situazioni di forte deficit pluviometrico proprio in bacini già colpiti dalla siccità 2021. In Veneto, dove le precipitazioni agostane hanno segnato + 20% sulla media regionale, si registrano deficit delle falde sotterranee superiori anche al 100%.

In generale al Nord i livelli dei grandi bacini naturali sono largamente al di sotto della media storica e distanti da quanto registrato lo scorso anno comunque secco. Nonostante un’evidente ripresa, il fiume Po rimane sotto i minimi storici e la portata a Pontelagoscuro (tradizionale punto di rilievo della quantità di acqua) non riesce  a raggiungere i 450 metri cubi al secondo, soglia minima per contrastare la risalita del cuneo salino.

Situazioni contrastate e comunque non positive sono state rilevate al Centro dello Stivale. Diversificata ma non nettamente migliore la situazione al Sud. I fiumi della Campania non segnalano particolari sofferenze, mentre i volumi trattenuti negli invasi della Basilicata si sono ridotti di oltre cinquantasette milioni di metri cubi in un mese, così come in Sardegna, dove i bacini delle dighe sono calati di quasi centotrenta milioni di metri cubi di risorsa conservata.  Meglio va in Puglia dove, superata la grande richiesta irrigua, i bacini principali contengono circa centoquarantadue milioni di metri cubi d’acqua, cioè un surplus di 26 milioni sull’anno scorso.

L’immagine – che colpisce ma che ha una sua ragione d’essere -, dell’Italia capovolta con il Nord assestato e il Sud che in qualche modo resiste, continua ad essere quella più affidabile. Ciò che più conta, tuttavia, è il futuro. “L’Italia è di fronte ad un drammatico dilemma meteorologico per le prossime settimane: auspicare copiose piogge, esponendo però il territorio ai gravi rischi, conseguenza di anni di mancati investimenti nella prevenzione idrogeologica oppure sperare in condizioni climatiche regolari, ben sapendo però di permanere in una condizione idrica di forte sofferenza”: ha detto Francesco Vincenzi, presidente Anbi. Per riempire i bacini idrici, occorrerebbero lunghe e regolari precipitazioni. E, soprattutto, una politica dell’acqua che per decenni non è stata all’altezza delle necessità.

Oltre al futuro da affrontare subito, c’è poi un presente importante e oneroso. “La peggiore siccità in Europa da 500 anni – ha annotato Coldiretti -, è costata all’agricoltura italiana 6 miliardi di danni pari al 10% della produzione agroalimentare nazionale”. Mentre Confagricoltura, recentemente, partendo dalla straordinarietà degli eventi in corso ha chiesto interventi straordinari e immediati.

Cambiamento climatico, tropicalizzazione, straordinarietà ed eccezionalità appaiono essere davvero le parole chiave da cui partire. Ed è dalla gestione dell’acqua che chiunque governerà dovrà certamente partire.

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Fonte: Sir