C’è un Sinodo da attuare: sentiamoci tutti coinvolti

Nell’anno pastorale 2024-25 si muovono i primi passi per concretizzare le proposte del Sinodo diocesano. A fine settembre sono previsti otto incontri in diverse zone della Diocesi per presentare l’iter attuativo e poi, nelle parrocchie, si “lavora” sulle collaborazioni pastorali

C’è un Sinodo da attuare: sentiamoci tutti coinvolti

«Ci troviamo al punto di attuare le tre proposte del Sinodo diocesano. Il cammino sinodale è stato lungo e intenso e adesso va realizzato, con gradualità e con pazienza, ma anche con entusiasmo e decisione». Esordisce così don Leopoldo Voltan, vicario per la pastorale, quando gli chiediamo – posto lo sfondo della lettera post-sinodale Ripartiamo da Cana – a che punto si trova la Chiesa di Padova a inizio dell’anno pastorale 2024-25.

Cosa ci aspetta concretamente e – con l’orizzonte delineato dal vescovo Claudio – com’è chiamata la Chiesa di Padova a starci dentro? «Accogliere e dare forma concreta al Sinodo diocesano è una prospettiva di corresponsabilità, che coinvolge molti, chiaramente con ruoli e sensibilità diverse. I rinnovati organismi di comunione (consigli pastorali e consigli per la gestione economica), gli operatori pastorali e i presbiteri possono favorire la corresponsabilità di molti nel conoscere e nell’attivare le proposte del Sinodo. A me fa piacere anche il processo che ha portato alla definizione dei vari step (passi) attuativi del Sinodo: una elaborazione di più soggetti come gli Uffici diocesani, i vicari foranei, la presidenza del Consiglio pastorale diocesano, la Consulta delle aggregazioni laicali e i diaconi permanenti».

Per dare avvio all’attuazione del Sinodo diocesano è prevista una serie di incontri nel territorio della Diocesi. Con quali obiettivi? «L’obiettivo è presentare ad alcune persone con specifici compiti parrocchiali – presbiteri, vice presidente del cpp, vice amministratore del cpge – l’iter attuativo delle proposte del Sinodo da settembre 2024 a febbraio 2025. Ci sarà un incontro previo in otto zone della Diocesi il 20, 21 e 28 settembre; le parrocchie, poi, si organizzeranno per compiere ciascuna due step: sulle proposte del Sinodo in ottobre (1) e sulle collaborazioni pastorali in novembre (2); lo step numero 3, con le parrocchie coinvolte nella collaborazione pastorale, si terrà tra dicembre e febbraio. È uno spazio sia comunicativo sia formativo, per garantire un cammino ordinato e proficuo nelle parrocchie. Uno dei frutti più belli del Sinodo credo sia stato l’acquisizione di un metodo, quindi presenteremo il metodo di lavoro, espresso con alcune schede, perché il contributo di ciascuna parrocchia sia significativo ed efficace».

Come si è arrivati a questo cronoprogramma? «Tenendo conto, tra le altre cose, di un’urgenza organizzativa riguardante le collaborazioni pastorali. Dopo anni di riflessioni diocesane, c’è necessità di arrivare a un quadro definito, che permetterà di avviare i coordinamenti delle collaborazioni pastorali, di dare forma al dialogo Diocesi/Uffici con il territorio e di arrivare al rinnovo degli organismi diocesani (Consiglio presbiterale e Consiglio pastorale diocesano). Il punto di forza è che c’è una direzione, scandita da tempi e modalità precise. Il rischio sta nei tempi che possono sembrare ristretti; confido che il gusto di attuare il Sinodo faccia superare le inevitabili fatiche del percorso».

Qual è lo stile a cui siamo tutti chiamati a compiere questo cammino? «Vorrebbe essere quello della comunione e la sinodalità ha come obiettivo il servire la comunione: siamo sinodali se puntiamo a essere in comunione. Quindi lo stile è di sentirci adesso Chiesa, di ringraziare per questo tempo inedito e affascinante, di avvertire che nelle problematiche sono nascoste sfide e opportunità. Lo stile è quello di essere insieme, riuniti dal Signore, adesso e qui per ricevere e comunicare il Vangelo della vita e della gioia».

Nella lettera Ripartiamo da Cana era già contenuta una bozza delle collaborazioni pastorali. Come hanno reagito le parrocchie? «Alcune hanno fatto pervenire dei suggerimenti e prospettato una diversa composizione delle collaborazioni pastorali. La bozza rivista verrà inviata a breve a tutte le parrocchie insieme alle schede di lavoro per una valutazione sia parrocchiale che di tutte le parrocchie inserite nella collaborazione pastorale. Le parrocchie valuteranno se la proposta diocesana è adeguata; come valorizzare l’unicità di ogni parrocchia e la bellezza di collaborare insieme; quali passi iniziali concreti vanno compiuti in ciascuna collaborazione. Poi la questione vera, espressa anche nella lettera post-sinodale, non è riorganizzarci funzionalmente ma di ripensare la presenza cristiana nel territorio in modo missionario».

Lo step numero 3 prevede che le parrocchie coinvolte nella collaborazione pastorale, valutata la “fattibilità”, offrano un contributo scritto al vescovo. «Il vescovo si metterà nella posizione di ascolto e di accoglienza e poi confermerà le collaborazioni pastorali nella primavera del 2025. È bello il verbo “confermare”, cioè riconoscere, apprezzare, vedere tutto il bene che c’è, incoraggiare, promuovere».

E poi, secondo il cronoprogramma, da marzo 2025 ci si dedica al ministeri battesimali... «Questa proposta, secondo me, è la più completa delle tre uscite dal Sinodo. È già un bel testo, articolato e ricco. Abbiamo già raccolto alcuni materiali da vari soggetti diocesani, adesso andrà ampliato l’ascolto di contributi, anche di competenza teologica-pastorale, che permettano di individuare le persone da coinvolgere, di immaginare un cammino formativo e di esprimere al meglio il loro mandato in relazione alle realtà parrocchiali».

L’attuazione del Sinodo si intreccia con...

Il percorso di attuazione del Sinodo diocesano – i cui primi incontri si tengono in otto zone della Diocesi venerdì 20, sabato 21 e sabato 28 settembre – prende vita in un anno pastorale in cui riparte la visita pastorale del vescovo Claudio e in cui si apre il Giubileo. Che “intreccio” immaginare per le parrocchie nostra Diocesi? «Gli intrecci sono sempre belli e fecondi – sottolinea don Leopoldo Voltan – perché favoriscono più punti di vista. Siamo contenti del Sinodo della Chiesa universale che ci inserisce nel contesto più grande del mondo; del Giubileo ordinario che ci richiama la speranza e la grazia di sentirci pellegrini; della ripresa della visita pastorale, in cui il vescovo entra in relazione più diretta con il territorio. Ogni esperienza rappresenta un punto di vista eccezionale che fa cogliere meglio l’insieme e l’avventura del Vangelo operante in noi».

INCONTRO PREVIO in otto zone della Diocesi

Destinatari: parroco, vicepresidente cpp e vice cpge. Obiettivi: fornire dei suggerimenti per il mandato dei rinnovati organismi parrocchiali; presentare l’iter attuativo delle proposte del Sinodo e le schede di lavoro per ogni singolo momento; offrire contributi formativi sul discernimento comunitario. Date e luoghi: 20 settembre, 20.30- 22.30 al cinema Marconi di Piove di Sacco e cinema Aurora; 21 settembre, 9.30- 12, chiesa di San Sebastiano a Thiene, centro parrocchiale Redentore di Monselice, centro parrocchiale di Fellette; 28 settembre, 9.30-12, Opsa, centro parrocchiale di Tombelle, centro parrocchiale di Carceri.

NEL CORSO DELL’ANNO

Ottobre 2024: primo incontro in parrocchia per conoscere le proposte del Sinodo.

Novembre 2024: secondo incontro in parrocchia sulle collaborazioni pastorali.

Da dicembre 2024 a febbraio 2024: Terzo incontro con tutte le parrocchie coinvolte nella collaborazione pastorale.

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