Brusegana, la chiesa compie 90 anni
Il 25 marzo, domenica delle Palme, la parrocchia di Brusegana festeggia anche il novantesimo dell'inaugurazione della sua chiesa, intitolata ai santi Fabiano e Sebastiano. Per l'occasione la messa delle 10.15 viene presieduta dal vescovo Claudio. Al termine si inaugura una mostra fotografica che documenta la costruzione dell'edificio e altri momenti significativi della vita comunitaria di quegli anni.
Le immagini, fornite per lo più dalle famiglie del quartiere, permettono di ripercorrere un tratto ormai lontano, ma tutto sommato recente, del cammino di questa parrocchia, nominata per la prima volta in un documento del 1026 e prossima, quindi, a ricordare addirittura i mille anni dalla fondazione.
Nei primi decenni del secolo scorso, la chiesa precedente, che sorge defilata lungo la tangenziale e la ferrovia e ospita ora la comunità ortodossa moldava, era diventata troppo piccola per le esigenze della parrocchia. In soli otto mesi fu eretto il corpo principale del nuovo tempio, sotto la guida del giovane ed entusiasta parroco don Valentino Apolloni. Il baricentro del rione si spostò così definitivamente verso l'asse viario tra il centro cittadino e i Colli.
Durante l'allestimento della mostra, la storia della parrocchia è riemersa anche in maniera sorprendente: «Nel cercare qualche documento da esporre, sono state rinvenute le chiavi di un vecchio armadio che custodiva, tra le altre cose, le reliquie dimenticate di tre santi: Tranquillino, Vittore e Donato, tutti martiri dell'epoca di san Sebastiano», racconta il parroco di Brusegana don Fabio Artusi.
Oggi questa comunità è avanti negli anni pure nell'età anagrafica di molti dei suoi membri, tuttavia non mancano i segni di speranza per il suo futuro. Alcuni giovani hanno costituito un gruppo sinodale e partecipato a quest'importante iniziativa diocesana. Nella veglia pasquale si celebreranno i primi sacramenti dall'introduzione della nuova iniziazione cristiana. Durante la recente Settimana della comunità, tutti gli operatori pastorali si sono ritrovati per una bella serata di condivisione. Due settimane fa, la “24 ore per il Signore” ha visto l'adesione di 35 lettori di ogni età, che si sono succeduti giorno e notte nella lettura della Parola.
Testimonianze di “pietre vive” che la ricorrenza del novantesimo, preparata anche con le catechesi comunitarie dell'Avvento e della Quaresima, si propone di confermare e rilanciare nello loro scelte: «L'anniversario della nostra chiesa – sottolinea don Artusi – deve ricordarci che in questo luogo l'Invisibile si fa visibile e che qui ci riuniamo come figli e fratelli per invocare lo stesso Padre e ascoltare la stessa Parola. Qui viviamo la dimensione del mistero e siamo “casa tra le case”, attenti ad accogliere, come accade sempre più spesso, ad esempio in occasione dei funerali, anche le persone non credenti, affinché non si sentano estranee».