Andrea, sei sulla montagna di Dio. Il ricordo di Andrea Carraro a due mesi dalla morte
Andrea, un amico con cui ho condiviso tratti di terra e di cielo, passi e cuore, emozioni e movimenti dello spirito. Ogni nostro incontro aveva il sapore di un evento singolare.
Ci siamo voluti davvero bene. Come mi è stato sempre caro Andrea, così Rossana, Tommaso, Marta e Matteo, la sua incredibile famiglia, dove nel sostare mi sentivo a casa mia. Cosa aveva di grande Andrea? Aveva che, nel silenzio e nell’umiltà, sapeva farsi tutto a tutti, senza risparmiarsi, felice della gioia degli altri. Gesù gli aveva fatto il dono di moltiplicare il cuore, di sapersi meravigliare di fronte alla bellezza e di commuoversi. Ho conosciuto Andrea in Azione cattolica, formidabile educatore, a servizio pieno della Chiesa e dei ragazzi che amava come se stesso. Ma forse più profondamente ho conosciuto il suo cuore nel salire insieme la montagna: il Similaun, la Palla Bianca, il Monte dell’Angelo... Ricordo, emozionandomi ancor oggi, il suo sorriso, il calore della sua amicizia, la luminosità del suo sguardo a dare sicurezza e bellezza a ogni nostro passo, immersi nella gioia della creazione, con i battiti del cuore sempre più accelerati, non solo per la fatica del salire, ma più ancora per la commozione di essere vivi, dentro la vita, accompagnati dal respiro di Dio. All’annuncio della sua morte ho provato il vuoto e lo smarrimento che ti prende quando ti viene a mancare l’appiglio sulla roccia. Ma solo per poco istanti. Subito ho avvertito che una guida sicura, Cristo Gesù, lo sosteneva e precedeva. Andrea era pronto per scalare velocemente la montagna più alta, la montagna di Dio. E l’avrebbe raggiunta in fretta. A me, e più ancora, a Rossana, Tommaso, Marta e Matteo e a tutti coloro che l’hanno conosciuto e amato, ne sono certo, rimane di Andrea una “divina” nostalgia. E l’attesa di ritrovarci un giorno, seduti a tavola, nella casa del Padre, a riascoltare i suoi racconti di ritorno dalla montagna o da un incontro con i suoi ragazzi, le parole vive che uscivano dal suo cuore, parole di lode e riconoscenza al Creatore. Illuminate dal suo perenne sorriso.
don Roberto Bonomo
Il ricordo di Luca Scagnellato. Capace di pensare e sognare in grande, pronto a spendersi in prima persona
Andrea era un appassionato membro dell’equipe diocesana di formazione, un appassionato membro di Ac, un appassionato catechista, un appassionato amante delle relazioni, un appassionato amante della montagna. Andrea era un appassionato. Dal suo primo ingresso nell’équipe di formazione diocesana siamo stati colpiti dal suo sorriso, dalla sua cordialità, dalla sua generosità... E man mano che la nostra collaborazione cresceva, sempre più si contraddistingueva per l’impegno, il rigore, la competenza e l’intelligenza. Sempre pronto al dialogo e al confronto, Andrea era un uomo che sapeva pensare e sognare in grande, un uomo concreto capace di spendersi in prima persona. Un uomo che non lasciava i progetti a metà. Sono stati i tanti anni in associazione ad allenare la sua vita esprimendola in servizio. Un servizio capace di toccare le persone, di raggiungere il cuore di chi gli stava accanto, di diventare stile di vita. Il servizio educativo e l’impegno sociale, in particolare, l’hanno sempre accompagnato. In lui l’Ac ha raggiunto il suo obiettivo, perché ha plasmato un uomo che ha messo al centro della vita il progetto formativo dell’associazione, ossia «la centralità di Gesù Cristo, l’attenzione alla vita delle persone, agendo da laico maturo, in formazione continua per formare la sua coscienza come luogo maturo della libertà e dell’unità e facendo della dimensione formativa scelta costitutiva e qualificante per la sua vita». Grazie Andrea per i doni che mi hai e ci hai dato, per i semi che hai saputo gettare in noi. Quei semi che amavi seminare nel tuo giardino e che ora sono diventati piante: tua moglie Rossana li ha voluti donare a chi ti ha conosciuto per lasciare un pezzo di te vivo e in crescita. “Vivo” come ha ben sottolineato Francesco Simoni, già presidente diocesano dell’Ac, nel parlare di te.
Le parole di Valentino Valmunicchi. Si è sempre posto a servizio del bene comune
A tutti piacerebbe che i nostri amministratori e politici fossero a servizio del bene comune, coerenti, onesti, disinteressati al tornaconto personale, competenti, capaci di visione, sempre pronti a lanciare e sostenere i migliori progetti, anche a lungo termine. Possiamo chiedere questo ai nostri politici senza almeno cercare di attuarlo nella nostra vita quotidiana? La risposta è no! Senza un diffuso senso civico e un impegno concreto e quotidiano intorno a noi, con il nostro prossimo dei giorni feriali, non solo faremo fatica a ottenere quello che auspichiamo, ma ci allontaneremo sempre più dall’ottimale, verso una deriva sempre più rischiosa. Che cosa c’entra questo con Andrea? Andrea si è sempre posto a servizio del bene comune. La sua attenzione alla dimensione sociopolitica è sempre stata una sua caratteristica, un suo modo di essere, che poi diveniva azione concreta, impegno (richiama il suo essere di Ac). Si è candidato in una lista civica per le elezioni amministrative del Comune di Monselice, ad esempio; ha fatto parte del gruppo di Pastorale sociale e del lavoro del vicariato di Monselice; ha collaborato per la realizzazione di incontri pubblici sul tema della sostenibilità. Andrea ha fatto tutto questo con spirito di servizio, mettendosi a disposizione e impegnandosi, senza guardare al suo tornaconto o alla sua immagine, non cercava visibilità, ma solo di raggiungere l’obiettivo del progetto condiviso, nel modo migliore possibile, mettendo in campo la sua professionalità e inventiva. In più di qualche occasione – ascoltandolo – si poteva pensare che fosse un sognatore. Andrea invece è il testimone del sogno della democrazia (tema della Settimana sociale di Trieste). Andrea è stato ed è uno di noi, uno come noi, che ha cercato di dare pienezza alla propria vita, impegnandosi con questo stile. Dunque anche noi possiamo essere – ciascuno con i propri talenti – testimoni di cose belle, di bene comune “presente” e “da realizzare”.
Andrea Carraro
Due mesi fa un caro amico e compagno di viaggio è tornato alla casa del Padre. Come Azione cattolica di Padova vogliamo oggi ricordare Andrea Carraro dedicandogli questa pagina. Andrea è stato uomo di relazione che ha saputo e desiderato costruire e curare con tanta pazienza e dedizione. Queste relazioni sono state coltivate in tanti ambiti di vita quotidiana… nella vita personale e spirituale, nell’impegno sociopolitico, nell’associazione e nella formazione. Desideriamo che siano queste relazioni a parlare oggi, per questo abbiamo chiesto a tre amici di Andrea e dell’Ac di raccontarlo. Grazie allora a don Roberto Bonomo per il suo racconto sulla dimensione più personale e spirituale di Andrea, a Valentino Valmunicchi per la narrazione sul suo impegno socio-politico, a Luca Scagnellato per la sua testimonianza in Ac e nella dimensione formativa. E, grazie Andrea, perché ci permetti anche oggi di portare testimonianza del tanto bene che hai seminato e che continui a seminare.
Marco Cavinato
Biografia
Andrea Carraro nasce a Padova il 6 luglio 1966. Sin da piccolo partecipa alla vita parrocchiale a Roncaglia, nei gruppi di Azione cattolica. Vive e trasmette il valore dell’incontrarsi, del prendersi cura di tutti, soprattutto dei più piccoli mettendosi a servizio e divenendo educatore dell’Acr prima, responsabile vicariale e diocesano, in seguito. Il suo essere accogliente, il viso sorridente e il suono delle risate hanno accompagnato i pensieri profondi e attenti, che aveva per la Chiesa, la fede, la società, la politica. La passione verso la Chiesa, radicata nel territorio, diventa testimonianza concreta nel mondo dell’economia, del sociale e del lavoro dove, sin dagli anni Novanta, si impegna in modo concreto nel tessere legami, nella partecipazione attiva a commissioni e gruppi di lavoro parrocchiali, vicariali, diocesani. La competenza nell’organizzazione di eventi e di incontri su temi “alti” viene messa a disposizione sia dell’Ac sia del territorio della Bassa Padovana. La storia di Andrea si intreccia a quella di Rossana e diventa famiglia con l’arrivo di Tommaso, Marta e Matteo. La passione educativa, che lo ha sempre contraddistinto, si fa scelta di mettersi a disposizione della parrocchia di San Bortolo in Monselice, per seguire i ragazzi nell’iniziazione cristiana. Non vengono mai a mancare il tempo per una camminata in montagna, per un incontro con gli amici, per una chiacchierata, per un momento di festa, per un aiuto concreto per ogni necessità parrocchiale, vicariale, diocesana.