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Blackout elettrici, interruzione delle comunicazioni, mancanza di personale medico negli obitori sono solo alcuni dei gravi problemi denunciati da Save the Children, che chiede alle parti in conflitto di concordare un'immediata cessazione dei combattimenti in Sudan e trovare una soluzione pacifica

“Viviamo mesi difficili, segnati dall’impatto di molteplici crisi di diversa natura: dall’esecrabile aggressione russa all’Ucraina ai tanti conflitti irrisolti in altri quadranti geografici, dal cambiamento climatico all’insicurezza alimentare. Tutto ciò accresce la precarietà economica e il rischio di sfruttamento di esseri umani. È quindi più che mai necessario mantenere salda la tutela dei lavoratori. Di tutti i lavoratori, ovunque essi si trovino, quale che sia la loro nazionalità, per prevenire e sanare inaccettabili forme di marginalizzazione”. 

C’è forte preoccupazione per la situazione che si vive nel grande altopiano della Bolivia, a oltre quattromila metri sul livello del mare, una delle zone antropizzate più elevate al mondo. La carenza d’acqua si è già verificata altre volte, nella regione, ma forse mai in modo così acuto

"Speriamo la crisi non duri più del dovuto e si possa trovare una via di uscita negoziata e un accordo". Lo dice al Sir da Niamey, capitale del Niger, il missionario padre Mauro Armanino. E' scaduto infatti ieri l'ultimatum dei Paesi dell'Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell'Africa Occidentale, ai golpisti che hanno preso il potere il 26 luglio scorso, deponendo il presidente Mohamed Bazoum. L'Ecowas minaccia un intervento militare se il presidente non sarà reinsediato. Anche i vescovi della Conferenza episcopale del Burkina Faso e Niger hanno lanciato un appello contro l'uso della forza.

È la richiesta dei sindaci dell’Alta Padovana per il principale collegamento tra Padova, Bassano e Trento. Una strategia unitaria per snellire il traffico e renderla più efficiente