L’eclissi della speranza, le psicoterapeute Ghinassi e Milanese esplorano il tema del suicidio per prevenirlo e per stare vicino a chi subisce questo lutto
Il libro delle Edizioni Messaggero Padova per la collana Smartbook Tutto è vita diretta da Guidalberto Bormolini. Con prefazione di Diego De Leo
Come accompagnare una persona che sta meditando il suicidio, o chi è sopravvissuto a questo lutto? Come fare per mantenere sempre accesa la fiammella della speranza, anche quando tutto sembra oscurità? Il libro L’eclissi della speranza, scritto a quattro mani da Annagiulia Ghinassi e Roberta Milanese per i tipi delle Edizioni Messaggero Padova, prende per mano i lettori e con delicatezza e autorevolezza li accompagna in un percorso per ritrovare il senso della vita.
Vivere momenti difficili ed estremamente dolorosi è parte imprescindibile della vita per molti, così come sperimentare vere e proprie crisi esistenziali, situazioni che possono farci sprofondare nella disperazione e nella perdita di senso della vita. Tanto che, secondo le stime degli esperti, in certi frangenti, un individuo su sei prende in considerazione l’ipotesi del suicidio, anche se la maggior parte riesce a superare in altri modi il momento di difficoltà. Tuttavia il suicidio rimane una scelta che troppo spesso viene compiuta: oltre 700.000 persone ogni anno, a ogni latitudine e cultura.
Camminando in punta di piedi, le autrici, psicologhe e psicoterapeute, esplorano il tema del suicidio: cosa spinge una persona a sceglierlo; come prevenirlo; come stare vicino a chi vive questo lacerante lutto e come affrontare le domande di senso che il suicidio porta con sé. Come durante un’eclissi la luna si frappone fra la terra e il sole oscurandone i raggi, anche se questo non rappresenta la fine della luce, così accompagnare una persona che sta meditando il suicidio, o chi è sopravvissuto a questo lutto, significa mantenere sempre accesa la fiammella della speranza, anche quando tutto sembra oscurità. Scoprendo infine, con il poeta Tagore, che «le onde di lacrime del dolore fanno emergere perle preziose da inaccessibile profondità».
Così Diego De Leo, professore emerito di psichiatria e direttore emerito del Centro Collaborativo dell’OMS per la Ricerca e la formazione sulla prevenzione del suicidio di Brisbane, nella prefazione del volume: «Non c’è tragedia umana peggiore del suicidio e non ci sono mai ragioni plausibili per giustificarlo. Ci sono ragioni e basta. Incomprensibili o, meglio, mai completamente comprensibili. È questo il principale tormento di chi un suicidio lo subisce, di chi perde una persona cara e rimane al mondo. Perché mai è successo? Perché proprio a me, proprio a noi? Ci meritavamo tutto questo? E potevamo evitarlo, capendo che le cose stavano precipitando? E adesso, cosa penseranno di noi? Come ricordato in questo volume, Camus sosteneva che il suicidio rappresenterebbe l’unico problema serio della filosofia: cioè il decidere se la vita valga sempre la pena di essere vissuta o meno e, quindi, ipotizzare che possano esistere condizioni in cui un gesto estremo sia condivisibile e accettabile. In questa nostra società di individui sempre più “soli”, ancorché iper-connessi, il numero delle persone che identificano certe situazioni come inaccettabili per la continuazione della vita appare in costante aumento. La richiesta di una vita di qualità è andata a inglobare il desiderio di qualità di morte, bisogno che sembra destinato a essere sempre più diffuso. Secondo il rapporto Censis del 2023, il 74% degli italiani si dice oggi favorevole all’eutanasia, una percentuale decisamente aumentata rispetto ai rilievi precedenti. Certo, la sofferenza spaventa, la mancanza di speranza annichilisce; in mancanza di una fede religiosa capace di dare senso e sorreggere, tali condizioni possono risultare insopportabili e indirizzare alla richiesta di una “buona morte”, l’eutanasia, appunto. [...] Il contributo che dona al lettore questo volume è principalmente fatto di stimolazioni di opportunità di riflessione; è scritto da chi ha dedicato tantissimo di sé al tema della sofferenza e della morte e ha fatto dell’educazione una delle missioni più importanti al riguardo, mirata a farne conoscere i multiformi aspetti ma, in definitiva, a dare più valore alla vita. Anche a quella di chi resta».
LE AUTRICI
Annagiulia GHINASSI psicologa, psicoterapeuta e tanatologa. Docente della Scuola di Psicoterapia Breve Strategica e del Master Tutto è Vita in accompagnamento spirituale alla malattia e al morire. Coordina i Punti di ascolto per il lutto della Toscana per l’associazione Tutto è Vita, è autrice di alcuni libri, tra cui Il cuore ferito. La separazione affettiva come forma di lutto e Morte. Tanatologia, Death Education e spiritualità (con G. Bormolini).
Roberta MILANESE, psicologa, psicoterapeuta e ricercatrice associata del Centro di Terapia Strategica di Arezzo. Docente della Scuola di specializzazione in Psicoterapia Breve Strategica e del Master Tuttoèvita, è autrice di numerose pubblicazioni, tra cui Perdonare sé stessi e gli altri (con G. Bormolini), La mente ferita (con G. Nardone e F. Cagnoni), L’ingannevole paura di non essere all’altezza e Rabbia. Un’emozione da addomesticare e cavalcare.