Catechesi. Ripartiamo insieme. Spunti per guardare al presente e al futuro prossimo
Appuntamento ogni mese, da questo numero, per riflettere a partire dal documento dell’Ufficio catechistico nazionale
Ormai è passato un anno da quando abbiamo scoperto il significato della parola inglese lockdown; il verbo to lock vuol dire “chiudere a chiave”, l’aggiunta di down dice proprio una serratura chiusa completamente, senza possibilità di uscita.
La fase del lockdown l’abbiamo superata, nel senso che ora un po’ ci si può muovere, ma non ancora con la libertà a cui eravamo abituati... Tutto ne risente, catechesi compresa: che fatica mantenere il ritmo dei percorsi di iniziazione cristiana, quante complicazioni anche solo per tenere vivi i contatti all’interno dei gruppi!
Nei primi tre numeri di “Speciale catechesi” del 2021 abbiamo dato voce ad alcune esperienze positive, di alcuni tra i tanti modi inventati nelle nostre comunità per reagire con creatività a questa situazione così surreale. Una delle sottolineature che più ritorna nei racconti riportati in questo mese di marzo è quanto sia stato utile il lavoro in équipe (ancora una volta si vede che una scelta fatta anni fa sta ora portando frutto!). Mettere insieme catechisti, ragazzi, genitori, accompagnatori, animatori, parroci, magari anche il consiglio pastorale parrocchiale, è questa la via più sicura per riprendere il cammino: farlo insieme.
Lo scorso autunno l’Ufficio catechistico nazionale ha pubblicato online alcune pagine intitolate Ripartiamo insieme: linee guida per la catechesi in Italia in tempo di Covid. Sono uno strumento agile e concreto, con molti spunti per guardare al presente e al futuro prossimo. A partire da questo numero di “Speciale catechesi” riprenderemo ogni mese una delle sottolineature principali di questo documento, con un articolo che comparirà sia sulla Difesa del popolo che nella Voce dei Berici. Anche questa collaborazione tra Diocesi è un modo per camminare insieme. Nella speranza che quanto di buono stiamo imparando in questo periodo non sia utile solo “in tempo di Covid”, ma possa diventare uno stile che porteremo con noi a lungo.