Premura e affetto per chi è anziano o in difficoltà: in Diocesi duecento sacerdoti sopra i 75 anni
In Diocesi ci sono circa duecento sacerdoti sopra i 75 anni a cui se ne aggiunge un altro centinaio tra 65 e 75 anni. Don Rossetto: «Ho toccato con mano alcune dinamiche veramente belle di fraternità presbiterale»
Stiamo dando risposte sufficienti, come Chiesa di Padova, alle situazioni che vivono i sacerdoti anziani e in difficoltà? È questa la domanda che ha sempre accompagnato, nella nostra Diocesi, l’attenzione e valorizzazione dei sacerdoti “over” e che guida l’operato di don Alessio Rossetto, coordinatore per la cura dei preti anziani e in situazioni di necessità. «Attualmente in Diocesi ci sono circa duecento sacerdoti sopra i 75 anni a cui possiamo aggiungerne un altro centinaio tra 65 e 75 anni – spiega don Rossetto, classe 1980, prete da sette anni; dopo l’ordinazione è stato assistente e prorettore in Seminario Minore – La risposta alla domanda iniziale, ovviamente, cambia molto nel tempo e nello spazio; basti pensare alla differenza tra prima e dopo il Covid, ma anche, vista la vastità territoriale, alle diversità tra le zone più centrali e quelle più periferiche della nostra Diocesi. A dire il vero, però, la differenza fondamentale nel cercare la risposta più adeguata la fa sempre il carattere, le scelte, la vita e la storia, unici e irripetibili, del singolo sacerdote». Proprio a partire da questa constatazione, don Rossetto ha ritenuto prezioso, fin da subito, poter conoscere personalmente non solo i sacerdoti anziani, ma anche la rete relazionale che negli anni si è costituita attorno a loro. «Proprio a tal proposito ho avuto modo di toccare con mano alcune dinamiche veramente belle di fraternità presbiterale. Ho visto molti sacerdoti attenti e premurosi verso i confratelli più anziani e malati. C’è chi accompagna in ospedale in caso di urgenze o visite programmate; chi va a trovare i ricoverati; chi amministra i sacramenti con frequenza al confratello ritirato magari nell’abitazione privata; chi si è attivato per accogliere un confratello in difficoltà in canonica; chi va a trovare l’ex parroco, magari ritirato in qualche struttura, e lo invita per qualche celebrazione significativa in parrocchia, e molte altre attenzioni. Non dimentichiamo che attorno ai nostri preti c’è anche un universo di tanti familiari, parenti, amici e parrocchiani che quotidianamente si prendono cura del sacerdote anziano o in difficoltà». In situazioni di non autosufficienza, sia temporanee che definitive, i sacerdoti diocesani anziani o malati sono sempre riusciti a trovare accoglienza presso Casa Bortignon all’Opsa, Casa del clero, il Cenacolo “Nostra Signora di Fatima” di Montegalda, l’Oic e altre realtà. «Oltre all’aspetto relazionale e sanitario – evidenzia don Rossetto, che è anche collaboratore festivo a Battaglia Terme – ci sono tutta una serie di persone e realtà al servizio dei sacerdoti anziani o in difficoltà, solo per citarne qualcuno con cui collaboro a stretto contatto: l’Istituto diocesano sostentamento del clero, la Fism e l’Apicolf per le collaborazioni domestiche, l’Edas per l’aiuto economico, l’ufficio legale della Curia... Anche molti professionisti: avvocati, notai, commercialisti, assistenti sociali, medici, infermieri, operatori sanitari mi aiutano continuamente a trovare risposta migliore alla domanda iniziale. Quello che più mi fa bene di questo servizio è continuare a conoscere sacerdoti rimasti fedeli alla loro vocazione. Alcuni di questi luminosi esempi ci hanno già preceduto in paradiso».