Perù: altri sette morti all’aeroporto di Ayacucho. Vescovi convocano per domenica una Giornata di preghiera per la pace
Ancora proteste e ancora vittime in Perù. Ieri, in particolare, sono morte sette persone negli contri tra la polizia e i manifestanti che cercavano di occupare l’aeroporto di Ayacucho.
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La Conferenza episcopale del Perù, “di fronte alla grave situazione di dolore e violenza che il nostro popolo peruviano sta subendo a causa dell’attuale crisi politica”, invita “tutti i suoi fedeli e le persone di buona volontà a esprimere pace, speranza e fraternità in Perù attraverso Una Giornata di preghiera per la pace, in tutte le diocesi del Paese, organizzata da ciascun Vescovo nella sua giurisdizione ecclesiastica, domenica 18 dicembre”. I vescovi peruviani invitano, inoltre a collocare nelle proprie case o sedi di istituzioni un simbolo si pace, come una bandiera bianca o un fazzoletto bianco. L’appello dei vescovi giunge a poco più di una settimana dal fallito da parte dell’ex presidente Pedro Castillo, che è stato arrestato, destituito dal Parlamento e sostituito con Dina Boluarte, ex vicepresidente. Le proteste dei sostenitori di Castillo, i blocchi stradali e gli assalti a strutture pubbliche e private hanno di fatto paralizzato il Paese, soprattutto nella zona andina meridionale (bloccando nella zona archeologica di Machu Picchu numerosi turisti, tra cui decine di italiani), e provocato finora diciassette morti accertati e centinaia di feriti. Nel frattempo, il giudice supremo delle indagini preliminari Juan Carlos Checkley Soria ha ordinato 18 mesi di detenzione preventiva contro l’ex presidente Pedro Castillo