Lorenzo Girardi. Una vita donata per la famiglia, la professione e la Chiesa

Lorenzo Girardi, medico, originario di Gallio, ha concluso il suo lungo cammino terreno in cui ha testimoniato una fede autentica, mai ostentata

Lorenzo Girardi. Una vita donata per la famiglia, la professione e la Chiesa

Martedì 29 marzo il dott. Lorenzo Girardi ha concluso la sua lunga esistenza terrena (99 anni), aprendosi alla Vita a cui Dio chiama ogni credente e ogni uomo. Desideriamo farne una memoria riconoscente, per ringraziare Dio di tutto ciò che gli ha donato, a iniziare dalla famiglia che ha amato, ricambiato da altrettanto affetto, e da quanto egli ha donato alla società e alla sua Chiesa. Anzitutto una fede autentica, non ostentata ma cercata, interiorizzata e manifestata con grande carità e senso di appartenenza, con responsabilità laicali e professionali, nella vita quotidiana e nel suo impegno ecclesiale, parrocchiale e diocesano. Nato a Gallio, paese con cui ha mantenuto sempre un legame profondo e riconoscente, da giovane studente universitario si è inserito nel territorio padovano a Luvigliano, dove lo zio don Baldassarre era parroco, proponendosi come giovane di Azione cattolica, assumendo anche responsabilità vicariali e intrattenendo amicizie che ha conservato in tutta la vita. Laureato in medicina esercitò la professione con grande competenza e onestà a Este e poi a Padova. Nel frattempo si inserì nel gruppo dei Laureati di Azione cattolica, oggi Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale), distinguendosi per l’impegno professionale (si ricorda un interessante seminario sulla cura del dolore), per la cura degli esercizi spirituali annuali e della liturgia, soprattutto per la pazienza di raccogliere i testi dei ritiri tenuti al Meic da mons. Luigi Sartori, dai quali è nato un libro prezioso: Il dito che annuncia il cielo. Una spiritualità della speranza (Gregoriana, Padova 2005). La sua costante partecipazione alla preghiera della comunità di Praglia e la frequentazione dell’ambiente benedettino, favorirono in lui una particolare sensibilità per la conoscenza della liturgia e lo studio del mistero celebrato. Insieme ad altri componenti del gruppo dei Laureati (Sambin, Riondato, Carazzolo) ha un po’ anticipato e preparato il Concilio Vaticano II, approfondendo, sotto la guida di padre Pelagio Visentin (che partecipò al Concilio come esperto) e Luigi Sartori (teologo al Concilio e addetto alla relazione con la stampa), il senso della celebrazione eucaristica. Questa esperienza favorì in lui una sensibilità, che approfondì nel dopo Concilio, ritagliandosi tempi preziosi per frequentare i corsi di specializzazione all’Istituto di liturgia pastorale presso il monastero di Santa Giustina, e partecipando a incontri tematici e convegni di studio. In quegli anni, fino a oltre il 2000, con nomina vescovile, fu invitato a prendere parte alla Commissione diocesana per la liturgia e la musica sacra (in tale campo fu preziosa la frequentazione di padre Giovanni Maria Rossi), condividendo lo scambio di idee e proposte. Raggiunta l’età della pensione, si è reso disponibile a collaborare per diversi anni con l’Ufficio diocesano per la liturgia, all’interno della curia vescovile, con prestazione attiva e discreta, assidua e competente. Come segno di riconoscenza per la dedizione ecclesiale e testimonianza, fu insignito con l’onorificenza della Croce pro Ecclesia et Pontifice, e nel 2020, durante la celebrazione per la festa di san Prosdocimo nella basilica di Santa Giustina fu annoverato nel gruppo dei primi “Fedeli servitori” della comunità ecclesiale. Nell’unirci alla famiglia nella preghiera di suffragio rendiamo grazie per tutto il bene fatto e ricevuto nella professione, nella famiglia, nella Chiesa.

don Ruggero Toldo e don Marcello Milani
A nome dell'Ufficio Diocesano per la Liturgia e del Meic

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)