Monselice. Carità ai tempi del Coronavirus: gli scout si rimboccano le maniche
La parrocchia del Duomo di Monselice sta affrontando le necessità dei più soli e fragili grazie all'aiuto degli scout dell'Agesci perché i volontari Caritas sono in quarantena.
I volontari Caritas sono in “quarantena”, così al loro posto arrivano gli scout. Nella parrocchia del Duomo di Monselice l’emergenza Coronavirus ha chiuso temporaneamente lo sportello del Centro d’ascolto, che in un anno prepara 3 mila borse della spesa. «Il marito di una volontaria è risultato positivo al Covid-19 e così, in maniera precauzionale, abbiamo sospeso tutte le attività – racconta l’arciprete don Sandro Panizzolo – così ho continuato io, in prima persona, a preparare e a consegnare le borse. Ma l’impegno presto è diventato troppo grande per me: ormai tutto il giorno ero impegnato con questo servizio».
Durante un consiglio pastorale in videoconferenza il lunedì santo, l’idea di un componente si è tramutata in una felice esperienza di discernimento comunitario: perché non chiedere agli scout? «Un componente del consiglio pastorale fa parte degli scout e subito ha verificato la disponibilità della comunità dei capi Agesci, giovani dai 22 ai 35 anni che hanno dato subito la propria adesione, coprendo con turni tutto aprile». Gli scout si sono messi subito al servizio: «Non solo confezionano le borse, le consegnano a chi viene su appuntamento o le portano a casa per le situazioni più difficili, ma anche vanno a pagare le bollette, facendo la coda alle poste, per le persone più in difficoltà».
I volontari storici della Caritas – per il momento impossibilitati al servizio diretto – sono però riusciti a tornare nei supermercati per raccogliere, due o tre volte a settimana, a raccogliere le eccedenze e le merci prossime alla scadenza.
La comunità di Monselice, assente per causa di forza maggiore alle messe domenicali, si è fatta comunque sentire: «Per Pasqua molti hanno fatto bonifici o hanno consegnato offerte nella cassetta della posta. In tanti hanno voluto darci una mano, ma devo dire che qui sono “ben allenati” grazie all’esperienza delle adozioni di prossimità».