Santuario di San Leopoldo. Ascolto, accoglienza, sicurezza: questo offrono i Cappuccini
I frati cappuccini del santuario di San Leopoldo continuano a distribuire borse della spesa per famiglie bisognose ma, causa pandemia, sono stati costretti a chiudere la storica mensa che sperano di riaprire quando le condizioni lo permetteranno. «Più che alla povertà fisica, in questo periodo cerchiamo di andare incontro ala povertà spirituale, ce n'è molto bisogno» commenta di padre Alfredo Feracin.
Dagli inizi di marzo, da quando il virus ha iniziato a diffondersi nel nostro Paese, la mensa gestita dai padri cappuccini di San Leopoldo è stata costretta a chiudere. Le persone che vi trovavano un pasto caldo, si rivolgono ora alle vicine suore Salesie, ad alcune parrocchie o alle Cucine popolari. Prosegue invece il servizio di distribuzione di generi alimentari.
«Presso la portineria – racconta padre Alfredo Feracin – sono a disposizione alcune borse della spesa, riceviamo la merce dai benefattori e la consegniamo ad alcune famiglie. Più che alla povertà fisica, però, in questo periodo cerchiamo di andare incontro a quella spirituale. Le persone sono stanche e disorientate, si rivolgono al santuario e al convento per cercare ascolto, sicurezza, accoglienza. Cerchiamo di curare particolarmente le celebrazioni liturgiche, venire qui aiuta molti a sopportare questa situazione difficile».