Azione Cattolica. Il bello del servizio in associazione

La presidenza diocesana è al lavoro tra un anno associativo ancora in corso, con le iniziative estive, e uno che è tutto da progettare. Conosciamo alcuni dei suoi membri, tra nuovi e “vecchi”

Azione Cattolica. Il bello del servizio in associazione

L a nuova presidenza diocesana dell’Azione cattolica di Padova è stata eletta lo scorso 10 marzo e – con il nuovo presidente, Marco Cavinato – sta “marciando” alla grande tra un anno associativo in corso, che si sta esplicitando nelle tante iniziative estive, e il prossimo da progettare. È composta dai vicepresidenti adulti Antonella Finesso e Marco Zambon (al secondo mandato); i vicepresidenti giovani Chiara Mion e Riccardo Indraccolo; i responsabili dell’Acr Maria Norbiato e Stefano Piccolo (al secondo mandato); la responsabile per la formazione degli educatori Anna Marinaro; il responsabile per la promozione associativa Filippo Nale (al secondo mandato); la responsabile per la comunicazione Annalaura Furlan (al secondo mandato). Della presidenza fanno parte anche la segretaria, Cristina Pastore, e gli assistenti don Fabio Moscato, don Leonardo Scandellari e don Vito Di Rienzo. Conosciamo alcuni membri della presidenza. Chiara Mion ha 27 anni, è insegnante alla scuola primaria e proviene dalla parrocchia di Santa Maria delle Grazie di Este. «Fin da piccola ho respirato il profumo dell’Ac. Il primo camposcuola, addirittura, l’ho vissuto a 6 mesi, quando i miei genitori facevano gli educatori! Il mio percorso in Ac mi ha aiutata a crescere a livello personale, spirituale e anche professionale, facendomi sperimentare la bellezza di instaurare relazioni solide, la ricchezza di collaborare in equipe e la gioia di annunciare il Vangelo, dai più piccoli ai più grandi». Di fronte alla richiesta di mettersi in gioco come vice giovani diocesana, Chiara era un po’ preoccupata «ma allo stesso tempo onorata, e così, dopo un periodo di discernimento, ho accettato, consapevole che sarà una camminata tosta e avventurosa. Vorrei cercare di condividere il mio entusiasmo e le mie idee, di tessere relazioni belle e autentiche e di provare a mettermi in ascolto dei giovani». “Collega” di Chiara, come vice giovani, è Riccardo Indraccolo, 23 anni, originario di Tencarola, studente di filologia moderna a Padova. «Frequento l’Ac da sempre, ma la vera svolta l’ho vissuta dopo i 18 anni, quando mi è stato proposto di accompagnare i ragazzi di 1a e 2a media al camposcuola estivo. Quell’esperienza è stata il primo passo nel mondo del servizio in associazione e l’affetto e la vicinanza delle persone che ho conosciuto mi hanno dato l’entusiasmo per dire “sì” anche in altre occasioni». Dopo i primi incontri della presidenza diocesana, Riccardo racconta che si è trovato subito a suo agio: «Il clima familiare e accogliente mi ha permesso di stringere belle relazioni. In questi anni che vedo davanti vorrei mettere a disposizione dell’Ac impegno e coraggio nell’affrontare le sfide che incontreremo, con la speranza che il mio servizio possa arricchire la vita di chi mi sta accanto». A prendersi cura della formazione degli educatori è stata chiamata Anna Marinaro, 35 anni, educatrice in un asilo nido, originaria di Cristo Re. «Il mio incontro con l’Ac risale a quando in prima superiore un’amica mi ha proposto di andare alla serata d’inizio anno del gruppo giovanissimi: non ne sapevo nulla e mi sono fidata. Crescendo è arrivata la proposta di diventare educatrice: ho sentito che era il mio posto». Il «sì» alla presidenza diocesana «è stato anche un po’ inconsapevole, ma è sicuramente dovuto al grande supporto e fiducia che sento da parte dell’equipe formazione di cui faccio parte. Metto a disposizione dell’associazione il mio tempo nell’ascolto degli educatori e dei responsabili. Nella presidenza metto completamente me stessa». Annalaura Furlan – 32 anni, si occupa di marketing e comunicazione ed è della parrocchia di Saccolongo – è al secondo mandato come responsabile della comunicazione. «Quando mi hanno chiesto di entrare in presidenza diocesana mi sono sentita poco all’altezza del ruolo proposto, ma allo stesso tempo desiderosa di mettermi a disposizione per restituire all’associazione un po’ della bellezza da sempre ricevuta. Questo mi ha spinta a rinnovare il mio sì anche per il nuovo mandato, per provare ad aggiungere qualche mattoncino ancora al lavoro avviato e perché l’esperienza vissuta negli scorsi quattro anni mi ha davvero regalato tanto». Ha di nuovo detto «sì» anche Marco Zambon, vice adulti. Ha 39 anni, è ingegnere informatico in ambito bancario e la sua parrocchia è Sambruson. Dopo molti anni impegnato in parrocchia, a un certo punto ho ritenuto che il mio servizio come responsabile dovesse passare ad altri. Mentre meditavo questa cosa, un amico ha pensato bene di coinvolgermi nelle attività adulti diocesane. Avevo 33 anni, e oltre alla realtà diocesana, che ho frequentato poco da giovane, anche il mondo adulti era per me tutto nuovo. E ho accettato la sfida». In presidenza Marco sente di mettere a disposizione il suo essere «e una buona dose del mio tempo. E anche un po’ di sana ironia, per aiutare tutti a vivere l’impegno in associazione con leggerezza, che non è superficialità, ma fare le cose senza avere macigni sul cuore». Antonella Finesso affianca Marco come vice adulti. Ha 49 anni, insegna alla scuola primaria e proviene dalla parrocchia di Arzercavalli. «Frequento i gruppi Ac da giovanissima, ma il momento in cui mi sono sentita parte integrante dell’associazione è stato quando nella mia presidenza parrocchiale prima e vicariale poi sono stata chiamata a essere responsabile. In quelle esperienze ho conosciuto il vero senso dell’Ac assaporando il suo stile di accoglienza, di condivisione, di fare e di essere all’interno della Chiesa». In presidenza, Antonella si è subito sentita accolta e accompagnata. «L’Ac è sempre venuta a chiamarmi in particolari momenti della mia vita e l’ha fatto anche questa volta. Ho accettato questo incarico con la certezza che le chiamate del Signore hanno sempre una buona motivazione...». Maria Norbiato è stata nominata responsabile dell’Acr. Ha 31 anni, è sposata con Alessandro e mamma di Camilla; lavora come assistente sociale. «Il mio primo incontro con l’Ac credo sia avvenuto in famiglia. Se mi fermo a pensare cosa mi ha fatto dire che l’Ac era il mio posto, sono le persone». Alla presidenza diocesana, Maria ha detto «sì con il cuore. Mi sono messa a servizio dell’associazione e della nostra Chiesa per tentare nel mio piccolo di tenere vivo il fuoco della fede e dell’essere comunità nelle nostre parrocchie e quindi nella nostra Diocesi. Mi piace pensare che il mio impegno sia un modo anche per dire grazie per tutto quello che l’associazione mi ha dato e per fare in modo che anche altri possano continuare a goderne in futuro». Accanto a Maria, per il secondo mandato, c’è Stefano Piccolo. Ha 30 anni, lavora in uno studio di progettazione di infrastrutture e viene dalla parrocchia di Tencarola. «Il mio primo incontro con l’Acr risale alla terza elementare. Ricordo bene il camposcuola vissuto quell’anno». Stefano si è messo al servizio di un’associazione, «che mi ha dato e continua ha darmi tanto e ho trovato un gruppo di persone con cui condividere gioie e fatiche e continuare a crescere come persona». Ha una bella impressione dei primi passi mossi dalla nuova presidenza: «Le persone nuove hanno voglia di impegnarsi e mettersi in gioco; i “vecchi” di essere elemento di continuità per poi insieme prendersi cura al meglio dell’associazione e delle persone che vi dedicano tanto tempo ed energie» Segretaria della presidenza è Cristina Pastore, 42 anni, originaria della parrocchia di Pontelongo. È sposata con Francesco e mamma di Simone e Chiara. «Ho incontrato l’Ac nel mio primo camposcuola parrocchiale: ero molto piccola, ma ricordo bene la gioia semplice e lo stupore che provavo nel “trovare un senso” a quello che vivevo e vivevamo nel gioco, nelle attività, nella preghiera e anche nella fatica dell’escursione. E in questa scoperta non ero da sola». Il «sì» di Cristina al servizio in presidenza diocesana «è prima di tutto un sì di affetto e di bene, ma anche, dopo anni di lontananza dal servizio attivo in Ac, la mia risposta alla chiamata di rimettersi in gioco e restituire il bene ricevuto, con fede e fiducia in Gesù che guarda e vede oltre la mia pochezza. Nel servizio come segretaria di presidenza porto prima di tutto il mio essere mamma e quindi l’avere a cuore il bene e il prendersi cura dell’altro, l’ascolto e la pazienza, l’empatia e l’accoglienza; porto la mia creatività e versatilità, l’apertura a imparare sempre cose nuove e dalla sfera lavorativa, metto a disposizione la mia serietà e precisione, la costanza e l’impegno».

Marco Cavinato e il suo «sì» all’associazione

Marco Cavinato, presidente diocesano, ha 40 anni. È sposato con Irene e ha tre figli. È presidente della cooperativa sociale Idee Verdi. «Il mio primo incontro con l’Ac risale al 1989: avevo sei anni. Sono due gli aspetti che, fin da subito, mi hanno colpito e sono vivi ancora oggi: le relazioni e l’esempio di tante persone. Testimoni credibili e appassionati di questa nostra Chiesa che, grazie anche allo stile dell’Ac, hanno reso sempre più bella». Marco ha dato la sua disponibilità alla presidenza diocesana «perché a questa nostra Ac devo tanto anzi, posso dire, che devo tutto... Dopo che mi è stato chiesto dare la mia disponibilità a essere presidente diocesano mi sono rimbombati svariate volte nella mente e nel cuore due versetti del Vangelo: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” e “A chi tanto ha ricevuto, tanto sarà chiesto”. Per dare concretezza a questi inviti ho deciso, con l’aiuto della mia famiglia, di dire il mio sì».

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