350° anniversario della fondazione di Terranegra. 350 anni per... ripartire ed essere Chiesa missionaria
La parrocchia di Terranegra compie 350 anni. Un traguardo che non è solo una data storica, ma anche occasione per riflettere sull'ambiente, la riprese delle relazioni, la cura della fragilità il valore del perdono. Per l’occasione sono stati anche concessi due mesi di indulgenza plenaria. Il programma prevede una serie di appuntamenti il 27 settembre e poi il 2 e 3 ottobre.
Era il 9 novembre 1670 quando san Gregorio Barbarigo accoglieva un gruppo di fedeli che chiedeva una parrocchia per loro. Il cardinale prese sul serio quella richiesta. Siamo nel territorio di Terranegra ed è lì che nasce la chiesa che il cardinale poi deciderà di intitolare a san Gaetano di Thiene, che aveva studiato a Padova diritto e che verrà canonizzato un anno dopo a Roma. Sono passati 350 anni. «La fede non mancava – racconta don Fabio Artusi, il parroco – ma non c’era una parrocchia, solo un convento e un ospedale gestito dai frati tedeschi. Quattro anni dopo il cardinale consacra l’altare ora nella vecchia chiesa, dove c’è anche la lapide con la data di istituzione. Il frutto bello di questi 350 anni sarà la nascita della Caritas: san Gaetano è l’apostolo della Provvidenza e in parrocchia mancava questo servizio, così abbiamo deciso di avviarlo proprio quest'anno».
Sono tre i giorni previsti per celebrare questo traguardo: il 27 settembre e poi il 2 e 3 ottobre. Per l’occasione sono stati anche concessi due mesi di indulgenza plenaria. Un anniversario che vuole racchiudere in sé non solo l’aspetto storico, ma diverse dimensioni: la cura dell’ambiente, la ripresa delle relazioni, l'attenzione alle fragilità, il valore del perdono. «Siamo nel mese dedicato alla riflessione sul creato che culminerà il 4 ottobre – sottolinea il parroco – e per ricordare i 350 anni dalla nascita abbiamo deciso di piantare 35 betulle nel Giardino dei giusti: ricordiamo così anche la vocazione che ha attualmente la chiesa. I 350 anni diventano la partenza per la ripresa delle attività, cercando di dare maggiore attenzione missionaria a chi si è allontanato dalla comunità a causa della pandemia e ricordare che la chiesa è casa nelle case. L’anniversario quindi ci aiuti a ricominciare il percorso di fede, senza però adagiarci solo sull’aspetto storico, ma facendoci davvero chiesa missionaria».
Diverse sfumature quindi che fanno diventare questa data storica una sfida per rilanciare la vita della comunità, per guardare a chi ha sofferto in questi mesi, per riscoprire il valore del perdono e del cammino penitenziale, grazie anche all’indulgenza plenaria. Ad accompagnare le tre giornate di festa le parole del salmo 117 “Il suo amore è per sempre”: quasi uno slogan che farà da punto di riferimento per tutto l’anno pastorale. «Un piccolo percorso quindi – conclude don Artusi – che dovrebbe aiutarci come comunità a riscoprirci fragili e pronti a riconciliarci, ad accettarci e re-imparare a vivere insieme. Ci siamo chiesti: siamo stati comunità anche senza l’eucarestia? Dove sono i frutti e perché ha senso cercarla e viverla questa comunità? Ecco, questi 350 anni sono una sfida da prendere come un momento di fiducia per ripartire».
Il programma dei tre giorni di festa
Il programma per ricordare i 350 anni dalla nascita della parrocchia è il seguente: domenica 27 alle 10.45 la messa presieduta da mons. Gianfranco Agostino Gardin, vescovo emerito di Treviso, e alle 13.30 il pranzo comunitario sotto al tendone con tombolata.
Il 2 ottobre alle 19.30 cena e poi alle 21.30 inaugurazione del nuovo organo liturgico con il concerto del trio “Dolce sentire” (Silvia Calzavara, soprano, Fabiano Maniero, tromba, Silvio Celeghin, organo). Il 3, dopo la cena, si tiene la tombolata. Il 27 settembre è anche l’anniversario dell’internamento che quest’anno giunge al 77° anno. La cerimonia però non è stata inserita nel programma: «È un evento più laico – spiega il parroco – anche se la nostra parrocchia convive con queste occasioni che è giusto ricordare. Quest’anno la ricorrenza avverrà in maniera ridotta a causa delle restrizioni in corso, verrà comunque fatto un omaggio alla tomba dell’Internato ignoto».